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Non di soli muri è fatta la casa

Pubblicato 4 anni fa

L’abitare sostenibile evoluto prende in considerazione anche la parte intangibile e ci aiuta a scegliere l’ambiente più giusto per noi

Il tema della sostenibilità nel campo dell’abitare è ampiamente dibattuto; tuttavia, ciò che si tende a rispettare è prevalentemente quello che la normativa richiede: pensiamo ad esempio al tema del risparmio energetico o idrico. Recupero delle materie prime, prossimità ai luoghi d’estrazione, riciclabilità, utilizzo di fonti rinnovabili sono soluzioni per le quali il mercato oggi si presenta pronto, ma che vengono recepite prevalentemente da un pubblico particolarmente attento e sensibile, non ancora dalla maggioranza delle persone. Potrebbe essere interessante analizzare il tema della sostenibilità legata all’abitare anche da un altro punto di vista. Chiamiamolo evoluto.

Indice dei contenuti:

Aspetti tangibili e intangibili

Prendiamo la definizione di sostenibilità data dal professor R. Dipak Pant, esperto internazionale sul tema: «Sostenibilità è quell’insieme di principi e pratiche che ci aiuta ad usare meno materie e meno energia, pur soddisfacendo i nostri bisogni reali in sicurezza e comodità. È il godimento lungo e intenso della vita, senza rompere l’armonia dentro sé stessi, nella coppia, nella famiglia, nella comunità, nel luogo, nel pianeta e nel cosmo». Potremmo chiederci: quali sono i nostri bisogni reali? E quelli del pianeta? Della famiglia, del cosmo? Sono essi solo “tangibili”? Oppure possono esistere altri e più profondi livelli di bisogno?

Per addentrarci in questo ambito, è bene scindere la realtà in due livelli. Un livello tangibile, visibile, misurabile, e uno non tangibile, non visibile, non misurabile. In quest’ultimo livello può ricadere, ad esempio, l’energia di un luogo, di un palazzo, di un tronco di legno, di un tappeto, ma anche l’energia delle persone che hanno contribuito a realizzare un luogo abitato.

Che cos’è l’abitare sostenibile evoluto

L’abitare sostenibile evoluto è, a mio avviso, quello che porta l’attenzione non solo verso il mondo tangibile, ma si spinge ancora più in profondità, andando a indagare i fattori invisibili e intangibili, intrinsecamente connessi alla parte materiale, visibile, di un ambiente, come ad esempio relazioni, simboli, ricordi, emozioni, parole, avvenimenti, credenze a livello subconscio.

Essi hanno la capacità di determinare la vivibilità e la sostenibilità “evoluta” di quell’ambiente.

Tutti noi, in fondo, abbiamo già fatto esperienza della vivibilità o invivibilità di un luogo: quante volte siamo stati subito male entrando in un ospedale per andare a trovare qualcuno? Quante volte siamo stati benissimo, accedendo a uno spazio sacro, oppure a un ambiente naturale a noi affine?

Un esempio pratico: il colore

Facciamo un esempio concreto pensando al tema del colore. Vi sono tre principali modalità con cui scegliere un colore di un ambiente.

  1. La moda, il gusto personale.
  2. L’associazione del colore a determinate emozioni che desideriamo stimolare nelle persone (e qui ci possiamo affidare a regole ben conosciute e applicabili a livello generalizzato).
  3. Andare in profondità e comprendere come un singolo colore possa influire sul benessere della persona. Significa verificare in maniera subconscia cosa un colore determini, a livello emozionale. Potremmo scegliere il più bell’azzurro del mondo per favorire il rilassamento, ma cosa potrebbe accadere se nella mente subconscia di quella persona a cui stiamo arredando la stanza da letto, per un motivo a noi ignoto, quell’azzurro richiamasse un evento traumatico? Potrebbe essere quello un ambiente sostenibile? A mio avviso, no.

Lo stesso esempio potremmo farlo su tanti ambiti diversi, per i quali propongo delle domande come spunto di riflessione:

  • chiedere ad un albero il permesso di abbatterlo renderebbe il processo più sostenibile?
  • Chiedere ad un edificio il permesso di modificarlo o demolirlo renderebbe il processo più sostenibile?
  • Coinvolgere tutte le persone (progettisti, costruttori, consulenti, aziende) nel condividere una visione più rispettosa anche della parte intangibile della realtà (ad esempio l’energia di un luogo o un prodotto) renderebbe il processo più sostenibile?
  • L’energia che trasmette un prodotto o un luogo può essere considerata fattore di sostenibilità?

Di certo, ancora per lungo tempo, le normative non richiederanno questo genere di valutazione, limitandosi a definire la parte misurabile della realtà.

Quindi sta a noi cominciare a valutare i confini di questo termine, sostenibilità, rapportandolo a un’analisi molto più attenta di quelli che possono essere i bisogni più profondi non solo nostri, ma anche di tutto ciò che è connesso alla realizzazione di un immobile.


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Recensioni dei clienti

Lia M.

Recensione del 19/03/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 19/03/2025

Una lettura che spiega ovviamente con terminologia adatta e nozioni esatte, quello che penso io. Mi ritrovo in queste parole, che cerco sempre a modo mio di diffondere

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