Osho: un riassunto della sua vita e del suo messaggio
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4 anni fa
Mai nato
Mai morto
Ha visitato questo pianeta dall’11 dicembre 1931 al 19 gennaio 1990
Questa è la presentazione di Osho sul suo sito ufficiale e l’epitaffio inciso sul suo sepolcro nell’ashram da lui fondato a Pune.
Ora cerchiamo di capirci qualcosina di più circa la sua ‘visita’ sul pianeta terra e il suo pensiero.
L’India del 1931 è una nazione ancora alle prese con il dominio inglese, ma che si sta lentamente incamminando verso l’indipendenza. Ad ulteriore conferma di questa azione di risveglio è anche l’anno in cui viene introdotto il simbolo del chakra al centro del tricolore indiano. A proposito di tricolore, proprio l’11 gennaio del 1931 Gandhi si trova in Italia, esattamente a Roma ricevuto in grande stile militare da Mussolini.
Nello stesso momento dell’incontro tra il Mahatma e il duce, nel minuscolo paesino indiano di Kuchwada nasce un bambino a cui viene dato il nome di Chandra Mohan Jain.
La casa è modesta, ma dotata di tutti i confort possibili per l’epoca. Il padre è un mercante di stoffe e la madre si occupa di lui e dei suoi 10 fratelli. 11 figli sono comunque tanti da gestire, quindi Chandra trascorre molto tempo nella casa dei nonni.
Ed è proprio la morte dell’amato nonno a suscitare la prima reazione introspettiva di Chandra: questo evento lo induce ad isolarsi e a ricercare la felicità in sé stesso. E tale e profonda conoscenza di sé lo porta da lì a pochi anni a scrivere numerosi racconti, saggi e addirittura a fondare una piccola rivista dall’evocativo titolo “Sforzo”.
Chandra è molto curioso e amante dello studio e intraprende quindi un proficuo percorso accademico che lo porta, nel 1955, a conseguire un master in filosofia e ad essere assunto come insegnante presso la stessa università di Raipur.
La sua indole ribelle e le sue idee rivoluzionarie lo conducono però presto in conflitto con il rettore stesso della facoltà, che nella sua lettera di licenziamento ha scritto: "…Il suo comportamento nocivo per l’educazione e la moralità degli studenti, lo rendono inadatto a ricoprire il ruolo di professore".
Dal 1958 al 1966 insegna filosofia presso l’università di Jabalpur. Ed è proprio in questi anni che si fa notare per le sue idee contrapposte al ‘pensar comune pregresso’, ma discordanti anche con il rivoluzionario movimento gandhiano di cui lui contesta un ‘inutile amore per la povertà’.
Osho si proclama un fervente sostenitore del capitalismo e vede proprio in questo modello di sviluppo economico/sociale l’unica via di salvezza per l’India.
Negli stessi anni riesce nell’impresa di scandalizzare tutti i leader religiosi dei vari culti presenti in India esponendo le sue idee aperte circa la sessualità. L’etichetta che gli viene affibbiata, nel solito insopportabile giochino del ‘divide et impera’, è: ‘guru del sesso’.
Questa assolutamente riduttiva definizione non sembra però turbare per nulla i suoi followers che sembrano nascere in ogni dove. Fonda decine di centri di meditazione sparsi in tutto il territorio indiano.
In questi anni cambia anche il proprio nome in Acharya Rajneesh prima e in Bhagwan Shree Rajneesh dopo. Solo nel 1989 sceglierà definitivamente il nome con cui ancora oggi è chiamato e conosciuto: Osho Rajneesh.
Qualsiasi religione che consideri questa vita come una valle di lacrime priva di significato, incentivando quindi l’odio per questa esistenza terrena, non potrà mai essere una vera religione (dal latino res-ligo, cosa che unisce. NDR). La religione è invece un’arte che deve insegnare come godere della vita.
Queste le parole pronunciate da Osho al convegno indiano delle religioni del 1969. Esattamente come ci si può espettare, e forse proprio come lui voleva, viene allontanato in malo modo e mai più invitato.
Tra il 1970 e il 1981 fonda diversi Ashram in cui divulga le sue idee circa l’arte di vivere.
Un’importante innovazione è sul come svolgere la meditazione: non più una statica meditazione zen, ma piuttosto una ‘meditazione dinamica’. Questa tecnica che si basa sul movimento frenetico attraverso il quale incanalare e liberare le proprie energie.
Egli propone anche un nuovo modello comportamentale per i suoi discepoli: non più un’austera vita monacale ascetica, ma piuttosto uno stile di vita celebrativo.
Lui è sicuramente per l’azione e l’espressione fisico/corporea di pensieri ed emozioni.
Abbastanza conosciuto e controverso è l’episodio avvenuto nell’ashram di Pune. Questo è l’ashram di punta del suo movimento ed è frequentato anche da numerosi terapisti occidentali.
In tutta l’India, soprattutto negli anni 60 e 70 del 1900, troviamo tracce della presenza, degli studi e degli esperimenti sociali condotti da psicoterapisti e studiosi occidentali.
Proprio all’interno di questo contesto di ritrova anche Richard Price, uno dei terapisti più noti, che racconta: “nelle sedute di gruppo incoraggiavamo gli uomini ad ESSERE violenti piuttosto che a GIOCARE a fare i violenti. E questo, col senno di poi, fu un grave errore”. Questa consapevolezza credo gli sia arrivata il giorno in cui ha deciso di lasciare l’ashram, con un braccio rotto, a seguito della sua reclusione forzata in una stanza con persone dotate di mazze di legno…
Ancora oggi non è chiaro se Osho fosse a conoscenza di tali pratiche.
Di ben altra natura e spessore sono le idee di Osho riguardo l’amore e la sessualità.
Tutti gli uomini sono esseri sessuali, però solo l’uomo ha il privilegio di avere qualcosa di più elevato: non il semplice incontro di due corpi, ma l’incontro di due anime.
Il concetto fondamentale di questa frase è l’accostamento tra sesso e anima, in assoluta contrapposizione con le religioni che ancora oggi vedono il rapporto sessuale con il solo scopo procreativo e non certo ricreativo!
Osho con questa frase ha messo i capi religiosi di fronte all’evidenza della loro scarsa considerazione dell’essere umano. L’uomo come un animale e non come una creatura spiritualmente più elevata.
Per Osho l’amore non può essere racchiuso in una relazione di coppia: ‘se sei amore, sei pieno d’amore e non puoi fare altro che condividerlo con chiunque’.
La relazione di coppia non è nient’altro che una reciproca illusione. Una prigione che pone le sue fondamenta sul bisogno di essere amati e sull’incapacità di stare soli.
Possiamo tranquillamente affermare che molte delle sue idee suonano rivoluzionare ancora oggi, nel 2021.
Tra il 1981 e il 1985 fonda e dirige una prosperosissima e molto frequentata comune negli Stati Uniti. Da qui in poi le informazioni e ‘le verità’ sono davvero molto confuse, contrastanti e dissonanti.
Sicuramente le sue idee di amore libero ed universale, di valore dell’individuo come singolo e di aberrazione delle religioni, lo portano ad essere ospite scomodo, malvisto e sgradito all’interno del territorio statunitense. La sua nota collezione di Rolls-Royce strizza però l’occhio al suo mai nascosto amore per il capitalismo e contestualmente lo porta ad essere mal visto da molti spiritualisti.
Nel 1985, dopo l’espulsione dagli Stati Uniti, torna in India: unico paese ad accoglierlo dopo che tantissimi stati, ritengo su indicazione più o meno esplicita degli States, gli hanno negato l’ingresso.
Qui i suoi discorsi si focalizzano quasi esclusivamente sull’amore e sullo zen.
Io non ho alcun insegnamento da offrire, alcuna dottrina, alcuna disciplina da darti. Tutto il mio sforzo consiste nel risvegliarti. Come fossi acqua fredda che ti viene buttata sugli occhi.
Concludendo, il personaggio Osho è sicuramente discusso e non-perfetto, ma come sempre sta a noi scegliere di focalizzarci sul bello o sul brutto di ogni situazione.
Il mio consiglio è sempre quello di trarre il bello e il meglio per te da ogni circostanza che ti si presenti davanti.
Alcune azioni e idee di Osho possono essere criticabili e altre sono senza dubbio di una meraviglia assoluta.
Quando sarai finalmente risvegliato non avrai bisogno di alcuna religione o dottrina o guru perché sarai solamente te stesso: un fiore unico e bellissimo.
Fuori e dentro, il viaggio continua.
Namaste
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