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Come prenderci cura dei capelli

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "La Scienza dei Capelli" di Elena Accorsi Buttini

Alle banality sui capelli si aggiunge quello che la mia amica Beatrice chiama "scientifichese", ovvero una serie di parole prestate dal mondo della scienza al mondo della fantasia:

  • stimolare l'attivazione cellulare;
  • attivare l'azione riparatrice;
  • risvegliare il metabolismo cellulare.

Il tutto condito da percentuali, simboli matematici, diagrammi e numeri che non sono mai cifre tonde e approssimative, ma sempre molto precise come:

  • + 46,79% di idratazione;
  • - 62,99% di rughe;
  • + 34,89% di illuminazione.

Tra tutti questi luoghi comuni mi voglio soffermare sulla frase "nutrire i capelli", una delle più gettonate tra i reparti marketing dei brand dell'hair care, sintesi di un'azione profonda e un po' vaga. Questo ci porta a fare una riflessione: davvero i capelli possono essere nutriti e i danni possono essere ripristinati da un trattamento cosmetico?


Nessun cosmetico è in grado di ripristinare una condizione precedente a un danno, può solo proteggere o conservare in buono stato.


I cosmetici non sono farmaci, non hanno effetti curativi in quanto la loro azione è prettamente superficiale.

Dal momento che - come abbiamo detto all'inizio - il capello è morto, privo di attività biologica, non è in grado di guarire e di autorigenerarsi come invece ci aspettiamo che faccia la pelle: gli stress meccanici o termici fanno sì che le conseguenze a carico dei capelli si accumulino fino a portare alla rottura.

Fortunatamente ci sarà sempre una nuova porzione di capello che crescerà e si sostituirà lentamente a quella più vecchia e lontana.

Un'altra banality di cui vorrei parlare è l'idea che un fantomatico principio funzionale possa penetrare in chissà quali profondità per svolgere il suo effetto. Le "profondità" sono davvero esigue e si tratta di un nostro errore voler vedere quello che in realtà non c'è.

La funzione di un cosmetico applicato sul capello è essenzialmente superficiale, perciò dimenticatevi gli spot televisivi in cui una suadente voce fuoricampo elogia l'azione profonda di un siero, di un filler o di una maschera: agiscono tutti superficialmente. E non ci dobbiamo dispiacere di questa cosa, perché è proprio agendo superficialmente che il cosmetico funziona.

Pensate all'aumento della luminosità, a una maggior facilità di passaggio del pettine o a una resistenza superiore agli stress termici: sono tutti benefici dati da una modificazione delle caratteristiche superficiali e non interne.


Se di modi per tenere in buono stato i capelli ce ne sono pochi, e sono quasi tutti basati sul buon senso, per rovinarli ce ne sono infiniti.


Partiamo da quella che per antonomasia è la madre di tutti i consigli sui capelli: "Non lavarli tutti i giorni che si rovinano". Certo, può starci, ma dipende sempre da come li trattiamo.

Il lavaggio è senza dubbio un momento delicato, perché i capelli vengono a contatto con le nostre - quasi sempre - brusche maniere e questa fase può essere per loro molto stressante. Non è tanto importante la frequenza con la quale ci laviamo i capelli, quanto il modo: meglio evitare la foga che si avrebbe nel lucidare l'argenteria.

Vi dico due tra gli errori più frequenti: frizionare con la punta delle dita graffiando la cute e passare il pettine o la spazzola come se strigliassimo il dorso di un cavallo. Quindi armiamoci di pazienza e soprattutto di dolcezza: con la forza si ottiene poco. Usate i polpastrelli delle dita, e non le unghie, per emulsionare lo sporco con lo shampoo. Il pettine e la spazzola cercate di usarli per il loro scopo, cioè non per sciogliere i nodi, ma per prevenire che si formino.

Questa non è una cosa banale: se vi ostinate a far passare il pettine là dove si è formato un nodo, questo si stringerà ancora di più e la forza impiegata romperà definitivamente sia il nodo che i capelli. Ma allora che ci dobbiamo fare con i nodi, se non possiamo usare pettine o spazzola? Dobbiamo imparare a scioglierli con le mani e ad avere la pazienza -magari se aggiungete un po' di balsamo fate meno fatica - di districarli. Il pettine e la spazzola, così, li teniamo buoni per dare la piega.

Un altro punto critico è il momento in cui ci armiamo di fon per asciugare i capelli. Il calore esagerato fa la sua parte: cercate di tenere una temperatura media (i capelli devono asciugarsi, non cuocersi) e tenete a distanza il bocchettone del fon. Evitate di fare un uso quotidiano della piastra.

Nei prossimi capitoli parleremo della soglia di temperatura tollerata dal capello, quindi per adesso non anticipo nulla, ma sappiate che gli stress termici provocano alterazioni nella sua struttura, portandolo facilmente alla rottura.

Spesso mi è capitato di sentire o di leggere dei prodigiosi benefici dei massaggi al cuoio capelluto, che dovrebbero stimolare la circolazione sanguigna e di conseguenza favorire l'apporto di sostanze nutritive e di ossigeno.

È il caso, per esempio, dell'inversion method. Questo metodo consiste nel massaggiare il capo con un olio, a testa in giù (da qui "inversion"). Sebbene il massaggio possa essere molto piacevole, non c'è uno straccio di prova che migliori o acceleri il metabolismo follicolare portando a una crescita più rapida dei capelli. Con l'inversion method non otterremo un reale beneficio, a eccezione del momento di relax che può offrirci: la fitta rete di vasi sanguigni che irrorano i follicoli si trova nel derma e i capillari sono talmente piccoli e sottili che non possono essere stimolati da un massaggio sulla superficie della pelle.

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