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Che cos'è il perdono?

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Perdonare gli altri, perdonare se stessi" di Amelia Fleurot e impara a trasformare la sofferenza in liberazione

Nell'immaginario collettivo il significato del perdono è stato distorto e impoverito, tanto che molti lo considerano un atto di debolezza o di oblio. Alcuni rifiutano di perdonare per paura che ciò possa dare adito a nuove sofferenze.

Ma cos’è davvero il perdono?

Prima ancora di discutere sul modo di perdonare o sui benefici di tale atto, è opportuno interrogarsi sulle sue origini. Saranno queste a permetterci di definire il vero significato del perdono e la sua evoluzione nel corso dei secoli.

Indice dei contenuti:

L'origine del perdono

La nozione del perdono ha avuto un significato diverso a seconda dell’epoca e del contesto in cui il termine è stato adoperato.

In origine era legato a un precetto religioso. Nel caso della religione giudeo-cristiana, esso si riferiva a due concetti chiave:

  • la ricerca del perdono in quanto mezzo di redenzione, che portava i peccatori a confessarsi in modo da ottenere l’assoluzione dei loro peccati, nella speranza di diventare esseri migliori e degni di entrare in paradiso;
  • la necessità di perdonare il prossimo, indipendentemente dalla gravità del peccato, per essere dei buoni cristiani.

La nozione si è poi staccata da questo aspetto religioso, per evolvere verso un’idea più globale che, secondo il dizionario Larousse, esprime l’“indulgenza nei confronti di una colpa; [la] remissione di un’offesa”.

Nella nostra società, possiamo distinguere due aspetti del perdono:

  • il perdono quotidiano, che formuliamo per educazione, senza la necessità di un pensiero o uno sforzo particolare. Per esempio, può trattarsi dello “Scusi” formulato in fretta, quando urtiamo qualcuno in metropolitana, o quando siamo maldestri. In ciò è più simile a un semplice gesto di cortesia, che ci permette di vivere meglio accanto agli altri;
  • il cosiddetto perdono eccezionale, che è per definizione più raro e difficile da concedere. Avviene in risposta a una ferita, a un atto negativo più o meno intenzionale. È su quest’ultimo che ci concentreremo, con l’obiettivo di capire come riuscire a perdonare ed essere perdonati.

Ancora oggi, la questione del perdono divide le persone. Essa oppone coloro che ne sottolineano la necessità come atto di libertà e tolleranza a quanti lo considerano un segno di debolezza e credulità, o addirittura un’illusione, e sostengono l’idea che il vero perdono non esista.
E nostra intenzione sfumare i due punti di vista per interrogarci sul ruolo del perdono nella società e sull’importanza di quest’atto nella nostra esistenza.

Come perdonare?

Perdono, istruzioni per l'uso

Ora che abbiamo discusso più in dettaglio la sua natura, viene il passo più delicato: come perdonare? Se in teoria tutti vorremmo cancellare il dispiacere e le parole infelici, alcuni tradimenti sono talmente gravi che semplicemente  non riusciranno a trovare la forza o i mezzi per perdonare.

Come avviene per l'elaborazione del lutto, per essere pienamente efficace il perdono richiede di seguire un percorso specifico, senza bruciare le tappe.

A questo proposito, il dottor Frederic Luskin, direttore del Progetto Perdono all'Università di Stanford, suggerisce i seguenti nove passi. 

  • Prendersi il tempo necessario per analizzare la situazione e ciò che ha causato la ferita.
  • Fare tutto il possibile per sentirsi meglio, per se stessi, non per gli altri.
  • Chiedersi se si è feriti dalla situazione attuale o dal ricordo di una vecchia ferita, e concentrarsi sul presente.
  • Gestire e incanalare lo stress per il bene del corpo e della mente (attraverso il rilassamento, lo yoga...).
  • Non dipendere dagli altri per trovare amore e appagamento, non aspettarsi che stessi l'iniziativa per essere felici.
  • Concentrare i pensieri e l’energia sugli obiettivi futuri, anziché pensare al passato.
  • Non cedere all’impulso di restituire il male che è stato fatto, cosa che alimenterebbe solo il rancore, ma lavorare per avere una vita migliore e aprirsi a nuovi amori e amicizie che possano rendere felici.
  • Accettare il fatto che è una prova come un’altra che fa parte dell’esistenza, e cercare di trarne un insegnamento che possa servire in futuro.

Se affrontare ognuno di questi passi è un processo lungo e a volte difficile, si tratta però di un percorso formativo e liberatorio, perché non riuscire a perdonare significa tenere aperta la ferita e circondarsi di una negatività che impedisce di andare avanti.

Non credere che quest’atto sia fuori dalla tua portata; concediti il tempo necessario per prenderlo in considerazione, e soprattutto ricorda che è per te che fai questo sforzo. Come un muscolo su cui si lavora, con il tempo riuscirai a modellare la tua capacità di perdonare e a renderla più naturale.

Ammettere la colpa

Per perdonare così come per riconciliarsi, è necessario prendere coscienza del fatto che è stata commessa una colpa. Questo primo passo richiede non solo che l’altra persona lo riconosca, ma anche che tu stesso guardi dentro di te. Spesso, per orgoglio, è difficile ammettere quanto l’altra persona ci abbia ferito, soprattutto quando, spinti da rabbia e delusione, la consideriamo indegna del nostro interesse.

Decidere di perdonare

La prima cosa da ricordare è che il perdono non comporta necessariamente la riconciliazione. È del tutto possibile perdonare un atto, una parola o un tradimento senza dover o voler continuare la relazione, che sia un amore o un’amicizia.

In questo senso, si tratta di un cammino che è senz’altro possibile intraprendere da soli, perché se la riconciliazione si fa insieme, il perdono è una scelta che si opera a partire da se stessi. Si sceglie di perdonare, di liberarsi dal dolore e dal risentimento, e per farlo non è necessario aspettare che sia l’altra persona a fare il primo passo.

Tuttavia, in alcuni casi chi è in difetto, prendendo coscienza delle sue azioni, potrebbe spontaneamente chiederti perdono. In tal caso puoi scegliere se andargli incontro o meno. Premesso che la decisione dipende interamente da te, e non sei obbligato ad accogliere la sua richiesta, chiediti qual è il motivo del tuo rifiuto.

È un eccesso di orgoglio? La ferita è ancora troppo recente? Hai paura di aprire la porta a nuove delusioni? Hai dei dubbi sulla sincerità delle sue scuse?

È opportuno prendersi il tempo necessario a soppesare queste domande e dare una risposta. In alcuni casi, se l’affronto è stato troppo grande o ha colpito i principi che più ti stanno a cuore, la riconciliazione è impossibile. Ma questo non ti impedisce di perdonare e di liberarti dal tuo peso. Per ottenere il perdono con maggiore facilità, tieni presente che:

  • non devi niente all’altra persona: spesso sentiamo dire che chi ci ha fatto torto non merita il nostro perdono, ma ciò significa, ancora una volta, confondere quest’ultimo con la riconciliazione. A causa della gravità del tradimento, puoi decidere che una persona non debba avere più un posto nella tua vita, ma ciò nonostante hai la facoltà di perdonarla. In questo modo, non stai facendo un favore a lei, ma a te stesso;
  • perdona per gli altri, ma soprattutto per te stesso: come abbiamo visto, perdonare è il modo migliore per smettere di concentrarsi sulla negatività e non lasciare che il rancore o la perdita di fiducia corrodano il tuo futuro;
  • il perdono non è un atto di debolezza: prendendo la decisione di perdonare scegli innanzitutto di superare l’affronto e andare avanti, senza negare la ferita che ti è stata fatta. Più profondo è il dolore, più difficile può essere questa decisione, specialmente se l’altro non si scusa.

Pertanto, una volta presa questa risoluzione, bisogna fare attenzione a non bruciare le tappe. Capire l’altro e le sue motivazioni può essere di grande aiuto per decidere se perdonare o meno.

Comunicare per capire

Una volta fatto il necessario passo indietro, è importante iniziare un dialogo con l’altra persona per spiegare il problema e chiarire l’impatto che le sue azioni hanno avuto su di te, ma anche per chiedergliene il motivo. E quindi indispensabile che tu sia certo della decisione effettiva di perdonare, evitando di cogliere l’occasione per vendicarti o abbandonarti ai peggiori insulti.  Anche se sei certo del torto che l’altro ha commesso, la tua capacità di ascolto gli renderà più facile aprirsi con te e non avvelenerà la situazione. In questo modo, le scuse formulate saranno ancora più sincere. Se invece ti mostri aggressivo, l'altra persona risponderà imitando il tuo atteggiamento, anche se all'inizio era disposta a scusarsi. Quindi, se ti sembra ancora troppo difficile mantenere un contegno positivo e calmo e rimanere aperto, non preoccuparti, prenditi tutto il tempo che occorre e rimanda il confronto.

In alcuni casi, sarà semplicemente impossibile per te impegnarti nel dialogo (dopo un decesso o un'aggressione da parte di un estraneo, per esempio). Il perdono sarà allora un viaggio interiore, dovrai percorrerlo da solo per fare pace con te stesso e staccarti dalla paura e dalla rabbia. Questo caso complesso richiede molta forza e pazienza, e la sua gestione si basa su due pilastri: 

  • essere consapevole che la tua identità è qualcosa di più del danno che hai subito;
  • circondarti di persone positive e amorevoli che ti aiuteranno ad andare avanti.

Quest’ultimo, però non dev’essere a senso unico. Per evitare di cadere nella trappola del falso perdono e prevenire futuri malintesi, è importante capire le azioni dell’altra persona. Per farlo, cerca di metterti nei suoi panni, un esercizio difficile ma necessario che ti permetterà anche di fare un passo indietro rispetto alla situazione. Nella maggior parte dei casi, infatti, chi ti sta vicino, che sia il tuo coniuge, i tuoi amici o la tua famiglia, non ha agito con l’obiettivo di farti del male, ma piuttosto per goffaggine o incoscienza. Comprendendo la ragione delle loro azioni, sarai maggiormente in grado di perdonarli e conoscerai meglio te stesso, il che sarà vantaggioso nella nuova piega che prenderà la tua relazione. E se risulterà che le intenzioni di quella persona erano effettivamente malvagie, allora saprai come stanno le cose e potrai allontanarla, se necessario.


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