Piante amiche della prostata
Pubblicato
4 anni fa
Bruno Brigo
Medico, specializzazione in Medicina Interna e Riabilitazione, autore di numerosi testi di medicina integrata
Consigli e rimedi per prendersi cura della prostata in maniera naturale, evitando infiammazioni, ingrossamento e altri disturbi
Nel corso degli anni la prostata, organo dell’apparato genitale maschile a forma di castagna, va incontro a progressivo e lento ingrossamento. L’ipertrofia prostatica benigna comporta l’aumento di volume della parte più profonda della prostata che determina compressione sull’uretra con disturbi urinari (incontinenza, minzione difficile, minzione imperiosa, gocciolamento prima e dopo la minzione, ritenzione di urina) o complicanze infettive (prostatite).
Consigli utili per il benessere della prostata
Per prevenire l’ingrossamento della prostata si consiglia, a livello alimentare, di limitare gli alimenti di origine animale, ricchi di grassi saturi, e gli zuccheri raffinati, favorendo invece una dieta a base di alimenti di origine vegetale, ricchi di fibre (cereali integrali, verdura, frutta). Dopo i 50 anni va eseguito il monitoraggio periodico della funzionalità prostatica (dosaggio del PSA, ecografia prostatica, valutazione urologica).
Per prevenire l’ingrossamento della prostata si consiglia, a livello alimentare, di limitare gli alimenti di origine animale, ricchi di grassi saturi e gli zuccheri raffinati, favorendo invece una dieta a base di alimenti di origine vegetale, ricchi di fibre
Piante e complementi nutrizionali per la prostata
La fitoterapia moderna dispone di numerose piante utili a scopo preventivo e curativo per diversi disturbi urologici dell’uomo e, in particolare, della prostata. L’efficacia dipende dalla durata di assunzione ininterrotta e per lunghi periodi.
Epilobio (Epilobium parviflorum Schreb.)
In Italia sono presenti numerose specie di questa pianta e la più utilizzata in fitoterapia è l’Epilobio a piccoli fiori. L’indicazione maggiore è costituita dall’ipertrofia prostatica e dai disturbi della minzione ad essa associati. Vengono utilizzate le parti aeree della pianta, ricche in flavonoidi (quercetina, miricetina, kaempferolo), sitosterolo, tannini. L’Istituto di Farmacognosia e Fitochimica dell’Università di Losanna ha dimostrato che i tannini di E. parviflorum (enoteina A e B) inibiscono l’attività di un enzima (5-alfa-reduttasi) che favorisce la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone nell’ipertrofia della prostata e dell’aromatasi nel cancro prostatico.
Ortica (Urtica dioica L.)
La radice dell’Ortica viene utilizzata in fitoterapia nelle affezioni urologiche maschili. Gli estratti idroalcolici della radice contengono lectine e polisaccaridi con attività antiproliferativa sulla crescita del tessuto prostatico, bloccando la fissazione dei fattori di crescita sul loro recettore cellulare. Alcuni principi attivi (lignani, acidi octadecanoici) inibiscono l’attività di un enzima (5-alfa-reduttasi) che favorisce la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone nell’ipertrofia della prostata e dell’aromatasi nel cancro prostatico. Essi svolgerebbero, inoltre, un’azione antinfiammatoria preziosa nella prevenzione della prostatite.
Pruno africano (Pygeum africanum Hook)
Grande albero che può raggiungere anche i 30 metri di altezza, originario delle foreste africane. I principi attivi contenuti nella corteccia inibiscono i fattori di crescita responsabili dello sviluppo del tessuto prostatico. In seguito alla sua assunzione si rileva una riduzione significativa dei disturbi urinari, in particolare della minzione ripetuta e della nicturia.
Serenoa (Serenoa repens (Bartr.) Small o Sabal serrulata Roem. et Schult.)
È una piccola palma abbondante nel sud degli Stati Uniti (Florida). In fitoterapia si utilizza il frutto maturo per il trattamento dell’ipertrofia prostatica. Studi controllati hanno evidenziato la sua efficacia nel controllo dei disturbi conseguenti alla ipertrofia della prostata.