La rivoluzione del bell-essere
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1 anno fa
Perché è importante prenderci cura della nostra pelle e come farlo con semplici e pochi gesti naturali e quotidiani
Viviamo tutti ben radicati in questa società dei social, dei filtri di bellezza, di Photoshop. Siamo abituati a camuffare la nostra pelle col trucco pesante o con dei ritocchini magici alle foto, tramite le numerose app dedicate a questo. Non siamo più abituati a confrontarci con la nostra pelle, a leggerla nella sua naturalezza, ad ascoltare ciò che ha da dirci. Siamo bombardati dal falso mito della perfezione, che ci chiede di confrontarci con standard di bellezza irrealizzabili e del tutto fittizi. Questo ci porta a osservarci con durezza, a recepire i segni della nostra pelle come difetti da mascherare, errori da correggere, malattie da curare.
Dalla bellezza artificiale al bell-essere naturale
Cambiare lo sguardo che abbiamo verso le cose è già il primo passo per cambiare le cose stesse.
La pelle, promemoria tangibile e visibile di come ci relazioniamo alla vita, è lo specchio di ciò che sentiamo e cartina tornasole di come viviamo la relazione con gli altri. Confine, limite, barriera, protezione, ma anche luogo di incontro, scambio e contatto. La pelle, muro di difesa e porta d’ingresso. Che ruolo complicato, difficile, meraviglioso che ha questo organo del corpo umano. Il più esteso, il più esposto, il più visibile. Basterebbe questo per comprendere l’importanza di scegliere prodotti naturali di qualità, che sappiano nutrire e coccolare questo organo come merita.
È importante inoltre osservarsi e considerare la possibilità che un segno che compare sulla pelle sia solo la punta dell’iceberg di una somatizzazione più profonda. I disturbi o i difetti della pelle necessitano quindi di un’azione di cura, che non deve essere solo da un punto di vista fisiologico, ma all’interno di un processo di comprensione lenta e amorevole del proprio benessere: dalla moda della bellezza artificiale a quella del bell-essere naturale.
Questo è un invito dolce a guardarsi dentro e fuori, e a cercare le correlazioni tra i due mondi, in un approccio olistico in cui ogni sintomo è parte di un sistema più complesso, affascinante e tutto da scoprire.
Le mani, strumento di bell-essere
La pelle assomiglia a una sacra pergamena su cui si scrive la nostra storia, quella interna di viscere e organi vitali, quella interiore di onde emotive e rotoli di pensieri. Ma pure quella esterna di relazioni e sguardi, di interazione con energie vitali o fonti di inquinamento, di atmosfere rivitalizzanti e fresche o raggi solari di varia intensità. La pelle è un’opera di scrittura, una mappa dove tutto viene registrato e trascritto. Abbiamo varie possibilità di imparare a leggere la nostra pelle pergamena, ma lo strumento più potente è quello che abbiamo incorporato nel nostro sistema, uno strumento capace di leggere in profondità, in superficie e oltre la pelle fisica; uno strumento che sa dare, trasferire, calmare, rivitalizzare, sbloccare, sanare, confluire. Si tratta delle mani e della possibilità di farne il nostro strumento prediletto di cura e comunicazione, anche ogni volta che sulla pelle vogliamo applicare qualcosa che la nutra, la sostenga, la guarisca.
Consigli pratici per comprendere i messaggi della pelle
Un buon inizio è quello di prendere l’abitudine di ascoltare la nostra pelle con le mani; una pratica che richiede calma e costanza, quasi una meditazione profonda, una via per conoscersi e autotrattarsi. Consigliamo di iniziare con viso e capo per impratichirsi, ma poi possiamo esplorare la pelle di tutto il corpo, soprattutto dove sorgono problemi, cicatrici, eruzioni.
A occhi chiusi e mai davanti allo specchio, mettiamoci comodi e iniziamo a posarci con i polpastrelli su una zona del viso e da lì esploriamo molto superficialmente. Ascoltiamo tutto quello che il tatto sopraffino ci trasmette.
Si apre un mondo, come quando accarezziamo con la stessa attenzione il tronco di un albero. Poi possiamo approfondire, rilasciare, scorrere e roteare la punta delle nostre mani. Esse sanno dove sostare, dove spingere, dove accarezzare, sentono punti tesi, vuoti, ascoltano cosa pulsa sotto, cuciono lacerazioni sopra pelle. Dopo il passaggio dei polpastrelli si sente il richiamo ad aprire tutta la mano, soprattutto al centro del palmo, e ci si muove ora su ogni parte di viso e capo, più e più volte. È facile provare emozioni, aprirsi ai ricordi o essere attraversati da sensazioni, avere immagini o visioni. Possiamo visualizzare o sentire parti del corpo od organi interni entrare in relazione con alcuni punti sfiorati. Questo è parte del racconto che le nostre mani ci fanno durante la loro lettura della pelle.
Una volta conclusa la pratica si portano le mani congiunte, si soffia fra i palmi e si ringrazia. Questa pratica può precedere l’applicazione di creme, oli, unguenti e tutto ciò che di buono, e quindi di naturale, possiamo dare alla pelle. In questo modo i preparati verranno assorbiti in maniera stupenda.