Bocca in salute
Pubblicato
1 anno fa
La Redazione di Macrolibrarsi
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I consigli del dentista naturale per avere denti, gengive e bocca perfetti e contrastare i disturbi più comuni del cavo orale
L’igiene della bocca è importante per prevenire non solo carie e placca, ma anche tante malattie che possono influire sul benessere quotidiano. La carie, la retrazione gengivale, o le gengive che sanguinano si possono infatti prevenire con una semplice routine quotidiana e piccoli accorgimenti nella vita di tutti giorni. In che modo? Ne parliamo con il dottor Giacomo Figà, Direttore Sanitario del Centro di Odontoiatria Naturale di Rapallo, conosciuto anche come “il dentista che ha dichiarato guerra alla carie” con strategie e routine naturali e quotidiane.
Carie: previenila con l’alimentazione alcalina
Sai che l’alimentazione è fondamentale per contrastare la formazione di carie, placca e tartaro? Non è solo il famigerato zucchero a danneggiare i denti, ma anche un’alimentazione a base di cibi che acidificano il nostro organismo.
Spiega il dottor Figà che «I cibi acidi possono infatti erodere lo smalto dei denti, rendendoli più facilmente attaccabili dalla carie». Fra gli alimenti che andrebbero moderati o evitati ci sono, dunque, zucchero (e tutto ciò che lo contiene), agrumi, pomodori e solanacee, aceto, bibite gassate, caffè, cereali raffinati, latticini, frutta secca, carni rosse ecc. La dieta alcalina è talmente utile per il contrasto della carie che viene affiancata come terapia al trattamento di ozonoterapia, la moderna tecnica, descritta nel numero 76 di Vivi Consapevole, che elimina le carie di piccole dimensioni.
«L’alimentazione alcalina aiuta la re-mineralizzazione del dente – spiega il dottor Figà – soprattutto dopo essere stato sottoposto a ozonoterapia. Questo perché in un ambiente alcalino il calcio si deposita più facilmente nei tessuti duri, mentre in un ambiente acido, favorito da un’alimentazione a base di cibi acidi, il calcio viene più facilmente disperso».
La routine per una perfetta igiene orale
Come orientarsi nella grande giungla di prodotti ormai ovunque per la cura dell’igiene orale? Dentifrici, collutori e altri accessori che tutti abbiamo in casa, non sono tutti uguali e non tutti vanno bene. Per una corretta igiene orale olistica, come la definisce il Direttore Sanitario serve: «Un dentifricio che sia senza fluoro, senza sapone e senza parabeni. Il mio preferito, che consiglio ai miei pazienti, è quello che contiene probiotici per la salute del microbioma orale. Se la flora batterica della bocca non è in equilibrio può facilitare una serie di patologie che interessano bocca, denti e gengive. Il dentifricio con probiotici è consigliato per prevenire le malattie infettive di tutto il cavo orale».
L’igiene orale è inoltre indispensabile per contrastare l’accumulo di cibo, batteri e altro materiale che può contribuire a sviluppare infiammazioni
– come gengiviti – ma anche placca e tartaro.
Quindi dopo lo spazzolino, l’igiene orale deve essere completata dall’uso del collutorio e del filo interdentale. Quest’ultimo però non è sempre adatto a tutti, come si spiega il dottor Figà: «Una corretta igiene orale è indispensabile per contrastare lo scollamento delle gengive che può favorire retrazione gengivale. La causa, nella maggior parte dei casi di scollamento del colletto gengivale, è una eccessiva igiene orale, che può essere anche fatta in maniera troppo aggressiva. È rarissimo, per quanto possa sembrare strano, che ci siano scollamenti dovuti a tartaro o a cattiva igiene orale.
Da una igienista maestra di yoga australiana abbiamo accolto il suggerimento di pulire il colletto dei denti (la parte più vicina alla gengiva) non con lo spazzolino normale ma con il monociuffo morbido. In questo modo il pericolo dello spazzolamento troppo aggressivo viene eliminato e quel tratto di dente si pulisce in maniera più gentile. Può essere abbinato anche all’uso di un olio essenziale che aiuta a mantenere l’igiene orale, come la Lavanda o la Menta. Con queste accortezze la gengiva non si ritrae più. In caso di scollamento severo, ci possono essere diversi metodi per riposizionare la gengiva».
Lo scovolino è meglio
«Negli anni di pratica clinica – prosegue Figà – mi sono reso conto che le carie hanno subito delle modifiche: quando ho cominciato la mia attività erano semplici, facilmente visibili. Ora invece è come se si nascondessero: ci sono un sacco di carie fra un dente e l’altro o sulle radici sono che spesso difficili da scorgere». Una ipotesi sul motivo per cui si sia verificato questo cambiamento il dottor Figà ce l’ha, che prosegue: «Non c’è certezza, posso solo ipotizzare che possa essere dovuto al tipo di alimentazione, ma anche a un errato uso del filo interdentale. Questo, infatti, è un’arma a doppio taglio: è stato consigliato per decenni dai miei colleghi ma non è stata una cosa positiva. Il filo va a pulire fra un dente e l’altro ma rischia di scendere troppo. Quando questo avviene porta del cibo in profondità che non viene rimosso. Inoltre, se c’è un passaggio stretto fra un dente e l’altro, si rischia di dare una “frustrata” alla gengiva. A mio parere l’uso indiscriminato del filo interdentale e le problematiche che il suo uso comporta hanno aumentato la formazione di carie alla radice del dente, anche se non ho fatto studi in questo ambito, e non c’è certezza assoluta.
Per evitare questo incidente, però, preferisco consigliare ai miei pazienti l’uso dello scovolino, che ha un movimento orizzontale piuttosto che verticale e quindi evita che il cibo vada a depositarsi alla base del dente e non rischia di danneggiare la gengiva».
Salute dei denti e smartphone
La carie ha cause multifattoriali: giusto dunque intervenire con alimentazione e igiene orale ma in un approccio olistico, come quello del dottor Figà, ci sono altri due fattori da tenere in considerazione.
Uno è sicuramente lo stress, che non si può non tenere in considerazione e che può influire sulla maggiore produzione di carie dei denti, l’altro, invece, è l’inquinamento elettromagnetico.
Ecco la spiegazione del dottor Figà a questo proposito: «La formazione della carie alla radice e fra i denti corrisponde alla zona in cui teniamo il cellulare quando lo usiamo per telefonare e non utilizziamo le cuffie con il filo . Ovviamente, nemmeno in questo caso ci sono dati certi, però io consiglio ai miei pazienti di usare le cuffie quando devono telefonare, in modo da minimizzare i rischi che l’uso dello smarthphone ha su tutto l’organismo.
L’uso diretto del cellulare a contatto con l’orecchio sarebbe da evitare in particolar modo in presenza di impianto al titanio, perché rischia di fare da antenna. Per fortuna oggi la maggior parte delle persone usa le cuffiette. Si tratta di fattori comuni nel nostro stile di vita che possono interferire con la salute dei denti».
A supporto delle ipotesi del dottor Figà ci sono alcuni studi scientifici che si sono proprio concentrati sui danni che cellulari e smartphone possono avere sulla salute del cavo orale: uno di questi ha messo in evidenza che l’uso assiduo del cellulare, senza vivavoce o cuffie, ha contribuito a creare cambiamenti nella saliva (che risulta essere più povera di albumina e di amilasi. Mentre l’albumina protegge dalla carie, l’amilasi combatte i batteri nocivi della bocca e nella ghiandola parotide), sebbene servano maggiori studi per determinare se possa favorire anche effetti collaterali a denti, gengive e mucosa della bocca1.
Concludendo il dottore illustra i benefici della dentosofia che egli stesso applica ai suoi pazienti in certe occasioni: «La visione dentosofica può essere utile per favorire il raddrizzamento dei denti con apparecchi dentosofici, sia per una più profonda interpretazione della carie: ogni dente ha un suo vissuto psicologico, per cui la formazione in quel preciso dente può dare indicazioni sul motivo psicologico che è alla base. Succede che arrivano dei pazienti che hanno dolori in un dente che alla radiografia è sano: in quel caso sfrutto le conoscenze della dentosofia, per spiegare perché si crea un allarme che si tramuta in un dolore al dente. Devo dire che finora non ha mai sbagliato: quando il paziente si rende conto della causa psicologica, il dolore può diminuire».
A conclusione della nostra interessante chiacchierata con il dottor Figà ci rendiamo conto che ci vorrebbero più dentisti come lui e che è un peccato che il suo Centro sia in un’altra regione.