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Chi era veramente Benito Mussolini?

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "M - Biografia non Autorizzata di Benito Mussolini" di Marco Pizzuti

Dopo quasi un secolo dalla conclusione dell'ultimo conflitto mondiale, il contesto sociale in cui venne scritta la storia di Benito Mussolini è profondamente mutato e il suo operato, quanto le vicende che portarono alla sua uccisione, possono ora essere finalmente ricostruite nella loro oggettività storica (nel bene e nel male) senza i filtri e le storture che hanno caratterizzato la propaganda postbellica.

Dall'insieme delle testimonianze e dei documenti declassificati nel corso di molti decenni d'inchieste fino alle rivelazioni più recenti, emerge infatti un personaggio ben diverso da quello descritto nella ricostruzione storica del 1945.

Tutti sanno ad esempio che Mussolini impose la dittatura del regime fascista con la forza, che trascinò l'Italia in un lungo conflitto a cui era impreparata e che fu anche il diretto responsabile della promulgazione delle ignobili leggi razziali del 1938 ma, dietro la sua sbrigativa e sommaria eliminazione senza processo, si celano ancora i reali motivi delle sue decisioni più tragiche.

Si tratta di segreti in grado di far luce sull'alleanza di facciata con la Germania, sui famosi carteggi Churchill Mussolini, sull'apparente assurdità della strategia bellica italiana allo scoppio delle ostilità, sul presunto tradimento di Ciano e sul vero mandante del processo di Verona, svoltosi quando il duce "liberato" ormai era un prigioniero di Hitler costretto a mantenere in piedi lo Stato fantoccio della RSI sotto la minaccia di distruggere l'Italia.

La versione dei fatti narrata nei testi scolastici con il piglio delle verità assolute costituisce la base degli equilibri geopolitici mondiali delineatesi con la sconfitta militare dell'asse, ma se lo esaminiamo a fondo scopriamo che si fonda su depistaggi, censure di Stato e insabbiamenti utilizzati ancora oggi dalle potenze straniere per fare di Mussolini l'unico capro espiatorio dell'entrata in guerra dell'Italia e dell'avvento del suo regime.

I referti autoptici e i nuovi studi sull'autopsia sul corpo di Mussolini dimostrano ad esempio che non può essere stato il "colonnello Valerio" a ucciderlo davanti al cancello di Villa Belmonte di Giulino di Mezzegra (i vestiti non presentavano tutti i fori d'entrata dei proiettili rinvenuti sul corpo) poiché in realtà venne assassinato alle prime ore dell'alba quando era ancora in canottiera e mentre Walter Audisio era a Milano. La messinscena di Villa Belmonte servì a coprire l'ingerenza dei servizi segreti britannici in un delitto che doveva essere fatto apparire come un regolamento di conti interno tra comunisti e fascisti italiani.

Inoltre, secondo quanto emerso da numerosi indizi, Claretta prima venne violentata e poi uccisa con una mitragliata alla schiena affinché non potesse riferire ciò di cui era venuta a conoscenza (era insieme al duce quando venne catturato e ucciso). Il suo cadavere, infatti, era privo di mutandine e non fu mai ordinata l'autopsia con l'evidente scopo di non far emergere verità imbarazzanti sul comportamento dei suoi carcerieri. 

I Mussolini credette fino all'ultimo momento di poter trattare con Churchill, ricattandolo con documenti molto compromettenti che avrebbero ribaltato la posizione del duce e dell'Italia rispetto alla responsabilità della guerra, ma il suo carteggio è stato recuperato e distrutto dagli uomini dei servizi britannici prima che potessero divenire di dominio pubblico. Le prove che dimostrano l'esistenza di quei documenti esplosivi sono state negate con forza dalla maggior parte degli storici e da alcuni processi farsa ma, come ammesso da numerosi testimoni autorevoli e persino dal più grande studioso del fascismo Renzo de Felice nei suoi ultimi scritti, i famosi carteggi tra Churchill e Mussolini non furono affatto una leggenda.

È stato inoltre accertato che, nel 1917, Mussolini ricevette denaro dai servizi segreti britannici per reprimere il dissenso contro la guerra e che, almeno fino alla marcia su Roma, la sua ascesa politica fu fortemente sostenuta dalla massoneria insieme a buona parte della comunità ebraica.

Anche re Vittorio Emanuele III di Savoia fu favorevole a fornirgli il suo appoggio per porre un freno alle violente agitazioni popolari organizzate dai leader comunisti che in Russia erano degenerate nella rivoluzione bolscevica con l'uccisione dello zar e dell'intera famiglia dei Romanov.

Una volta assunto il potere, Mussolini riuscì a conquistare la fiducia delle masse ristabilendo l'ordine sociale e finanziando la realizzazione di imponenti opere pubbliche che furono sapientemente reclamizzate dalla propaganda ma anche di effettivo impulso per la modernizzazione del Paese. In politica estera, prima di compiere il madornale errore di allearsi con la Germania, si era comportato da brillante statista e da abile mediatore tra le nazioni in conflitto, arrivando persino a schierare quattro divisioni dell'esercito al Brennero per contenere (almeno temporaneamente) le mire espansionistiche di Adolf Hitler sull'Austria.

Mussolini, insomma, non fu mai realmente filo-tedesco perché temeva Hitler e aveva ottimi motivi di Stato per venire a patti con il suo amico Churchill (nonostante sia stato censurato dalla sua biografia ufficiale, il premier britannico era un ammiratore di Mussolini).

Per questa ragione, Mussolini decise di schierarsi militarmente a fianco della macchina bellica nazista solo quando Francia e Gran Bretagna apparivano già irrimediabilmente sconfitte (dopo la battaglia di Dunkerque con l'intero corpo d'armata alleato in rotta), in procinto di arrendersi e nell'impossibilità di difendere l'Italia da un'invasione tedesca. In quei giorni al cardiopalma, si trovò con le spalle al muro in quanto perfettamente conscio di dover prendere una drastica decisione altrimenti Hitler non avrebbe tollerato ulteriormente una prolungata "non belligeranza" dell'Italia (Mussolini temeva addirittura che, con il pretesto di riunire al Terzo Reich la minoranza di lingua tedesca del Trentino, avrebbe attaccato l'Italia).

I più recenti documenti declassificati degli archivi di Londra e alcune autorevoli testimonianze hanno rivelato che, prima dell'entrata in guerra dell'Italia, Mussolini aveva effettivamente avviato trattative segrete con Francia e Gran Bretagna per sedere al tavolo dei negoziati di pace a fianco della Germania e ridimensionare le richieste di Hitler in cambio di concessioni in Africa e nel Mediterraneo.

Persino durante la guerra, Mussolini tenne sempre aperto un tavolo di trattative con Churchill perché temeva che, anche in caso di vittoria dell'asse, la debole alleata italiana avrebbe finito per diventare un protettorato di Berlino. Nel tentativo di evitarlo, cercò di stringere una serie di accordi con gli alleati che comprendevano la vendita di armi da usare contro la Germania.

Sui libri di testo di ogni ordine e grado però non vi è alcuna menzione di tali trattative top secret né tantomeno di altre vicende che riguardano la vera storia di Mussolini, del fascismo e di tutta Italia. Questi fatti che normalmente vengono indicati come "misteri", o leggende metropolitane prive di qualsiasi riscontro, qui trovano invece una spiegazione logica fondata su quanto emerso da tutta la documentazione declassifìcata negli ultimi anni.

Nella seguente biografia, quindi, lo scorrere degli avvenimenti storici si intreccia con le vicende personali di Mussolini (dai finanziamenti della massoneria alla tragedia di suo figlio Benito Albino) per delinearne il profilo psicologico del dittatore e fornire un quadro d'insieme perfettamente coerente dei retroscena rimasti fino a oggi nell'ombra.

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