Almanacco dei Fallimenti: perché farlo?
Pubblicato
2 anni fa
Fallire ti fa sentire come se affogassi, senza nessuno che ti aiuta a risalire: ma come affrontare il dolore e tornare a galla con un segreto in più?
Il terrore che ho sentito più spesso ripetere dopo un fallimento è quello di "perdere il treno".
Fa tremare i polsi di quindicenni, ventenni e trentenni, perché nella loro testa non significa solo aver mancato un obiettivo o averlo raggiunto troppo tardi, ma soprattutto non avere più l'occasione di riprendere quel treno: rimanere svantaggiati a vita, in ritardo perenne su ciò che il mondo si aspetterebbe da loro.
È possibile invece prendere il fallimento per le corna e farselo amico, almeno in parte?
Proviamo a indietreggiare di qualche passo per metterlo a fuoco. Proviamo a ripulirlo degli assolutismi e a sgonfiarlo dagli steroidi della retorica. Cosa ci rimane?
Fallire è doloroso, ma a volte è davvero utile (se non necessario) per migliorare.
Stai leggendo un estratto dal libro:
L'Almanacco dei fallimenti
Arrivati a questo punto, vi propongo un esercizio, con cui allenarsi ed estrapolare lezioni dai fallimenti più clamorosi della vostra vita.
Pensateci: il classico curriculum vitae di una persona elenca diplomi e lauree conseguite, master conclusi, ruoli ricoperti, carriere in ascesa. Linkedln vi chiede di inserire nel profilo gli obiettivi conquistati e i progetti sviluppati, di mettere in mostra un medagliere zeppo di successi. Non c'è niente di male.
Queste bacheche però sono incomplete. Manca una sezione fondamentale: quella dei fallimenti.
Un elenco ragionato delle cantonate che avete preso, che vi aiuta a estrarre e circoscrivere l'apprendimento dal fallimento durante alcuni momenti cruciali: quali abilità avete sviluppato o potreste sviluppare dalle avversità.
Un vero e proprio almanacco dei fallimenti. Per gioco, un giorno ho provato a stilare il mio. E mi sono reso conto di quanto moltissime delle cose più importanti che ho imparato arrivassero da questo elenco.
Ve lo ripropongo qui, a titolo di esempio.
Terza superiore: bocciato!
Meritatissimo. Non studiavo e cazzeggiavo la maggior parte del tempo.
- Lezione appresa: non sono per niente un genio.
Sono cresciuto come quei bambini a cui la mamma ripeteva indomita: «Non preoccuparti, tu sei un genio!» Ma la verità era un'altra. Non posso permettermi di non applicarmi in qualcosa, se voglio ottenere un minimo risultato. Devo sgobbare.
Fuori corso all'università
Ma come? Non mi ha insegnato nulla la bocciatura?
- Lezione appresa: quando mi sento poco motivato e non vedo obiettivi chiari, tendo ad accontentarmi e punto alla sufficienza, e dopo un po' vi scivolo pure sotto. Campanello d'allarme. Devo ritornare in sella a caccia di obiettivi e di senso. O trovo il modo di automotivarmi, o urge cambiare strada.
Scioglimento della band
(Dopo essere arrivati a un centimetro dal successo)
Qui ero motivatissimo, altroché. Siamo partiti con canzoni abbastanza mediocri, e negli anni abbiamo fatto passi da gigante. Ma non ce l'abbiamo fatta. Anche perché verso la fine... Stavo diventando arrogante.
- Lezione appresa: quando inizio a sentirmi bravo e sfoggio un comportamento superbo, devo cercare qualcuno più bravo di me, a caccia di umiltà. Altrimenti mi istupidisco, rischio di rovinare le relazioni e le occasioni che mi stanno accanto.
Licenziato!
Dopo solo un anno nella prima agenzia di comunicazione dove militavo come digital specialist...
- Lezione appresa: erano tempi di crisi, non credo che avrei potuto fare granché (responsabilità in questo caso più del contesto che mia), ma sono rimasto comunque sorpreso. Altra lezione appresa: il mercato non fa sconti, nessuno è indispensabile nei momenti critici. Se vuoi continuare un percorso tra le agenzie e l'imprenditoria devi imparare a reinventarti, e non con i tuoi tempi, ma con i tempi che ti sono concessi.
Romanzo rifiutato
Ricevo una sfilza impressionante di rifiuti. Provo un agente formidabile che me lo fa riscrivere da cima a fondo. Ricevo altri rifiuti.
- Lezione appresa: quando credi in qualcosa che sembra non interessare ad altri, trova qualcuno di competente, in grado di aiutarti e darti feedback schietti. Capisci se sei ossessionato o c'è davvero del potenziale. (Alla fine me l'hanno pubblicato. Ci ho messo solo dieci anni.)
Primo prodotto innovativo di formazione: flop colossale!
Sviluppato in Newton. Pensavo che fosse l'idea del secolo. Piaceva talmente poco che abbiamo fermato i lavori a metà (il livello di sperimentazione in questo caso era abbastanza alto, in quanto presentava alcune potenziali novità, ma non sono stato in grado di valorizzarle).
- Lezione appresa: ho capito cosa significhi sviluppare un prodotto innovativo di formazione. Non basta essere creativi: quello è solo il punto di partenza.
Ho inserito solo alcuni tra i fallimenti più clamorosi, in realtà ce ne sarebbero molti altri. Inoltre, è tutto meravigliosamente work in progress.
Chissà quanti altri illuminanti pali in faccia mi stanno aspettando giulivi e sornioni dietro l'angolo.
Potrò sembrarvi allegro e spensierato nel dirvi queste parole, ma solo perché ve le dico ora.
Fallire davvero fa male. E la sofferenza non se ne va in un giorno. Ma solitamente, il tempo è dalla vostra parte. Arriverà un momento in cui vi ritroverete un po' più grandi di prima. Guarderete indietro e scherzerete su quei periodi bui in cui avreste solo avuto voglia di buttare tutto all'aria e trovare un buco in cui nascondervi.
Ora tocca a voi
Provate a compilare il vostro almanacco dei fallimenti. È l'attestato del master più prestigioso e importante che possiate frequentare: il vostro master di vita vissuta. Fa soffrire un casino, ma almeno è gratis.