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Cistite: una questione soprattutto femminile

Articolo sponsorizzato

Pubblicato 4 anni fa

Le piante efficaci per prevenire e lenire le infezioni urinarie

Il medico dispone di un ampio vocabolario tecnico per definire i sintomi che accompagnano l’esordio di una cistite o la sua ricomparsa: minzioni frequenti (pollachiuria), emesse con difficoltà (disuria) o dolore (stranguria), stimoli contrattivi per solo poche gocce di urina (tenesmo) che, nelle situazioni di maggiore complessità, mostra tracce di pus (piuria) e sangue (ematuria). Senza tanti termini specialistici, sono segnali che conosce bene chi è sensibile a queste infezioni, un pubblico declinato al femminile in almeno 2/3 dei casi. Non le consola l’essere in buona compagnia, sapendo che il 20% delle donne soffre di almeno un episodio all’anno e per molte altre questa è una difficoltà ricorrente.

Dell’ampia diffusione delle UTIs (Urinary Tract Infections) e delle loro recidive (rUTIs - recurrent Urinary Tract Infections) parlano i numeri: in Europa il calcolo annuo dei casi di infezioni urinarie registrate in entrambi i sessi è di oltre sette milioni, ma su scala mondiale il dato supera i centocinquanta milioni.

Soluzioni naturali

Tutto ciò rende particolarmente apprezzabili alcune piante officinali in grado di porre argine a un problema così diffuso e frequente. Molte specie, utilizzate tradizionalmente nei loro territori d’origine, sono state accreditate dalla ricerca moderna, che ne ha dimostrato la validità nel prevenire e affrontare con efficacia UTIs e rUTIs chiarendo dettagliatamente i differenti meccanismi con cui concorrono alla risoluzione delle infezioni.

Proprio basandosi sugli studi più aggiornati in materia, Fitomedical ha ideato Cistoshield omeostat®, un integratore che favorisce il riequilibrio e il mantenimento della funzionalità fisiologica della vescica. La sua formulazione associa Cranberry, Mirtillo rosso, Karkadè e Astragalo, che si integrano in una valida sinergia, intervenendo ciascuno con modalità differenti, ma complementari, sui diversi aspetti che inducono e sostengono le cistiti. Per comprendere l’efficacia della loro peculiare azione, è utile prima conoscere il “nemico” contro cui si mobilitano e le “tattiche” messe in gioco.

Strategie insidiose

Parliamo quindi dei “colpevoli”, una cerchia abbastanza ristretta di batteri tra i quali prevale nel 70-95% dei casi Escherichia coli. Si tratta di un commensale normalmente presente nell'intestino, ma alcuni suoi ceppi possono sviluppare virulenza (UPEC - Escherichia coli uropatogeno) e provocare patologie locali intestinali, oppure migrare nelle mucose esterne e da lì infettare le vie urinarie, entrando attraverso l'uretra. Proprio la differente lunghezza di questo “corridoio” d’ingresso, che nel maschio è superiore a 15 cm e nella donna misura circa 5, giustifica la diversa incidenza del problema nei due sessi.

Ma ciò che li rende nemici davvero agguerriti è il fatto di disporre di stratagemmi insidiosi. Dotati di particolari propaggini filamentose, riescono ad aderire alla parete vescicale, attivando processi che determinano l'erosione più o meno diffusa della mucosa. L’attacco può spingersi oltre, con l’ingresso dei microrganismi nelle cellule stesse, dove rimangono quiescenti, ma pronti a riemergere in seguito, causando ricadute.

Inoltre, per ripararsi dalle cellule immunitarie e dall'azione delle sostanze antibiotiche, gli UPEC si ricoprono di un biofilm che come una cupola li occulta e protegge.

Complessivamente, è un precipitare di eventi che rendono piuttosto difficile la completa soluzione del problema: spesso, soprattutto nei soggetti più vulnerabili, gli iniziali successi registrati con rimedi naturali o anche con l’antibioticoterapia sono smentiti da successive recidive, promosse dall’attivazione di “nuove generazioni” di UPEC fino ad allora nascosti e silenti.

Le piante presenti in Cistoshield, hanno dimostrato di saper interrompere questi circoli viziosi.

Lo scudo per le vie urinarie

Cistoshield omeostat® si dimostra quindi utile per contrastare le infezioni urinarie quando sono in atto e in seguito per prevenire la loro ricomparsa, osteggiando i microrganismi responsabili, proteggendo la mucosa e sostenendo le difese immunitarie dell’organismo.

La sua formulazione in forma liquida, confezionata in pratici e igienici sticks di sapore gradevole, si assume di preferenza al mattino ed eventualmente nel primo pomeriggio, diluendo il contenuto dello stick in un bicchiere d’acqua, cui è raccomandabile accompagnare un'abbondante assunzione di altri liquidi durante la giornata. Dosi, tempi e modi d’uso variano secondo le circostanze: in fase acuta, si consiglia l’uso di 1 o meglio 2 sticks al giorno per una settimana, mentre nelle forme croniche o come prevenzione è preferibile assumere 1 stick ogni 2 giorni per almeno un mese, da ripetere 3 o più volte nel corso dell’anno.

Precisiamo che Cistoshield può essere assunto anche in concomitanza e a seguito di trattamento antibiotico, in pediatria dall’età scolare dimezzando le dosi e come profilassi nella cateterizzazione o nel periodo di applicazione del catetere: in questi casi, si assume 1 stick al giorno.

Concludiamo con una breve panoramica sulla specifica modalità d’azione dei suoi componenti.

Cranberry, la bacca sacra degli Indiani

I frutti di Cranberry o Mirtillo americano (Vaccinium macrocarpon), costituivano una delle principali componenti dell'alimentazione dei nativi americani del Nord-Est degli attuali Stati Uniti e di parte del Canada.

Dagli anni '80 ad oggi sono centinaia le pubblicazioni scientifiche che attestano l’utilità di Cranberry nella prevenzione e nel controllo delle infezioni urinarie: in particolare, si vanta la sua specifica attività antiadesiva, che ostacola gli “appigli” con cui Escherichia coli e altri microrganismi aderiscono alla parete della vescica. È in oltre comprovato che Cranberry inibisce la formazione del biofilm, favorisce l’acidificazione delle urine rendendo l’ambiente vescicale ostile ai patogeni, e svolge un’importante azione antiossidante e antinfiammatoria sulla mucosa delle vie urinarie.

Mirtillo rosso dal sottobosco europeo

Analogamente a Cranberry nel Nord America, in Europa un’altra pianta della famiglia botanica delle Ericaceae vanta una lunga storia etnofarmacologica: è Mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea), i cui frutti sono considerati dalle tradizioni scandinave e alpine una delle più importanti risorse per la salute delle vie urinarie.

La ricerca conferma che l’azione di queste bacche, ricche di sostanze antiossidanti, antinfiammatorie e antibatteriche, si rivolge in particolare all’intestino e alle vie urinarie, distretti spesso interessati da disturbi correlati dovuti al dissesto ecologico delle loro microflore: Mirtillo rosso ne favorisce il riequilibrio, aiuta a ristabilire le condizioni fisiologiche delle mucose. Anch’esso si dimostra un efficace inibitore dei ceppi uropatogeni, antiadesivo batterico e acidificante delle urine, capace di contrastare la strutturazione e la crescita del biofilm da essi prodotto.

Karkadé, rosso d’Africa

Da secoli la tradizione africana si avvale dei fiori di Karkadè (Hibiscus sabdariffa), di un intenso color rosso: non solo li utilizza per preparare una nota e diffusa infusione dissetante, ma estende il loro uso anche a campi specificatamente terapeutici, oggi confermati dalla ricerca scientifica. In particolare, questa riferisce che i calici intervengono sul riequilibrio delle microflore che popolano le mucose di intestino, vescica, uretra e vagina: inibiscono non solo lo sviluppo di Escherichia coli, ma anche di altri agenti potenzialmente aggressivi come Candida albicans, agendo anche come prebiotico nel favorire l’insediamento di microrganismi simbionti. Anche in questo caso, ritroviamo proprietà sinergiche a quelle delle piante precedenti, nel favorire l’acidificazione delle urine e agire come antiossidanti per la protezione delle pareti della vescica e il potenziamento della sua funzione di barriera impermeabile agli elementi disciolti nell'urina (ioni, urea, creatinina, peptidi, ecc.).

Si segnala che la composizione di Cistoshield Fitomedical si avvale di un particolare estratto secco di Karkadè, UTIRose®, la cui efficacia, supportata da un’elevata concentrazione di sostanze attive, è confermata dalla sperimentazione clinica condotta su donne che presentavano una storia di cistiti recidivanti: a seguito del trattamento, esse hanno mostrato un numero decisamente inferiore di ricadute.

Astragalo per alzare la guardia

Astragalo (Astragalus membranaceus), classificato dalla Medicina Tradizionale Cinese come tonico del Qi, l’energia dell’organismo, è noto in Occidente come “adattogeno” che sostiene l’organismo in condizioni di stress, in particolare quando l’eccesso di sollecitazioni lo indebolisce, rendendolo recettivo a infezioni e soggetto a frequenti recidive.

In presenza di cistiti, questa radice migliora l’efficienza della risposta immunitaria e la coordinazione dei diversi livelli in cui essa si articola. Controlla l’infiammazione, attiva le difese generali e regola quelle locali: studi recenti hanno evidenziato che è in grado di aumentare la vigilanza delle cellule immunitarie presenti nella mucosa urinaria, rendendole più abili nel monitorare la presenza in sede di microrganismi aggressivi.


Ultimi commenti su Cistite: una questione soprattutto femminile

Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 03/03/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 03/03/2025

Conoscevo gli effetti positivi del mirtillo e in particolare del mirtillo rosso con mannitolo ma che anche il karkadé fosse utile proprio no. Sono abituata a berlo da sempre e forse per questo non ho problemi di questo genere. Grazie per tutte le informazioni.

Gilia M.

Recensione del 13/02/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 13/02/2025

Esatto, soprattutto ma non solo femminile. Fortunatamente contro le piccole sofferenze momentanee tante sono le soluzioni naturali che ci aiutano. Diversa è una situazione grave e cronica che deve essere monitorato dallo specialista.

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