Menopausa non è malattia
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1 anno fa
Il problema della menopausa è oggi, con l’aumento della vita media che ci ha accompagnato nell’ultimo secolo, molto sentito dalle donne.
L’industria farmaceutica ha cercato, senza requie, di medicalizzarla, insieme ad altre fasi della vita (pubertà, gravidanza, allattamento, vecchiaia). Purtroppo, come ahimè fin troppo chiaro per la situazione Covid, quando forze economiche potenti si mettono in moto per modificare la percezione della gente, spesso il risultato viene raggiunto. Ecco dunque che testi controcorrente come questo, che cercano di riportare i ragionamenti medico-scientifici su un piano di logica, di razionalità e di buon senso, diventano merce rara e preziosa, a cui frequentemente abbeverarsi.
Chi come me da anni lotta, con il gruppo dei medici di segnale e in sintonia con logiche PNEI, di alimentazione naturale, di valore del movimento, per allontanare l’esigenza di sopprimere ogni sintomo con farmaci, concentrandosi invece su stile di vita e integrazione naturale, è già in un buon avamposto per vedere con maggiore chiarezza il delirio ipermedicalizzante a cui siamo quotidianamente sottoposti.
La menopausa non è che uno degli obiettivi di chi vuole “proteggere” la nostra salute a colpi di obblighi diagnostici e farmacologici.
Una fase della vita
La menopausa, dev’essere chiaro a tutti, è solo una delle fasi della vita delle donne e non una malattia, nonostante l’industria farmaceutica cerchi di farci credere il contrario.
La riduzione degli estrogeni in circolo può portare (nelle donne che trascurino una sana alimentazione) ad avere una pelle più secca, spenta, priva di tono. I capelli possono tendere a diventare più fragili e spenti. Ma la riduzione degli ormoni femminili è naturale, prevista da madre natura e non richiede compensazione o addirittura contrasto.
Con un’alimentazione sana e completa i più comuni disturbi legati a questo cambiamento ormonale, quali sudorazione, secchezza vaginale, tachicardia e insonnia, si attenuano notevolmente.
In assenza di produzione estrogenica da parte delle ovaie, il corpo attiva l’altra “fabbrica degli estrogeni” che è il tessuto adiposo. È quindi del tutto normale una lieve ridistribuzione postmenopausale della composizione corporea, che non dovrà essere contrastata ma solo accolta. L’equilibrio della donna non può mai essere legato ai valori ematici di un solo ormone. Basti pensare che con la menopausa alla riduzione della produzione di estrogeni (fino al 50%) si accompagna un quasi azzeramento della produzione di progesterone, a causa della non formazione del corpo luteo, che è una conseguenza dell’ovulazione. E allora? Dobbiamo forse ripristinare anche il progesterone su livelli premenopausali? Qualcuno lo fa. E tutti gli altri ormoni che sono correlati con questi? Pensiamo forse che non regolino i loro valori in conseguenza? E se i dosaggi, come spesso succede, sono alti, non è forse vero che siamo di fronte a un vero e proprio trattamento farmacologico, piuttosto che a una terapia sostitutiva? Siamo pronti ad accettarne gli sgradevoli effetti collaterali, anche mortali? Cominciare a informare le donne su pro e contro di tali interventi terapeutici potrebbe essere un primo piccolo-grande passo, invece di dare per scontata l’equazione “menopausa=terapia”.
La paura della morte è ciò che oggi attanaglia milioni di persone, terrorizzate da virus inesistenti o che per millenni abbiamo combattuto senza soverchi problemi. Qualcuno vuole vederci nel panico, chiusi in bolle di vetro, distanziati socialmente e con il terrore di abbracciarci. Il terrorismo mediatico-farmaceutico sulla menopausa ha lo stesso scopo: imporre inutili trattamenti farmacologici a tutta la popolazione.
Leggere, informarsi e prendere coscienza dell’inganno è invece il primo passo per aggiungere vita agli anni e vivere ogni giorno con la consapevole certezza di essere unici, belli, irripetibili.