Arteterapia: in che modo favorisce creatività e benessere
Pubblicato
1 anno fa
Marcello Ferrara Corbari
Autore, scrittore e musicista
Come la pratica della bellezza attraverso la manipolazione di colori e materiali possono condurci verso il nostro vero sé
Conta più la pratica che la prammatica, recita un antico proverbio. E certamente nel caso dell’arteterapia il concetto è doppiamente veritiero. Perché quella dell’arte come cura è un’esperienza preziosa che ci permette di scavare nel nostro vissuto e nel tessuto delle nostre emozioni. In un modo che una qualsiasi analisi razionale ed analitica, condotta su pure basi linguistiche, non avrebbe potere di fare.
Il contatto diretto con forme, colori e materiali, e la loro libera manipolazione, rappresenta un punto di accesso privilegiato alle profondità della nostra psiche. Poiché libera energie e dinamiche emotive che in contesti più strutturati non ci daremmo il permesso di lasciar emergere.
Attraverso modalità creative che bypassano i normali filtri delle nostre rigidità paure e inibizioni la pratica della bellezza e dello stupore estetico ci conducono in maniera diretta al cuore pulsante della nostra soggettività. Per farci riemergere rinnovati e rigenerati. Ecco perché l’arteterapia è una disciplina ormai ritenuta imprescindibile nello sviluppo armonioso della personalità infantile, e non soltanto. Ma cos’è l’arteterapia e a chi è indirizzata?
Arteterapia: cos’è?
L’arteterapia è uno strumento terapeutico che consente a chi la pratica di esprimere un lato di sé molto profondo e di difficile accesso dal punto di vista cognitivo e verbale. Attraverso la creazione di manufatti e oggetti artistici estemporanei il soggetto si mette in gioco e disvela alcune parti del proprio subconscio che solitamente restano celate dinanzi ad altri tipi di interventi curativi.
Quando si parla di arteterapia ci si riferisce solitamente alle arti plastiche e pittoriche: disegno, pittura, ceramica, manipolazione di materiali vari, collage, creazioni di cartapesta ecc. Ma in senso più ampio possiamo includere anche musica, danza, teatro e poesia. Anche se per questo tipo di attività esistono ambiti specifici, dotati di una loro grammatica e di un loro linguaggio peculiari.
Arteterapia: a chi è rivolta?
Di norma l’arteterapia si rivolge a bambini e adolescenti, ma anche sugli adulti ha dimostrato di poter dare ottimi risultati. Naturalmente non bisogna essere artisti o possedere particolari talenti per accedere a tale pratica.
Ciascun essere umano, infatti, possiede un patrimonio, purtroppo spesso sopito e inespresso, di creatività personale.
Nei bambini e negli adolescenti questo canale risulta più libero perché ancora nella loro visione del mondo non si sono sedimentate in maniera preponderante le sovrastrutture del giudizio. Ma molte di queste barriere possono essere abbattute con facilità nel giro di poche sedute o soltanto di poche ore.
Un target preferenziale
L’arteterapia è particolarmente adatta a coloro che hanno un vissuto traumatico da metabolizzare e da superare in vista di un miglior benessere psicofisico. Attraverso il disegno, ad esempio, possiamo esprimere conflitti e ansie che ci attanagliano, liberandoci dalle rigide maglie di una censura spesso autoimposta.
Per mezzo dei colori possiamo dare voce a emozioni di rabbia o terrore o tenerezza di cui non abbiamo piena consapevolezza ma che influenzano il nostro vissuto quotidiano.
Le applicazioni della “cura attraverso il bello” sono molteplici e sfaccettate, e ogni nuova opera d’arte creata dal paziente è una sfida e un universo da esplorare e da decodificare. Ciascun essere umano può comunicare qualcosa di sé attraverso l’arte. E anzi quella dell’espressività artistica è una necessità basilare della nostra psicologia.
Il balsamo della creatività
“L’uomo produce arte così come l’ape il miele” potremmo dire parafrasando un celebre aforisma dello scrittore William Golding. L’espressione artistica è connaturata all’essere umano così come lo sono il camminare o il nutrirsi o il respirare. Si tratta di un bisogno primario, legato all’esigenza di dare un senso al mondo e immaginare alternative praticabili laddove si percepiscono difficoltà e insidie.
È una maniera per rapportarsi al mistero della vita e di noi stessi, armonizzando le nostre speranze e le nostre paure in un tutto organico e liberatorio. Non a caso le arti hanno da sempre accompagnato la storia umana e la nostra evoluzione culturale in quanto esseri senzienti e pensanti.
L’arte ci permette di “dire senza dire”. Ossia di portare alla luce una parte di noi stessi molto profonda e molto urgente senza il bisogno di verbalizzarla apertamente, evitando spiacevoli situazioni di conflitto e imbarazzo. Spesso altamente frustranti se non insuperabili.
L’arte come linguaggio universale
L’arte è la forma di comunicazione universale per antonomasia. Il suo messaggio supera confini e barriere linguistiche e culturali, perché parla direttamente al nostro inconscio. E al nostro cuore. Quella dell’arte è l’autentica lingua comune di tutta l’umanità: una sorta di idioma anteriore alla disfatta della torre di Babele e alla parcellizzazione delle lingue.
L’arte è senza tempo e senza età, parla parimenti ad adulti e bambini. Per questo non si è mai troppo giovani per avvicinarsi al mondo della produzione estetica, né mai troppo vecchi.
Perché l’arte ha il potere di creare ponti tra le persone, rendendole libere di esprimere i propri pensieri e il proprio vissuto in una maniera che non ha bisogno di troppe sovrastrutture. La potenza del colore e delle forme dice più di mille parole, ed è accessibile a tutti.
La manipolazione dei materiali ha indubitabili proprietà calmanti e terapeutiche. La pratica dell’arteterapia è un’occasione privilegiata di conoscenza di sé. Un percorso che consente a ciascun individuo di far fiorire la propria personalità e di conoscersi un poco più a fondo. Inoltre permette di conoscere più a fondo chi ci vive accanto.
Cibo per la mente
Il nostro cervello ha bisogno dell’arte così come il nostro corpo ha necessità di movimento, di cibo e di aria aperta. Fin dalla più tenera età il bambino manipola colori, materiali e suoni con naturale spontaneità, sapendo in maniera istintiva quanto tutto questo sia fondamentale per la propria felicità e salute. E per il corretto sviluppo delle proprie capacità sensoriali, motorie e cognitive.
L’attività artistica stimola contemporaneamente molte aree del nostro sistema cerebrale. Elaborare arte in quanto fruitori e produrne in quanto creatori sono due attività molto diverse, che coinvolgono la nostra mente in maniera affatto diversa. Creare un oggetto artistico, di qualunque natura esso sia, significa integrare informazioni contenute nella nostra memoria insieme a stimoli esterni e modalità procedurali nuove.
A questo si aggiunge la componente emotiva che dirige e sovrintende a tutte le operazioni puramente meccaniche. Facendo della creazione artistica un’attività completa e altamente soggettiva, che coinvolge entrambi i nostri emisferi, l’arte ci libera dalle limitazioni del pensiero esercitando funzioni cerebrali solitamente utilizzate in maniera più convenzionale e standardizzata, e valorizzando il nostro potenziale.
Autostima e percezione di sé
La conseguenza di questa preziosa sinergia è una sensazione di completezza, appagamento e realizzazione, durante e a seguito del processo creativo. Fare arte rinforza la nostra autostima e la nostra percezione di noi stessi, dei nostri punti di forza e delle nostre aree ancora inespresse, attivando un salutare circuito di ricompensa emozionale che va oltre il mero momento di elaborazione.
Sia che si tratti di produrre capolavori che semplici manufatti, le arti si dimostrano assolutamente efficaci nel premiare i nostri sforzi espressivi. L’arte infatti non ci rende più intelligenti in senso meramente performativo ma ci permette di acquisire una forma mentis in linea con la natura psichica e sociale del nostro essere umani, migliorando le nostre capacità di apprendimento, concentrazione, osservazione e rielaborazione di stimoli e idee.
Errare senza errore
Quando usata da un punto di vista terapeutico l’arte ci insegna che l’errore non esiste. E che qualunque esperienza e qualunque gesto creativo hanno la stessa dignità e possono essere usati come trampolino di lancio per nuove scoperte e nuove avventure della mente e dello spirito.
Fare esercizi di arteterapia sulle emozioni diventa così un viaggio alla scoperta del nostro mondo interiore. Un errare senza errore, senza timore di fallimenti e senza il timore annichilente del confronto.
Le arti insegnano ai bambini che per ogni problema esiste più di una soluzione e che per superare le difficoltà occorre saper osservare le cose da prospettive multiple, spesso fuori dai consueti canoni di valutazione. Per questo le discipline artistiche integrate alle pratiche pedagogiche sono un potente booster del pensiero divergente e della sua profondità d’indagine e creatività.
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