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Coltivare con la natura

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Orto Biodinamico Familiare" e scopri perché coltivare piccoli spazi secondo natura

Chi si avvicina all'esperienza agricola deve essere consapevole che la natura incontra sempre più ostacoli nel suo manifestarsi.

Le stagioni non sono più regolari, da un giorno all'altro si passa da temperature "normali" a escursioni termiche imprevedibili ed eventi atmosferici estremi, senza parlare dei danni dovuti agli attacchi di parassiti e di insetti fino a qualche anno fa sconosciuti.

La manipolazione climatica, i sali di alluminio, bario o silicio che troviamo nell'aria, oltre ai residui di numerosi prodotti chimici di sintesi, ostacolano le funzioni vitali delle piante. La presenza sempre più diffusa dell'inquinamento elettromagnetiche causato da radar, satelliti, antenne per cellulari e onde radio, fino ad arrivare all'inquinamento radioattivo, soffocano il pianeta Terra, che essendo vivo, non riesce più a respirare col ciclo naturale di sempre.

Il "nuovo" contadino dovrà occuparsi seriamente di aumentare la vitalità del terreno, dell'acqua, dell'aria e di conseguenza delle piante grazie soprattutto ai metodi naturali dell'agricoltura biodinamica.


Il "nuovo" contadino tornerà, come nell'antichità, a essere un saggio, un dotto, un "sacerdote" di Madre Terra.


Chi oggi lavora nella natura deve sapere di chimica, fisica, meteorologia, genetica, agronomia, astronomia, ecc. tutte materie che si pensa siano strettamente relegate all'ambito accademico, ma le cui applicazioni ritroviamo quotidianamente nei nostri piatti sotto forma di cibo!

Fare l'orto oggi vuol dire riappropriarsi del proprio cibo, riconquistare la propria salute.

È un vero e proprio atto rivoluzionario che si dissocia dai profitti della grande distribuzione, proponendo alimenti di elevata qualità nutrizionale e a basso impatto ambientale.

Solamente coltivando i "nostri" ortaggi possiamo essere sicuri della qualità e sanità degli stessi, dell'assenza in essi di residui di pesticidi e fertilizzanti di sintesi (causa di tumori e altre patologie invalidanti).

D'altra parte, stando in stretto contatto con la natura è possibile creare un legame diretto che porta a una sorta di autoguarigione circolare: nell'atto di coltivare mettiamo in gioco noi stessi e da parte sua la natura ci ripaga producendo vegetali "migliorati" in funzione dei nostri squilibri, quando andremo a mangiare questi ortaggi sarà come introdurre nel nostro corpo una parte di noi stessi "migliorata" e "riequilibrata".

In questo modo noi possiamo "guarirci" nutrendoci dei prodotti del nostro lavoro!

Non è tutto... fare agricoltura, nel nostro caso fare un orto, è fare cultura. Significa riscoprire e promuovere le usanze e i gusti di un paese attraverso i suoi prodotti più tipici. È raccontare la storia vera di un popolo.

Lavorare in orto è una buona pratica per radicarsi ed essere sostenuti dal territorio, contribuendo a farlo crescere sia grazie alla coltivazione di prodotti tipici per lo scambio o la vendita sia creando nuove "alleanze" sociali e perché no, nuovi scambi commerciali.

Non dimentichiamolo mai: l'agricoltura, e nello specifico la coltivazione di un orto, è stata espressione di socialità, mai di individualismo. Si lavorava insieme, si cresceva insieme, si collaborava, si scambiavano prodotti, attrezzi e lavoro.

L'orto ha i suoi momenti di inevitabile "individualismo" è vero, ma questi sono alternati ad altri di condivisione, di lavoro gruppo, ed entrambi sono importanti.

Per questo motivo, questo libro è stato suddiviso in tre parti associate ognuna a una componente della famiglia:

  • la prima riguarda la madre che è la terra che ci accoglie, nutre, sostiene e dà i frutti;
  • la seconda è il padre, che "incarna" i semi portatori e rinnovatori di tutti gli impulsi che arrivano dal mondo celeste, dai pianeti del sistema solare, dallo zodiaco, dalla via lattea e oltre;
  • la terza e ultima parte è il figlio, ossia l'essere umano, che ha la responsabilità di equilibrare se stesso e tutti i regni della natura, senza distruggerli, bensì comprendendone il valore più puro e profondo.

Lasciamo che la natura si manifesti in tutto il suo splendore e impariamo a coltivare con lei, non contro di lei.

Buon lavoro e buona esperienza.


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