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Anatomia e fisiologia tiroidea

Pubblicato 3 anni fa

Leggi un estratto di "La Salute della Tiroide" libro di Ivo Bianchi

La ghiandola tiroide è situata anteriormente e lateralmente alla laringe e ai primi anelli tracheali, ai quali aderisce grazie a un tessuto connettivo più o meno lasso e ad alcuni legamenti. Questo spiega perché la tiroide segua i movimenti della laringe e perché risalga durante l'atto della deglutizione. La palpazione tiroidea da parte del medico necessita appunto che il paziente deglutisca.

La ghiandola risulta di due lobi laterali di forma piramidale con l'apice appuntito in alto e la base in basso, riuniti generalmente ma non sempre, da un istmo trasversale in basso.

La tiroide di un adulto raggiunge 1/200-1/300 del peso corporeo, superiore quindi a quello di ogni altra ghiandola endocrina. Il volume e il peso variano entro limiti assai ampi. Su questi parametri influiscono:

  • Sesso: la tiroide femminile è sempre più voluminosa di quella maschile e anche per questo più vulnerabile, come lo è il cuore nel maschio.
  • Età: tra il sesto e l'ottavo mese di gestazione la tiroide pesa circa un grammo, al secondo anno di vita ha già raggiunto i tre grammi. Secondo molti autori esisterebbe un rapporto proporzionale tra peso della tiroide e sviluppo-lunghezza del feto. Il peso della ghiandola aumenta poi progressivamente, con picchi di crescita verso i sette anni e nel momento della pubertà. Anche in condizioni normali, dopo i trent'anni, soprattutto nelle donne si notano isole di tessuto linfatico nel connettivo della tiroide. Tale componente linfatica aumenta moltissimo in condizioni patologiche, quali in particolare il morbo di Hashimoto. Nella vecchiaia la ghiandola, anche se non costantemente, tende all'atrofìa e alla formazione di noduli.
  • Alimentazione, infatti:
    • il digiuno arresta la mobilizzazione dell'ormone dalla colloide e quindi si ha una minore attività della ghiandola e successiva degenerazione;
    • una eccessiva alimentazione carnea determina inizialmente un aumento di volume e di attività tiroidea, poi una sclerosi atrofica dell'organo.
  • Luogo in cui il soggetto vive: nei paesi di montagna la tiroide degli esseri umani (ma anche degli animali), compresi feti e neonati, ha un peso maggiore, senza che a questo corrisponda però un aumento di funzione.

Esistono poi moltissime altre cause endogene (psichiche, autoimmuni) ed esogene (intossicazioni, infezioni, radiazioni, clima ecc.) capaci di variare struttura, volume e irrorazione dell'organo.

La tiroide è l'organo più vascolarizzato del corpo: riceve sangue da quattro robuste arterie, le tiroidee inferiori e superiori. Inoltre il diametro dei vasi arteriosi intratiroidei è otto volte più ampio dei vasi intracerebrali.

Le ramificazioni arteriose, suddividendosi sempre più, formano un reticolo capillare assai complesso che circonda i follicoli tiroidei.

Avendo io, nei primi anni della mia pratica medica, assistito a vari interventi chirurgici sulla ghiandola, ho toccato con mano e ansia il problema dell'emostasi quando si procedeva ad asportazioni parziali della ghiandola e ho condiviso talora la assai più agevole asportazione della ghiandola in toto con la sua capsula fibrosa, in casi particolarmente delicati.

Da questi dati anatomici derivano alcune considerazioni pratiche:

  • Il ricco apporto di ossigeno determina un possibile rischio di iperossidazione e un conseguente danno tissutale, quindi la salute tiroidea nel tempo è condizionata dalla disponibilità di meccanismi e sostanze antiossidanti (importanza di cicli con rimedi anti-radicali liberi).

  • Un'alterazione del letto vascolare che comporti una potenziale minor irrorazione della ghiandola implica una minor capacità di immettere ormoni nel torrente circolatorio. Le arterie devono essere aperte, più sangue deve arrivare alla tiroide rispetto persino al cervello, quindi i problemi di aterosclerosi danneggiano non solo rene ed encefalo, ma anche e in maniera rilevante la tiroide.

  • Situazioni di ipercolesterolemia o di iperomocisteinemia e il conseguente danno vascolare che ne consegue minano la funzione tiroidea e debbono essere corrette (betaina, acido folico, vitamina B12 mantengono bassi i livelli di omocisteina) per garantire non solo la salute cardiovascolare, ma anche quella tiroidea.

La tiroide ha una ricca innervazione autonoma.

I nervi simpatici hanno una funzione prevalente, anche funzionale. Essi agiscono infatti sia modulando il tono vascolare che stimolando l'attività secretoria della ghiandola.

L'innervazione vagale-parasimpatica ha invece funzione prevalentemente trofica. L'equilibrio tra simpatico e parasimpatico regola l'afflusso del sangue, che arriverà maggiormente alla tiroide nella fase simpatica diurna rispetto alla fase vagale notturna.

Da questi dati anatomici derivano alcune considerazioni pratiche:

Ogni stimolo del sistema nervoso simpatico (stress, emozioni, lutti ecc.) si ripercuote direttamente a livello tiroideo e può innescare alterazioni funzionali (ipertiroidismo) o strutturali (noduli) della ghiandola. La tiroide è la ghiandola sempre allerta quando c'è uno stress acuto, perché risponde alla reazione "combatti e fuggi": in corso di stress acuto infatti il sistema nervoso adrenergico innesca una risposta tiroidea e medullo-surrenalica. Vengono rispettivamente prodotti tiroxina e adrenalina, per dare una sferzata eccezionale di energia a tutto l'organismo. Importante è dunque intervenire rapidamente per prevenire o curare precocemente situazioni di stress acuto ripetuto, perché la tiroide non entri in fase di esaurimento. Utili saranno magnesio bisglicinato, vitamina B6, taurina, 5-HTP.

Una tiroide torpida, ipofunzionante e ingrossata spesso si osserva in pazienti rallentati ma anche allergici, quindi iper-vagotonici. È importante in questi casi integrare con alghe marine, calcio carbonato, vitamina B2.

Queste pur grossolane nozioni anatomiche sono tuttora molto utili per il medico che ogni giorno visita pazienti, anche perché molti di essi hanno problemi tiroidei. Dalla palpazione tiroidea un medico esperto valuta:

Volume della ghiandola, che può essere:

  • piccola come conseguenza di prolungato uso di farmaci chimici sostitutivi oppure per ragioni tossiche o genetiche;
  • ingrossata in fase compensatoria, in caso di iniziale problema tiroideo o per aumento della sua funzione in caso di ipertiroidismo.

Consistenza della ghiandola, che può essere:

  • dura e fibrosa come succede in caso di infiammazione cronica a impronta ipofunzionante, tipica della tiroidite di Hashimoto;
  • molle ed elastica come succede in caso di infiammazione subacuta a impronta iperfunzionante, tipica del morbo di Basedow.

Presenza di un gozzo, con ingrossamento globale della ghiandola e caratteristiche bitorzolute. Talora, soprattutto negli anziani, si sente appena la tiroide verso lo sterno ed essa non si muove. Questo è indice di gozzo retrosternale.

Presenza di noduli, dalla cui consistenza si potrà dedurre una prima diagnosi:

  • noduli molli elastici, adenomi benigni;
  • noduli duri, lignei, carcinomi maligni.

Presenza di linfonodi laterocervicali che se multipli e molli indicano un processo infiammatorio in atto, mentre se duri e isolati possono essere dovuti a un cancro.

Naturalmente il medico può fare uno screening di massima e una diagnosi iniziale, che dovrà poi essere confermata da esami di laboratorio, ecografia ed eventuale agobiopsia.


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