Venire al mondo, dare alla luce
Pubblicato
4 anni fa
Giulia Sama
Naturopata, esperta di erbe officinali, yoga e Forest bathing
Nascere madri e creature nel 2021 può essere un atto rivoluzionario, sovversivo e profondamente trasformativo: scopriamo perché
Il corpo femminile sa: sa essere terreno fertile per accogliere vita, sa farla crescere, sa partorire e sa portare frutto e nutrire.
Osservare il processo della nascita, dal pre-concepimento al periodo primale (primo anno di vita del neonato), invita a cogliere con meraviglia come il corpo sia stato perfettamente pensato e disegnato per vivere questo tempo.
È la magia della fisiologia, per la quale tutto l’organismo materno partecipa con precisione geometrica e sincronica alla relazione d’amore con la creatura, sviluppando naturalmente le competenze fisiche, emotive, mentali e spirituali necessarie. Molte donne, nel corso della storia, lo hanno solo dimenticato e credono oggi di non avere altra possibilità se non quella di rivolgersi fuori da sé, delegando a strumenti e sguardi esterni la propria sicurezza e il proprio sentire.
Salutogenesi ed empowerment
Avere fiducia nella nascita significa scardinare i concetti di medicalizzazione e assistenza standardizzata, verso un approccio auto-responsabile e salutogenico: ovvero che parta dall’osservare e custodire le competenze innate dell’unità madre- creatura, affinché si possa generare salute ed empowerment, o più semplicemente amore. Io, Beatrice, ho avuto il dono di accompagnare Giulia e la creatura che portava in grembo durante la nascita. Osservarla in un angolo della stanza, al buio, mi ha ri-cordato, ovvero riportato al cuore, come l’essere umano sappia meravigliosamente danzare i ritmi di apertura e contrazione della natura, sappia essere autosufficiente e diventare come un “tempio sacro”.
È la magia della fisiologia, per la quale tutto l’organismo materno partecipa con precisione geometrica e sincronica alla relazione d’amore con la creatura
Il tempio sacro
“Tempio sacro” è la definizione giusta: io, Giulia, mai nella mia vita mi sono sentita così Dea, bella in ogni forma che il mio corpo assumeva, mese dopo mese. Ho dato totalmente fiducia al mio sentire e alla consapevolezza che se io stavo bene, la creatura che stava crescendo dentro di me stesse bene a sua volta. Non ho mai sentito l’esigenza di fare controlli approfonditi perché, per me, se qualcosa prende forma nell’oscurità profonda di un ventre è giusto che rimanga al buio del nostro conscio, finché non sarà arrivato il tempo. Ho continuato per tutta la gestazione a fare yoga, respirazione consapevole, camminate e ho riscoperto l’antica magia del cantare.
Sono profondamente convinta che ognuno crei la sua realtà ma, come mi ricorda sempre mia mamma, sono nata con la camicia e quindi so che quella “proverbiale” fortuna non mi abbandona mai.
Ho la fortuna di avere accanto un compagno che non ha mai dubitato della capacità di una donna di dare alla luce senza interventi esterni, ho la fortuna di avere incontrato donne, come Beatrice e Debora Stenta, che riconoscono alle altre donne questo grande potere; ho la fortuna di avere due genitori che si fidano di noi e delle nostre scelte; ho la fortuna di avere incontrato Clara Scropetta e i libri di Michel Odent; ho la fortuna di vivere in una comunità che mi fa sentire amata, coccolata e mai sola. E così, quando “ho messo al mondo” questo corpicino, accogliendolo sulla mia mano destra ho capito quanto tutto ciò fosse fondamentale, semplice e miracoloso allo stesso tempo.
«Ho messo al mondo»: riflettete su questa frase.
Perché scegliere il sostegno di una doula
«I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono»: così inizia la poesia di Gibran che mi risuona vera più che mai e che abbiamo riassunto nel nome che abbiamo dato a questa creatura: Arios, dal celtico “uomo libero”.
E così se non mi sono mai preoccupata del “prima”, ho pensato bene al “dopo”: ho deciso di essere affiancata da una doula per i miei primi dieci giorni da puerpera e tutt’ora credo sia stata una scelta molto saggia, che consiglio a tutte le future partorienti. Debora mi ha accompagnato in tutte le “prime volte” che una neomamma deve affrontare. Certo, il nostro istinto materno è più che sufficiente, ma avere una persona che ti sostiene e accompagna le tue emozioni senza mai giudicare è stato fondamentale in un momento così delicato e pieno di cambiamenti fisici ed ormonali.
Ho deciso poi di affidarmi e affidare Arios anche all’amore e alla saggezza delle donne che mi circondano e ogni giorno vedo sempre più vero l’antico proverbio africano: «Per crescere un bambino serve un villaggio».
Che cos’è la doula?
Questa parola deriva dal greco e significa “colei che sostiene la donna”. Si tratta di una figura di sostegno emotivo e pratico che si affianca alla coppia genitoriale dalla fine della gravidanza, durante il travaglio e nel delicato momento del puerperio – ovvero i quaranta giorni dopo la nascita – oggi totalmente trascurato dalla nostra cultura.
La donna che sta accanto, che può essere un'amica che ha già vissuto la maternità, una sorella, una doula che ha fatto un percorso di formazione, sappia essere terreno di ascolto, gentilezza e sostegno, senza essere invadente: sia una donna di fiducia, che porta sicurezza e protezione nel delicato processo dell'accoglienza al mondo di una Donna che diventa Madre, un Uomo che diventa Padre e una Creatura che diventa Vita.
Ritrovare la sorellanza
Donne, madri, fanciulle, sagge, questo è il consiglio che noi, Beatrice e Giulia, sentiamo di donare: ritrovate l’antica forza della sorellanza, fidatevi del vostro corpo e del vostro sentire e danzate con amore nel grande fluire della vita. Non vivete la maternità come una malattia, perché al contrario è essa stessa una grande opportunità di guarigione in corpo, cuore, mente e spirito: un cammino iniziatico che richiama con potenza tutta la nostra fede e la nostra intrinseca bellezza. Abbiamo il coraggio di essere templi sacri.