Come fare per star bene in modo naturale?
Pubblicato
3 anni fa
Leggi un estratto da "Attiva gli Ormoni della Felicità" per scoprire i benefici effetti di serotonina, dopamina, noradrenalina e Gaba
Tutti noi veniamo al mondo in uno stato di naturale benessere e normalmente trascorriamo così i nostri primi anni di vita.
Osservate con quanta energia ed entusiasmo i bambini iniziano la giornata. Saltano giù dal letto con gioia, senza stanchezza o svogliatezza. Sono estremamente concentrati in qualsiasi attività svolgano. Osservate anche con quanta attenzione si guardano allo specchio. Sono naturalmente incuriositi dall'ambiente circostante e vogliono esplorarlo e scoprirlo. Non si arrendono mai e nella loro evoluzione non si lasciano scoraggiare da sconfitte e insuccessi.
I bambini sanno gioire con tutto il cuore e sanno essere allegri e felici. Ovviamente vivono anche sentimenti come frustrazione, rabbia, tristezza e persino paura, che esprimono in modo diretto e inequivocabile. Oltre a queste affascinanti qualità possiedono un altro dono: quando sono stanchi dormono profondamente e serenamente, senza preoccuparsi di ciò che accade intorno a loro.
Come mai nel corso della vita perdiamo la gioia di vivere, lo slancio, la curiosità, la fiducia in noi stessi e la voglia di esplorare tipici dell'infanzia?
Tutti nasciamo con un sistema nervoso che, pur non essendo ancora sviluppato, ci dota fin dall'inizio di questi importanti messaggeri chimici:
- Serotonina: ci dona buon umore, ottimismo e una sana autostima.
- Dopamina: è responsabile del desiderio di scoperta, aumenta la percezione e l'attenzione.
- Noradrenalina: stimola la resistenza, la concentrazione, l'energia e una buona memoria.
- GABA (acido gamma-amminobutirrico): favorisce il rilassamento, il sonno e il coraggio.
La sinergia di questi quattro messaggeri genera quello che definiamo "stato naturale di benessere". Sono detti anche "ormoni della felicità".
Nel nostro sistema nervoso esistono molte sostanze deputate alla trasmissione di messaggi: i neurotrasmettitori. I quattro ormoni della felicità sono determinanti per l'umore sia per la loro quantità (il GABA è il neurotrasmettitore più comune nel cervello), sia per le loro molteplici funzioni (serotonina, dopamina e noradrenalina). In seguito spiegheremo come i nostri sentimenti sono generati grazie a questi quattro neurotrasmettitori.
I neuroni non sono collegati fra loro direttamente. Il passaggio di informazioni avviene principalmente attraverso processi biochimici nel corso dei quali le sostanze chimiche messaggere sono trasmesse attraverso uno spazio tra le cellule (sinapsi). I neuroni possono produrre fino a 100.000 sinapsi, per un totale di circa 14 mila miliardi: una gigantesca rete di comunicazione.
Gli ormoni della felicità agiscono solo se trasmessi da un neurone all'altro. Questo processo è chiamato "neurotrasmissione". Questi ormoni possono essere immaginati come microscopiche lettere scambiate tra un mittente e un destinatario. Le lettere sono inserite dal neurone mittente in minuscole bolle (depositi) e all'occorrenza sono inoltrate. Tra mittente e destinatario esiste un collegamento (sinapsi) percorso dal postino. Una volta avvenuta la sinapsi, la cellula vicina ingloba l'ormone della felicità attraverso dei recettori (le cassette postali).
Può capitare che le bolle non siano riempite abbastanza e che vengano depositati pochi ormoni, o "lettere". Succede per esempio quando con il cibo non assorbiamo una quantità sufficiente di sostanze importanti per la sintesi ormonale. Continuando con la stessa metafora: quando abbiamo a disposizione poca carta, possiamo stampare e spedire meno lettere. Lo stesso accade nel sistema nervoso centrale. Talvolta le lettere restano in deposito (nelle bolle), perché i postini sono in sciopero. In tal caso la neurotrasmissione fallisce. Per il cervello è come se non ci fosse posta.
Il GABA ha un modo di comunicare un po' diverso. Si aggancia direttamente ai propri recettori e ne blocca l'attività. Il GABA funziona in primo luogo come un freno. Più avanti torneremo sull'argomento. Per ora basta che vi sia chiaro che i sentimenti sono originati da processi biochimici che si svolgono nel cervello. Adesso sapete che stare bene in modo naturale dipende innanzitutto dalla presenza di quantità sufficienti di sostanze attive e dalla loro corretta trasmissione.
Il benessere naturale richiede riserve colme di ormoni della felicità e una loro efficace trasmissione.
Che cosa accade nel corso del tempo alla maggioranza delle persone? Nel sistema dei messaggeri chimici si accumulano sempre più errori e questo fa sì che, da un lato, le scorte di ormoni della felicità si esauriscano e non siano più riempite e, dall'altro, che la trasmissione di molecole messaggere tra cellule - presupposto fondamentale per dare vita ai sentimenti - si blocchi. Nel qual caso avremo un deficit di ormoni della felicità, che potrà durare anche anni senza essere colmato. Da ciò deriveranno disturbi quali
- ansia,
- depressione,
- compulsioni,
- disordini alimentari,
- dolori cronici,
- difficoltà di concentrazione,
- problemi di memoria,
- alterazioni del pensiero,
- insonnia,
- dipendenze,
- agitazione,
- aggressività.
Maggiore è la carenza di molecole messaggere, più marcati sono i sintomi.
La medicina tradizionale non conosce il concetto di "deficit di ormoni della felicità". Si serve invece di diagnosi quali:
- depressione endogena (F 33.2),
- disturbo d'ansia generalizzata (F 41.1),
- disturbo da somatizzazione (F 45.0)
- sindrome da affaticamento cronico (R 53),
- episodio depressivo non specificato (F 32.9),
- disturbo dell'inizio e del mantenimento del sonno (G 47.0),
- disturbo ossessivo-compulsivo non specificato (F 42.9),
- disturbo da attacchi di panico (F 41.0),
- disturbo dell'attività e dell'attenzione (F 90.0),
- fibromialgia (M 79.70),
- altri disturbi dell'alimentazione (F 50.8),
- bulimia nervosa (F 50.2).
Tutte queste patologie si basano su alterazioni del sistema dei messaggeri cerebrali serotonina, dopamina, noradrenalina e GABA. L'azione della maggior parte degli psicofarmaci consiste nell'aumentare artificialmente il livello del principio attivo e/o nel rafforzare l'effetto sui recettori.
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