Bagno a secco anche in città
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3 anni fa
Sprechiamo 80 litri al giorno di acqua per diluire la nostra cacca e pipì e inquinare irreparabilmente l’ambiente, il compost toilet è una soluzione ecologica e praticabile
L’architetto e artista visionario austriaco Friedrich Hundertwasser scriveva: «Quando andiamo alla toilette, chiudiamo da dentro e sciacquiamo via la nostra merda, ci tiriamo una riga sopra. Perché ci vergogniamo?
Di cosa abbiamo paura? Quello che succede alla nostra merda in seguito, noi lo rimuoviamo come la morte». Cosa accade alla nostra cacca e alla nostra pipì tutte le volte che ci sediamo sul water è presto detto e ce lo racconta bene Marco Barberi nel libello Ecologia al gabinetto (Macro Edizioni/ Aam Terra Nuova 1989): «La situazione attuale dei nostri servizi cosiddetti igienici è la seguente:
- diluire con acqua potabile urina e feci nel vaso del wc;
- riversare il tutto in un tubo;
- convogliarlo fino a un depuratore che si suppone possa trattare e rendere innocuo il tutto, cosa che, praticamente, non è quasi mai
possibile; - scaricare il residuo a fiume o nel mare;
- ripompare l’acqua;
- renderla più o meno potabile, a costi e a complessità sempre crescente;
- reimmetterla nel circuito da capo. Logico, no?».
SPRECO D’ACQUA E INQUINAMENTO
Ogni anno ognuno di noi consuma 29.000 litri di buona acqua potabile per diluire e allontanare dalla propria vista, casa, quartiere, città una quantità di rifiuti personali che starebbero in due bidoni da 220 litri. Se ci pensiamo, il vaso da notte, la sedia con il
buco, il pozzo nero e infine il water possono raccontare non solo l’evoluzione dei sistemi sanitari del mondo occidentale, ma soprattutto il degrado ambientale e la deresponsabilizzazione – dilagante in ogni campo – che sono sotto gli occhi di tutti.
Il grande consumo di acqua è il primo difetto dell’amato wc, il secondo è, appunto, l’inquinamento. «Il solo contenuto in escrementi – continua Barberi –basta, su scala cittadina, a inibire quel tanto di autodepurazione di cui è capace un corso d’acqua o lo stesso mare. L’alto contenuto in batteri e in azoto modifica l’equilibrio intrinseco delle acque, la flora e la fauna acquatica in senso negativo e talvolta annulla il contenuto di ossigeno disciolto. Finisce inoltre nei wc una serie di sostanze diverse come detersivi, disinfettanti, altre sostanze chimiche, antibiotici. Tutta questa massa e varietà di prodotti impedisce il funzionamento dei pochi depuratori
seri installati. Le feci sarebbero anche depurabili per se stesse, attraverso l’intervento di batteri vari e l’ossigenazione. I vari prodotti chimici e sintetici impediscono di fatto questo processo».
COMPOST TOILET
La scelta alternativa a questo tipo di sistema è quella del compostaggio e quindi del compost toilet o bagno a secco: il principio base è quello di non utilizzare l’acqua per diluire e trasportare gli escrementi, che verranno trattati in maniera naturale ed ecologica. Il compostaggio esiste in natura da sempre – pensiamo al sottobosco, dove attraverso la decomposizione in terriccio di foglie, frutti, piante si produce uno spesso strato di humus.
Il compostaggio può essere di tipo anaerobico (senza aria) o aerobico (in presenza di aria): quest’ultimo permette la trasformazione delle feci e dei vari residui in un prodotto stabile, utile per i terreni e sanitariamente sicuro. Nel libro di Marco Barbieri sono presentati tantissimi progetti in autocostruzione di compost toilet ad uno domestico e familiare, ma quella dell’autocostruzione non è l’unica via possibile e non dobbiamo pensare che si tratti si sistemi utilizzabili solo in campagna o nei Paesi in via di sviluppo.
SPRECO D’ACQUA E INQUINAMENTO
Quella del bagno a secco è una rivoluzione applicabile anche ai contesti cittadini. Nel 2015 ho soggiornato per un mese in un cohousing alla periferia di Ginevra in Svizzera: un contesto di due edifici gemelli, ognuno composto da 13 appartamenti, suddivisi tra piano terra, primo e secondo piano.
I due piccoli condomini hanno un giardino comune a tutti gli appartamenti, che ospita aiuole in permacultura in cui crescono zucchine, pomodori, zucche, erbe aromatiche, melanzane e di cui i condomini si prendono cura secondo turni stabiliti. Altri servizi in comune sono la lavanderia, una sala comune con cucina e videoproiettore per feste e riunioni, una camera degli ospiti, un barbecue esterno, una rimessa per le numerosissime bici con annessa falegnameria, il pollaio, le compostiere. Ogni edificio è dotato di un sistema di fitodepurazione delle acque bianche, ragion per cui tutti i detergenti per la casa e a persona che vengono utilizzati negli appartamenti devono essere naturali e biodegradabili.
Il tratto maggiormente distintivo del complesso è sicuramente il fatto che gli appartamenti sono dotati unicamente di compost toilet, che trattano i rifiuti solidi umani attraverso processi di compostaggio e disidratazione, ottenendo un prodotto finale che può essere utilizzato come ottimo concime. Questi sistemi, come abbiamo visto, non necessitano né di acqua né di prodotti chimici e non devono essere collegati al sistema fognario.
In casa a prima vista nulla cambia rispetto a un water tradizionale, solo che invece che tirare l’acqua non bisogna fare proprio nulla, solo aggiungere segatura e foglie secche una volta a settimana. La cosa incredibile è che non si sente alcun tipo di odore, anzi spesso la stanza da bagno è invasa da un buon profumo di bosco, dato dalla presenza del bidone delle foglie secche e della segatura che sosta vicino al wc. Con questo tipo di sistema, il risparmio d’acqua potabile è stimato in 11.000 litri per persona all’anno, un dato veramente incredibile a cui si aggiunge il ridotto impatto ambientale di questo sistema, che anzi produce un ottimo compost utilizzabile in agricoltura.