Allattamento prolungato: ecco come interromperlo o ridurre le poppate
Pubblicato
2 anni fa
Giorgia Cozza
Giornalista esperta in gravidanza, allattamento al seno, psicologia e salute della mamma e del bambino
Un libro-gioco aiuta mamme e bambini nel delicato passaggio della riduzione delle poppate e della fine dell’esperienza di allattamento
Quando l’allattamento al seno si prolunga nel tempo arriva un momento in cui per la mamma nasce l’esigenza di interrompere questo percorso. Ma come concretamente fare quando il bambino o la bambina chiedono il seno? Ne abbiamo parlato con Giorgia Cozza, giornalista e scrittrice, specializzata in gravidanza, allattamento al seno, psicologia e salute di mamma e bambino.
Cosa si intende per allattamento prolungato?
Questa è la definizione che comunemente viene usata per indicare l’allattamento di un bimbo dopo il primo compleanno. In realtà, forse converrebbe togliere l’aggettivo prolungato che dà l’idea di qualcosa che, appunto, si “prolunga”, un po’ come se ci fosse un termine e si fosse andati oltre. L’allattamento non ha la data di scadenza, ogni coppia madre-bambino decide per sé come, quando, per quanto tempo. Ci sono mamme che allattano alcuni mesi e mamme che allattano due o tre anni. Come sottolinea anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che suggerisce di allattare fino a due anni e oltre, secondo i desideri di mamma e bambino. “Secondo i desideri di mamma e bambino” è la chiave.
Cosa devono sapere le mamme e i papà che scelgono questo percorso? Potresti parlarci dei lati positivi ma anche di quelli più impegnativi di questa scelta?
Partiamo dai lati positivi. Se l’allattamento prosegue significa che per il bambino e per la mamma quello della poppata è un momento significativo, di forte vicinanza emotiva. Al seno il bimbo trova nutrimento ma anche affetto e rassicurazione. A livello di salute, numerosi studi hanno dimostrato che i tanti benefici garantiti dal latte materno sono “dose-dipendenti”: un allattamento più lungo corrisponde a maggiori vantaggi. Questo vale per il bambino, ma anche per la mamma, che grazie all’allattamento vede ridursi il rischio di sviluppare tumori al seno e all’ovaio. Sul sito della Società Italiana di Pediatria si specifica che il rischio di tumore al seno diminuisce del 4,3% per ogni anno di allattamento.
E veniamo ai lati più impegnativi. Vogliamo parlare delle critiche e i giudizi di parenti, amici e conoscenti?
Purtroppo, ad oggi, l’allattamento dopo i primi mesi è oggetto di pregiudizi e false credenze e molte mamme si sentono ripetere da più parti che “il latte ormai è acqua”, “è ora di smettere”, “il bimbo crescerà mammone”. Questi commenti non solo non hanno fondamento, ma rappresentano anche una sgradevole e ingiustificata intromissione nelle scelte personali della madre.
Spesso la mamma che vuole interrompere l’allattamento si sente in colpa: cosa ti senti di dire a queste mamme?
Se la mamma sente che l’allattamento non fa più per lei, se lo vive con fastidio, malessere o eccessiva stanchezza, allora è il momento di concludere questa esperienza. E se arriva il senso di colpa, concentriamoci sul fatto che ridurre le poppate non significa togliere qualcosa al bambino, perché quei momenti verranno sostituiti con altri – fatti di coccole, gioco, letture – in cui mamma e bimbo continuano a interagire donandosi affetto, attenzione e tenerezza.
Come interrompere questo percorso quando il nostro bambino chiede ancora spesso il seno, sia di giorno che di notte?
Ogni storia di allattamento è diversa, ma in generale possiamo dire che l’ideale sarebbe procedere gradualmente, riducendo pian piano il numero delle poppate. Ancora prima di iniziare questo percorso, però, sarebbe utile fermarsi a riflettere sui propri bisogni: ci sono madri che sono stanche di allattare la notte ma continuerebbero volentieri le poppate diurne, altre mamme vorrebbero rallentare un po’ il ritmo durante la giornata, altre ancora desiderano concludere del tutto questa esperienza. Nel manuale L’ultima poppata (Ouverture Edizioni, 2021) si approfondiscono anche questi aspetti: desideri ed esigenze della mamma. Fatto il punto della situazione si “lavora” sulle prime poppate da eliminare, proponendo alternative, posticipando, riducendo i tempi della poppata stessa.
Sono invece sconsigliati quei metodi bruschi che venivano suggeriti un tempo, come quello di cospargere il seno di sostanze sgradevoli o andare via da casa per qualche giorno. Queste modalità non tengono conto delle emozioni del bambino e sono “traumatiche” anche per il seno, con il rischio di ingorghi mammari o mastiti.
Hai scritto anche un libro per bambini proprio per aiutare le famiglie in questa fase di passaggio: ci spieghi meglio di cosa si tratta e come utilizzarlo?
Il libro Mamma, latte! Adesso no, però… è adatto sia per le situazioni in cui la mamma ha deciso di smettere, sia se il desiderio della mamma è quello di continuare ad allattare ma rallentando un po’ il ritmo delle poppate.
Il protagonista della storia, Nenè (un nome che si adatta sia ai bimbi che alle bimbe), chiede di poppare, la mamma risponde “Il latte adesso no, però…”, si gira pagina e si scopre la proposta della mamma. Giocare, fare le coccole, leggere una fiaba, anche con il papà. Tutte attività che anche il piccolo lettore conosce e ama.
Leggendo questa storia il bambino interiorizza il concetto che oltre alle poppate ci sono tante attività piacevoli e divertenti che si possono fare insieme. Numerose famiglie mi hanno raccontato che questo libro è stato un buon compagno di viaggio, un alleato che le ha aiutate a ridurre le poppate con serenità.