Alla scoperta del Trigger Point
Pubblicato
6 anni fa
La Redazione di Macrolibrarsi
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Cos’è e come si forma
Il termine Trigger Point è stato coniato nel 1943 dalla dottoressa Janet Travell e si riferisce ai nodi muscolari che si formano creando dolori diffusi.
Cos’è il Trigger Point?
Prendiamo un muscolo e immaginiamo che esso sia formato da una serie di corde intrecciate fra loro: quando alcune di queste corde diventano troppo tese, si creano dei nodi, responsabili della sensazione di dolore che avvertiamo.
Questi punti annodati nelle fibre muscolari vengono definiti Trigger Point. E fino a qui nulla di strano. Ciò che li rende interessanti è il motivo per cui questi nodi si formano.
Tutti noi abbiamo avuto, più o meno, dolori muscolari diffusi e sappiamo che toccando questi punti avvertiamo come un blocco, una rigidità, come se ci fosse una piccola pallina o un vero e proprio nodo. Ci siamo mai chiesti cosa li ha originati? È proprio questa la domanda chiave che rende il concetto di Trigger Point così speciale. Parliamo di dolore miofasciale.
Trigger Point: campanello di allarme
Nella tradizione comune siamo soliti trattare il dolore muscolare a livello locale, agendo direttamente sul muscolo. Non è sbagliato l’approccio ma è incompleto.
Ogni dolore è spesso la conseguenza di una serie di Trigger Point che si sono formati a livelli diversi dell’organismo. Non è importante dove si prova il dolore, piuttosto chi lo ha provocato. Si compie così una ricerca delle cause, non limitandosi a trattare il sintomo laddove si manifesta.
Il Trigger Point diventa così un campanello di allarme, una spia accesa nel nostro cruscotto che ci indica che qualcosa all’interno non sta funzionando come dovrebbe. Facciamo un esempio pratico. Una persona con tensione frequente alle spalle, può col tempo formare piccoli nodi nel tessuto muscolare, percepibili anche al tatto.
La sensazione di rigidità è anch’essa un segnale. Il fisioterapista o l’operatore che riscontra un Trigger Point in quella zona può agire per scioglierlo. Spesso alcuni dolori imputati alla sciatica o alla cervicale non sono altro che la conseguenza di una serie di Trigger Point nelle fasce muscolari più o meno vicine.
Come si agisce sul Trigger Point?
L’approccio corretto e utilizzato è la terapia miofasciale, ovvero il lavoro di scioglimento dei nodi muscolari che sono all’origine del problema. Si compie prima una ricerca dei muscoli più deboli e si procede con la palpazione delle zone tese, anche in profondità, sotto lo strato di grasso superficiale.
Esistono differenti approcci per sciogliere i Trigger Point:
- massaggiare in profondità la zona muscolare contratta;
- effettuare una digitopressione spinta sul punto dolente fino a che il dolore non diminuisce, effettuando lo stesso movimento più volte;
- si crea una contrazione del muscolo antagonista a quello contratto in modo da favorire il rilascio del muscolo dolente;
- utilizzando strumenti fisioterapici appositamente creati per permettere all’operatore di penetrare in profondità nella fascia muscolare ed effettuare maggiore pressione;
- utilizzare la laser terapia che, grazie alla fonte di calore, penetra nel tessuto sciogliendo pian piano i nodi muscolari che si sono creati.