Arti Marziali: perché praticarle e come scegliere quella più indicata per le proprie necessità
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4 anni fa
Arte - l’insieme delle regole che servono per svolgere un’attività umana con determinati risultati;
Marziale - nell’attività e negli addestramenti sportivi, denominazione che comprende le varie forme di lotta per la difesa personale di origine orientale, quali il judo, il karate, il kendō, il jujutsu, il kung fu, ecc...
Le arti marziali sono, dunque, la capacità di agire con determinati risultati nelle varie forme di difesa personale di origine orientale.
Agire con determinati risultati cosa significa? Quali possono essere i risultati a cui portano le arti marziali?
Dopo 12 anni di pratica marziale personale, che ha visto presenti differenti stili, mi sento di potervi riportare la mia esperienza per guidarvi in questo meraviglioso mondo e rispondere a questi due grandi interrogativi.
In questo articolo parlo di:
Perché praticare Arti marziali?
Sono cresciuta sul tatami.
Odi ed amo. Come per tutto, ci sono state tante giornate nelle quali mi sarei evitata volentieri una pratica, ma i momenti di gioia, fatica (gratificante) e condivisione, hanno superato di gran lunga le giornate “no”.
A chi vuole avvicinarsi alla pratica marziale, non posso che portare due termini che, per la mia esperienza, vanno ad accumunare tutte le arti:
disciplina e partecipazione
Se, come canta Gaber, “libertà è partecipazione”, allora le arti marziali sono ufficialmente sinonimo di libertà. Libertà di espressione. Libertà di pensiero. Libertà di essere.
Sul tatami non si è giudicati e non ci si sente differenti dall’altro.
Sul tatami si è tutti uguali, si collabora e si “combatte” portando la più alta forma di espressione umana possibile: il rispetto.
Un Maestro (ho scritto volontariamente questo termine con la maiuscola) che si possa definire tale, è colui che guida i propri allievi nella ricerca del vero sé per poi poter esprimere il proprio potenziale massimo nel rispetto degli altri individui.
Nelle arti marziali non c’è spazio per l’invidia, né per l’astio: il tatami è uno spazio sacro nel quale si combatte fra compagni per poter dare il meglio di sé, non solo nel luogo di allenamento, ma soprattutto fuori da esso.
Il Maestro è colui che aiuta gli allievi a ricordarsi che non c’è differenza fra la mia persona e l’altro, ma che siamo tutti uguali e tutti guardiamo allo stesso obiettivo: migliorare noi stessi.
Nelle arti marziali la disciplina risiede nel rispettare i propri Maestri e compagni osservando le regole che vigono sul tatami, mentre la condivisione è ciò che nasce naturalmente fra Maestro ed allievi, non solo nel rapporto insegnamento-apprendimento, ma anche nel supportarsi a vicenda nella crescita tangibile e spirituale.
Non c’è da meravigliarsi, infatti, se fra Maestro e praticanti si instauri un ottimo rapporto di amicizia e rispetto anche al di fuori del tatami.
Come scritto in precedenza, non esiste un’età nella quale è più opportuno cominciare a praticare Arti Marziali, perché il momento giusto è sempre lo stesso: ORA.
Se si è genitori, non bisogna obbligare il proprio figlio/a a praticare Arti Marziali, ma guidarlo/a nella scelta che sente più vicina a sé.
Sempre per la mia esperienza, mi sento di consigliare la pratica a chiunque voglia conoscersi nel proprio profondo, osservandosi attraverso una lente di rispetto, disciplina e crescita.
Di seguito, ecco alcune delle arti marziali che ho praticato:
Aikido
Da piccola, il mio primo grande amore è stato l’Aikido. Ho praticato per circa due anni questa incredibile arte e, per me, è stata di fondamentale importanza per gettare le basi del mio carattere.
L’Aikido è un’arte marziale tradizionale giapponese creata dal maestro Morihei Ueshiba (1883-1969), nel secolo scorso.
Questa arte affonda le sue radici nel Budo giapponese, l’arte militare dei samurai giapponesi, ma non si basa prettamente sul concetto di “attacco dell’altro”, bensì sull’idea di conoscere sé stessi per poi padroneggiare l’attacco del nemico consapevolmente.
La grande capacità dell’Aikido è quella di fornire gli strumenti per conoscere sé stessi in rapporto al mondo, di modo da rispondere agli stimoli esterni con adattamento (mi fletto, ma non mi spezzo) e consapevolezza.
Questa arte prevede anche l’utilizzo di armi quali: jō (bastone di legno), bokken (spada di legno) e tantō (coltello) ed una gerarchia definita dalla presenza delle cinture di grado.
Kick Boxing
Di nascita recente, mi ha accompagnata dall’adolescenza ai vent’anni inoltrati. Mi sento di dire che il mio Maestro di kick, di “nascita” aikidoka, sia stato un grande esempio di coerenza, rispetto e disciplina per tutto il periodo “turbolento” dell’adolescenza.
La kick-boxing ha radici che affondano nel karate e nasce come sport di contatto nel 1974 negli USA con il nome di full-contact karate. Si deve aspettare il 1981 per la definizione ufficiale di kick-boxing.
Questa arte non prevede l’uso delle armi, ma si utilizzano tecniche di calci e pugni vicini alle arti marziali tradizionali ed alla boxe. Anche nella kick c’è la presenza di una gerarchia e delle cinture.
Per approfondire, puoi leggere:
Viet Vo Dao
L’arte marziale nazionale vietnamita mi ha accolta calorosamente nella sua famiglia per due anni. In questa esperienza ho avuto l’opportunità di conoscere persone splendide e studiare la sua incredibile storia, riconnettendomi ai principi marziali dopo due anni circa di inattività marziale.
Viet Vo Dao significa letteralmente “via trascendente delle arti marziali” ed ha avuto origine dall’imperatore Hung Vuong primo nel 2879 a.c.
Il saluto recita “mano d’acciaio su cuore buono” ed il motto è “essere forte per essere utile”. Frasi che fanno capire la profonda attenzione che questa arte pone, non semplicemente ad un allenamento intenso, ma soprattutto all’intenzione di chi la pratica.
L’anzianità di tatami è segnata, anche in questo caso, da cinture (non colorate, ma con “strisce” apposte sulla cintura stessa) e si utilizzano armi quali la spada, la lancia e la sciabola.
Karate
Originario dell’isola di Okinawa, il karate è una pratica antica che affonda le sue radici nei combattimenti indigeni e nel quanfa cinese.
Il karate è un’arte che predilige l’utilizzo della mano e del corpo come strumento di difesa e nasce proprio in funzione ad un’invasione nemica dell’isola di Okinawa, per la quale gli abitanti non potevano usare né possedere oggetti che potessero stimolarne un’insurrezione (anche falci e bastoni).
Il fatto che sia stata tramandata in via orale ed in segreto, non permette di stabilire una vera e propria “data di nascita”, né chiaramente i filoni che si sono venuti a sviluppare nei secoli.
Io mi sono avvicinata al karate dopo il viet vo dao, praticandolo per circa tre anni e, sia la preparazione fisica che mentale, sono stati una grande fonte di ispirazione per definire il mio cammino di ricerca.
Anche in questa arte sono presenti cinture che definiscono il grado del praticante e, in alcune scuole, c’è la pratica con le armi.
Conclusione
Il mio consiglio è quello di scegliere di praticare non tanto per auto-difesa, ma per imparare a rispettare ed a conoscere sé stessi in funzione del mondo.
Le arti marziali sono una solida base per portare nel mondo un concetto di rispetto dell’altro e sono indicate in qualsiasi momento della vita. Non esiste un’arte marziale più “adatta” a qualcuno o meno, ma solo il fatto di trovare il proprio Maestro nel momento giusto.
Quando l’allievo è pronto, il Maestro compare