Bambini in salute
Pubblicato
7 anni fa
Le strategie della prevenzione primaria per garantire ai nostri bambini un presente e un futuro di benessere psico-fisico: intervista al dottor Roberto Gava
Il dottor Roberto Gava ha dedicato la sua vita allo studio, alla ricerca, alla divulgazione e alla professione medica. Ha fatto della prevenzione primaria e dell’integrazione delle medicine non convenzionali nella professione medica i cavalli di battaglia del suo operare sia come medico che come divulgatore, occupandosi di alimentazione, igiene e stile di vita, stress e malattia, vaccinazioni di massa.
Proprio per le sue posizioni cautelative nei confronti della pratica vaccinale di massa è stato recentemente oggetto di un procedimento di radiazione dall’albo professionale dei Medici, cosa che non gli sta impedendo di continuare il suo lavoro di divulgazione.
E infatti è recentemente uscito il suo ultimo libro Bambini sani oggi. Dedicato alla prevenzione primaria in ambito pediatrico, il libro risulta una vera e propria “mappa della salute” che ogni genitore dovrebbe avere in mano, sia per meglio comprendere i segnali di salute e malattia del proprio figlio, sia per adottare le migliori strategie per fortificare il suo complesso sistema corpo-mente-spirito.
Dottor Gava, in questo numero di Scienza e Conoscenza abbiamo raccolto diversi articoli che ci forniscono un quadro molto chiaro di quanto il nostro corpo sia esposto a inquinanti ambientali e farmacologici sconosciuti fino a un paio di generazioni fa. Nel suo libro lei paragona il bambino a un “bicchiere”: ci puoi spiegare questa metafora e qual è il rischio a cui i bambini di oggi sono maggiormente sottoposti rispetto al recente passato?
Mi sono inventato questa metafora circa cinque anni fa per spiegare che un bambino (ma questo concetto non è età-dipendente) si può rappresentare come un “bicchiere” la cui capienza simboleggia la capacità di sopportazione e di compensazione di tutti gli squilibri o i danni che lo interessano.
Nel “bicchiere” di ogni bambino cadono tanti liquidi con caratteristiche e qualità diverse che sono espressione dei numerosi fattori patogeni che lo colpiscono. Se il “bicchiere” è grande, sopporta/compensa molte condizioni patogene per molto tempo, ma se il “bicchiere” è piccolo (o il carico del danno patogeno che lo colpisce è eccessivo per lui) il suo grado di sopportazione/compensazione si riduce e quando il “bicchiere” è pieno e trabocca, il liquido si spande all'esterno, cioè lo squilibrio o la malattia si evidenzia esternamente con sintomi e/o segni clinici evidenti.
Oggi, il “bicchiere” di un bambino inizia a ricevere fattori squilibranti prima ancora di nascere. Infatti, prima della gravidanza i genitori e durante la gravidanza la madre, passano al figlio molte debolezze e squilibri causati da:
- fattori genetici, con le relative debolezze o patologie ad essi connesse;
- fattori psicologici, cioè il modo di pensare e l’energia biologica vitale dei genitori nel momento del concepimento e della madre durante la gravidanza;
- stress psico-fisici personali, familiari, lavorativi, sociali;
- alterata igiene di vita, specie gli errori alimentari, le conseguenze psico-fisiche di uno scarso movimento o di uno scarso riposo notturno, ecc;
- patologie acute o croniche o un eventuale intervento chirurgico in anestesia generale;
- usi e abusi farmacologici, specie di farmaci ad azione squilibrante il sistema immunitario;
- inquinamento ambientale, con le sue conseguenze tossiche in entrambi i genitori o nella madre durante la gravidanza.
Se ci pensiamo bene, molti di questi fattori non esistevano fino a poco tempo fa, oppure erano molto meno intensi di oggi: è per questo che i bambini di oggi sono più a rischio. Ovviamente, i suddetti fattori patogeni, adattati al comportamento del bambino stesso, agiscono in lui anche dopo il concepimento e dopo la nascita.
Ora dobbiamo chiederci: cosa può far traboccare il “bicchiere” del nostro bambino?
La risposta è semplice. Il “bicchiere” trabocca a causa degli stessi fattori che abbiamo appena citato: una qualsiasi azione, malattia o fattore che oltrepassi i limiti di sopportazione dell’organismo del bambino e che agisca specialmente sul suo sistema immunitario.
Tutti i genitori hanno a cuore la salute dei propri figli e vogliono il meglio per loro. Pensiamo che ogni avanzamento della scienza medica rappresenti un miglioramento, per cui la maggior parte dei neo-genitori accetta con entusiasmo la mole di esami e di indagini oggi proposte dal concepimento alla nascita (indagini prenatali, esami neonatali ecc.). Quali sono i risvolti negativi di percorsi gravidanza, parto e post parto ormai completamente medicalizzati?
I genitori dovrebbero essere informati in particolare dei rischi di una gravidanza in età avanzata, dell’importanza (relativa) e delle controindicazioni della diagnosi prenatale e dei rischi della fecondazione medicalmente assistita, ma anche dello stress che molti, troppi esami proposti provocano alla donna in stato interessante.
Dal primo mese di gravidanza è tutto un esame. Ciò che in passato era fisiologico, ora è affidato alla scienza medica dal primo all’ultimo giorno. Il ginecologo e l’ostetrica curano, danno indicazioni, usano strumenti e tendono a monitorare il bambino il più possibile.
Però questo approccio è veramente necessario solo per una piccola minoranza di parti. Perché non ritorniamo a selezionare i casi e a essere interventisti solo dove veramente serve?
Certo, in questo modo il medico si deve assumere delle responsabilità nell’operare una scelta, ma questo è il vero senso della missione medica.