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Chi controlla il tuo pensiero

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Pubblicato 1 anno fa

In che modo la capacità di pensare ci rende evoluti, ma ci allontana dalla vera evoluzione: ecco come ritrovare il nostro vero io

Il pensiero è uno strumento molto potente, ma chi può dire di avere realmente un totale controllo su ciò che pensa? In ogni istante della nostra vita si susseguono nella nostra mente i più disparati pensieri, come onde impetuose che ci travolgono e spostano la nostra attenzione in mille luoghi differenti. Un attimo prima siamo al lavoro, impegnatissimi nelle attività che dobbiamo svolgere, e l’attimo dopo il pensiero ci proietta nel supermercato in cui dovremo successivamente fare la spesa, poi a casa, a preparare la cena, e l’istante dopo ancora ci troviamo magari da quel nostro caro amico che siamo stati a trovare una settimana prima. Tutto questo mentre siamo sdraiati nel letto di casa nostra, immobili, eppure con una mente in movimento, più attiva che mai, che continua a farsi trasportare da quelle onde da un luogo all’altro, senza sosta e senza una rotta precisa: un mare in burrasca in cui è bene imparare a navigare. 

Quando la nostra attenzione si sposta così freneticamente, saltando di pensiero in pensiero, la concentrazione inevitabilmente ne risente e noi finiamo per essere meno presenti nel momento in cui stiamo vivendo. Ma non si tratta solo di questo. Il punto è che tutti crediamo di essere padroni dei nostri pensieri, dopotutto stiamo parlando della nostra mente! Ma se invece fossimo schiavi della maggior parte di essi? Se fosse possibile manipolare artificialmente il pensiero così da trattenere le persone in uno stato mentale basso e impedire loro di elevarsi spiritualmente? Ecco che le cose cambiano. 

Indice dei contenuti:

Il silenzio mentale conduce all’evoluzione spirituale

Per incamminarsi verso un percorso spirituale e cercare l’evoluzione, occorre imparare a meditare e per farlo è necessario mantenere il silenzio mentale, o non pensiero, che permette di distinguere il nostro volere da quello imposto da altri. Perché è vero che il pensiero è ciò che ci contraddistingue e ci rende più evoluti degli animali, ma allo stesso tempo è anche ciò che ci allontana di più dall’evoluzione spirituale. 

Praticamente tutto ciò che ci circonda può influenzare il nostro pensiero e dirottarlo in una precisa direzione, contro il nostro volere. Quando succede ci troviamo di fronte a molteplici rotte: qual è quella giusta da seguire? Quale delle mille voci del pensiero dobbiamo ascoltare? Nella maggior parte dei casi nessuna di esse. Affinché la vera rotta si palesi davanti ai nostri occhi, bisogna imparare a silenziare tutte quelle false voci, manipolate e influenzate dall’esterno, così che emerga il nostro vero io. Sembra difficile, addirittura impossibile se consideriamo che abbiamo trascorso tutta la vita in balia dei pensieri. Non bisogna infatti commettere l’errore di credere che si possa smettere di pensare da un momento all’altro. 

Prima di arrivare a questo, c’è un altro passaggio importante da fare: occorre imparare a essere ottimisti, ad avere un pensiero positivo. Perché? Se proviamo a riflettere sulla tipologia di pensieri che abbiamo quotidianamente ci rendiamo conto che essi sono per lo più negativi, legati a preoccupazioni, ansia, stress e indecisione. Pensieri che non ci appartengono davvero e che riescono a fare breccia nella nostra mente proprio a causa del pessimismo in cui viviamo, in cui la società stessa ci ha abituato a vivere. Se vogliamo smettere di farci dominare dalla negatività e di essere schiavi del pensiero, pensare positivo è un ottimo inizio, che ci aiuterà ad avvicinarci sempre di più al silenzio mentale e che ci condurrà a riprendere il controllo della nostra vita.
Possiamo continuare a lasciare che la nostra mente vada alla deriva, lasciandoci trasportare da correnti avverse, oppure possiamo decidere di tenere ben saldo il timone e spingerla sin oltre l’orizzonte, dove si trova il tesoro più grande: la libertà.


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