Vai al contenuto principale Vai al footer

  +39 0547 346317
Assistenza dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, Sabato dalle 8 alle 12

Una nuova agricoltura contadina

Pubblicato 4 anni fa

Parte dal rispetto della terra, dei semi, della biodiversità: oltre l'agro-industria delle multinazionali

La sfida che ci troviamo oggi a fronteggiare affonda le sue radici in una crescente dipendenza da un paradigma produttivo disfunzionale, basato su prodotti chimici come i pesticidi e sulle economie di scala per aumentare la quantità di cibo prodotto, che non tiene in considerazione la scarsa qualità nutritiva e l’ampia gamma di effetti nocivi per la salute delle persone e per l’ecosistema.

Indice dei contenuti:

Troppo cibo che non ci nutre 

L’agricoltura industriale, basata sulle monocolture, sui combustibili fossili e su input chimici intensivi, è orientata a massimizzare la produzione, giustificandosi con la presunta necessità di garantire cibo a sufficienza per sfamare una popolazione mondiale in continuo aumento. In realtà gli alimenti così prodotti, privi di nutrienti e carichi di veleni chimici, radiazioni e tossine, non stanno garantendo né nutrimento né tantomeno salute alla popolazione mondiale.

Al contrario, stanno danneggiando i nostri ecosistemi e la nostra salute erodendo, al contempo, la qualità e la varietà dei cibi. Il sistema agroalimentare industriale consuma, inoltre, un’immensa quantità di energia fossile(producendo quasi un terzo di tutte le emissioni globali di gas serra), contribuendo così ad alterare l’ecosistema nel breve (variabilità climatica) e nel lungo termine (cambiamento climatico).

Globalizzazione predatoria e agricoltura industriale 

L’abbandono dei metodi agricoli tradizionali, basati sui principi dell’agroecologia consolidati nel tempo, e la mancanza di investimenti significativi in ricerca e innovazione da parte di istituti di ricerca e governi, è imputabile all’influenza di una serie di mega- aziende interessate principalmente a ottenere profitti massimi attraverso normative minime. Queste aziende, che si stanno progressivamente impossessando delle terre in tutto il mondo, fanno ricorso a enormi quantità di fertilizzanti chimici, pesticidi, erbicidi, sementi modificate, responsabili della perdita di micro-nutrienti e della contaminazione ambientale.

È allora fondamentale riconoscere che il settore agricolo è uno dei maggiori componenti di quella che può essere definita una “globalizzazione predatoria”, ovvero il controllo e la gestione dell’economia mondiale da parte dei grandi interessi economici al fine di assicurare l’efficienza del capitale piuttosto che il benessere dei popoli e del pianeta.

Queste mega aziende rifiutano, nei fatti, di riconoscere che il diritto alla salute e al cibo sono parte integrante dei diritti umani: la logica del mercato, distante dai diritti sociali ed economici, non riconosce il diritto a un cibo adeguato, salubre, accessibile ed economicamente sostenibile. Le qualità nutrizionali del cibo sono sacrificate per raggiungere obiettivi quantitativi, mentre i grandi benefici derivanti dalla biodiversità sono seriamente ridotti a causa di una dipendenza sempre maggiore dalle monocolture.

Gli elevati costi finanziari, ecologici e sanitari di questo modello produttivo sono largamente esclusi dalla determinazione del prezzo degli alimenti, creando l’illusione che il cibo così prodotto sia in realtà “economico”.

Un’altra agricoltura è possibile

Ciononostante, una nuova generazione di agricoltori sta prendendo coscienza del proprio ruolo nell’agricoltura, nella difesa della terra e dell’ambiente, nella difesa del cibo sano. Molti sono ormai consapevoli del ruolo che svolgono nella società e sono attivi nella difesa della biodiversità, della terra, del territorio, delle comunità e della prosperità. Molti di loro sono organizzati: non solo raccolgono e commercializzano i prodotti, ma si prendono cura della comunità per quanto riguarda la formazione, la scuola, l’igiene e lavorano energicamente per i bisogni del territorio.

Questa nuova generazione di agricoltori utilizza tecniche di gestione agroecologiche, lavora in rete, promuove un’agricoltura realmente sostenibile nel proprio Paese e dimostra come un’altra agricoltura, un altro cibo e la cura del pianeta siano obiettivi possibili, promuovendo così il passaggio dal paradigma “estrattivista” a quello “contributivo e reciproco”.

Biodiversità e resilienza: le chiavi per il futuro

Esiste un approccio alternativo ed efficace alla sicurezza alimentare, basato sulla biodiversità, che combina quantità e qualità e che massimizza i benefici per la salute del pianeta e delle persone. Questo nuovo approccio consta di politiche, pratiche e conoscenze che assicurano il rinnovamento, vale a dire una ritrovata resilienza dei sistemi alimentari naturali, che lavorano in armonia con la natura, si basano sulla sovranità alimentare e sul riportare i semi nelle mani degli agricoltori, che sono rispettosi degli impatti ambientali e contribuiscono a prevenire il riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura industriale e dal commercio su lunga distanza.

Il rinnovamento che invochiamo si basa su una conoscenza nuova, seppur già disponibile, e su un impegno morale per la giustizia alimentare e per la salute umana. Crediamo che il rinnovamento e l’aggiornamento delle migliori conoscenze scientifiche e mediche siano necessari e possibili per dare inizio a una storica collaborazione tra i movimenti popolari e gli esperti che si occupano del rinnovamento dei sistemi naturali di produzione alimentare.

 


Ultimo commento su Una nuova agricoltura contadina

Recensioni dei clienti

Lia M.

Recensione del 19/03/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 19/03/2025

Troppo cibo che non ci nutre... parole sacre! Pensare agli alimenti processati e ultraprocessati. E in tutto ciò regna anche lo spreco. Il problema di fondo è anche sociologico, non c'è una corretta diffusione di quella che è l'alimentazione sana... se ne parla ok, ma poi basti vedere molto genitori quanto siano avvezzi agli zuccheri nella dieta dei loro bimbi. Un esempio fra tanti, per spiegare che bisogna lavorarci su, bisogna mettersi davvero a fare la differenza e non ascoltare e basta

Altri articoli che ti potrebbero interessare

La Fattoria dell’Autosufficienza: un sogno concreto di vita in armonia con la natura

Pubblicato 4 mesi fa. 1423 visualizzazioni. 2 commenti.

Rosmarino: un aroma per tutte le stagioni

Pubblicato 1 anno fa. 670 visualizzazioni. 3 commenti.

Miso: la zuppa di tutti i giorni

Pubblicato 1 anno fa. 15743 visualizzazioni. 3 commenti.