Il mercato clandestino della carne di cavallo
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1 anno fa
Ne siamo i primi consumatori in Europa, eppure i cavalli dovrebbero essere riconosciuti come animali d’affezione e non d’allevamento
I cavalli sono creature libere, gentili e delicate, amici dell’uomo, eppure subiscono violenze inimmaginabili e vengono trattati come oggetti. Migliaia di cavalli, infatti, vengono macellati ogni anno per finire sulle tavole degli italiani, i primi consumatori europei di carne di cavallo.
L’allevamento dei cavalli in Italia
Ma l’industria della carne di cavallo nasconde più di un lato oscuro.
In Italia l’allevamento di cavalli è un’attività molto diffusa: esistono quasi 178.000 allevamenti, che si traducono in più di 300.000 cavalli allevati per i settori dell’ippica o dell’equitazione. Più di 130.000 di questi cavalli sono considerati carne da macello e ogni anno oltre 25.000 cavalli vengono uccisi nei macelli italiani. Ma questo numero non considera tutti i cavalli che perdono la vita, in modo brutale e incontrollato, nella filiera del commercio clandestino, un fenomeno che purtroppo ha preso piede in Italia e in tutto il mondo. Secondo la legge italiana ogni cavallo deve essere dichiarato DPA o non DPA, dove DPA sta per “destinato alla produzione alimentare”. La carne dei cavalli usati nell’ippica o nell’intrattenimento, infatti, non può essere consumata perché potrebbe contenere farmaci e altre sostanze potenzialmente tossiche per l’essere umano.
Purtroppo, però, questa legge viene spesso infranta: durante diversi controlli sono state trovate nella carne di cavallo in commercio tracce di medicinali che vengono somministrati a cavalli non DPA. Esiste un’anagrafe in cui dovrebbero essere iscritti tutti i cavalli, DPA e non DPA, ma sembra che sia meno affidabile del previsto. Secondo il sistema informativo veterinario del Ministero della Salute solo nel 2023 sono stati rubati o smarriti 572 cavalli.
Il mercato sotterraneo della carne di cavallo non DPA – quindi non destinati al consumo umano – è reso possibile dalle mancanze nel tracciamento di questi animali da parte delle autorità sanitarie e di controllo: è così i cavalli ‘da compagnia’ o usati nello sport finiscono per essere macellati a fini alimentari.
Sfruttati fino alla fine
Accade perché l’industria che alleva questi animali li sfrutta fino alla fine: il cavallo troppo vecchio o stanco per gareggiare deve in qualche modo produrre ancora reddito, perciò si ricorre al mercato clandestino, facendo finire nei piatti di persone ignare sostanze pericolose per la loro salute.
E poi c’è la brutalità con cui questi animali vengono trasportati e macellati. Animal Equality, attraverso diverse inchieste, ha mostrato la verità nascosta sul trasporto e la macellazione dei cavalli in Italia, Spagna e Messico. Per soddisfare la richiesta dei consumatori l’Italia importa circa 13mila cavalli ogni anno, in particolare dalla Polonia, dalla Francia e dalla Spagna, costringendo i cavalli a viaggi lunghi ed estenuanti. Una volta arrivati nei macelli, lo stordimento (obbligatorio per legge) si rivela in molti casi inefficace, il che significa che il cavallo viene appeso per le zampe posteriori, ucciso mentre è ancora pienamente cosciente e dopo una dolorosa agonia.
Vietiamo la macellazione dei cavalli
L’unico modo per mettere fine a una pratica che nasconde un mare di sofferenza è vietare la macellazione dei cavalli. I cavalli, in Italia, vivono uno strano paradosso: sono, insieme ai conigli, tra i pochi animali a essere considerati ufficialmente sia animali “da affezione”, sia animali "da allevamento”. La campagna globale lanciata da Animal Equality contro la macellazione dei cavalli chiede che i cavalli vengano riconosciuti come animali di affezione, e che quindi abbiano gli stessi diritti degli animali cosiddetti “da compagnia”. Questo traguardo non è impossibile: nel 2020 la Grecia ha vietato la macellazione dei cavalli, includendoli nelle norme riservate a cani e gatti. È quindi vietato allevarli, utilizzarli ed esportarli per la produzione di pellicce, cuoio, carne o altri usi.
L’Italia e l’Unione Europea dovrebbero prendere posizione su questo tema e garantire a questi animali la tutela che meritano. La petizione, firmata da quasi 200.000 persone, è già arrivata al Parlamento Italiano e alcuni deputati hanno deciso di sostenere la fine della macellazione dei cavalli per il consumo umano. Se anche tu, leggendo le parole di questo articolo, hai sentito di non voler contribuire a questa pratica atroce, il primo passo che puoi fare è firmare la petizione andando sul sito animalequality.it e cercarla tra le petizioni attive.