Che cos'è un Secondo Cervello?
Pubblicato
2 anni fa
Leggi in anteprima un estratto del libro "Il Tuo Secondo Cervello" di Tiago Forte
Le informazioni sono i mattoni fondamentali di tutto ciò che intendete fare.
Portare a termine un progetto al lavoro, trovare un nuovo impiego, sviluppare una nuova competenza o avviare un'attività sono tutte cose che richiedono di cercare e utilizzare le informazioni giuste.
Successo professionale e qualità della vita dipendono direttamente dalla capacità di gestire le informazioni in maniera efficace.
Secondo il New York Times, oggi il consumo giornaliero medio di informazioni per persona ammonta alla mirabolante quantità di 34 gigabyte.' Un altro studio citato dallo stesso giornale stima che ogni giorno consumiamo l'equivalente di 174 quotidiani: un numero cinque volte superiore rispetto al 1986.
Anziché darci più potere, spesso questo profluvio di informazioni ci travolge. Tale sovraccarico si è trasformato in «esaurimento da informazioni», che affatica le nostre risorse mentali e ci trasmette la costante ansia di dimenticare qualcosa.
L'accesso istantaneo alla conoscenza del mondo attraverso Internet avrebbe dovuto istruirci e informarci, invece ha creato un deficit di attenzione in tutta la società.
Secondo una ricerca di Microsoft, un dipendente statunitense trascorre in media 76 ore all'anno cercando appunti, oggetti o file fuori posto.
Un rapporto dell'International Data Corporation ha rilevato che il 26 per cento della giornata di un lavoratore tipo nel settore della conoscenza è dedicato alla ricerca e al consolidamento di informazioni sparse in tutta una varietà di sistemi. E incredibilmente, solo il 56 per cento delle volte è in grado di trovare le informazioni necessarie per svolgere il proprio lavoro.
In altre parole, andiamo al lavoro cinque giorni alla settimana e passiamo in media più di un giorno a cercare le informazioni necessarie per lavorare, ma la metà delle volte non ci riusciamo nemmeno!
È giunto il momento di aggiornare la nostra memoria paleolitica. È ora di riconoscere che non possiamo più «usare la testa» per memorizzare tutto ciò che ci serve e che dobbiamo affidare il compito di ricordare alle macchine intelligenti.
Dobbiamo riconoscere che le esigenze cognitive della vita moderna aumentano di anno in anno, solo che noi stiamo ancora usando lo stesso cervello di duecentomila anni fa, quando sugli altopiani dell'Africa orientale comparve l'Homo sapiens.
Ogni briciola di energia che spendiamo per ricordare le cose è energia che non impieghiamo per elaborare quel tipo di pensiero che solo gli esseri umani sanno produrre: inventare cose nuove, creare storie, riconoscere schemi, seguire il nostro intuito, collaborare con gli altri, studiare argomenti nuovi, elaborare piani, sperimentare teorie.
Ogni minuto trascorso cercando di destreggiarci mentalmente fra tutte le cose che abbiamo da fare ci lascia sempre meno tempo da dedicare ad attività più appaganti come cucinare, prenderci cura di noi stessi, coltivare le nostre passioni, riposarci e passare del tempo con i nostri cari.
C'è però un punto da considerare: ogni cambiamento nel modo di usare la tecnologia richiede un cambiamento anche nel modo di pensare.
Per mettere adeguatamente a frutto la forza di un Secondo Cervello dobbiamo instaurare un nuovo rapporto con le informazioni, con la tecnologia e con noi stessi.