Forest therapy in Italia
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6 anni fa
Disturbi dell’umore, ansia e depressione: come curarli con la medicina forestale
Gli schemi imposti dalla vita moderna insieme agli abusi tecnologici, ci allontanano sempre di più da quella che è la nostra vera essenza, privandoci di energia. Il nostro malessere è diventato un disagio sottile, fatto di ansia, depressione e disturbi di umore.
Già nel 2006 Richard Louv parlava di “deficit di natura” in riferimento ai bambini di oggi, condizione che ci accomuna anche da adulti, visto che trascorriamo più del 90% del nostro tempo in spazi chiusi.
La medicina forestale nasce in Giappone
Negli anni Ottanta, in Giappone, i ricercatori – studiando l’incremento di stress, ansia e depressione tra i lavoratori delle grandi metropoli – iniziarono a capire che la cura per questi mali moderni poteva essere il ritorno alla natura.
Nacque così la medicina forestale, una vera e propria pratica medica che impone di trascorrere del tempo nella natura, con benefici mentali e fisici. Il dottor Qing Li, fisico e immunologo, inventò lo shirin-yoku o “bagno nel bosco”, studiando gli effetti della foresta sulla salute umana.
Questa pratica non consiste nel fare esercizio fisico o jogging all’aria aperta, ma nell’essere nella natura, connettendosi con essa attraverso tutti i sensi. Da allora sono stati costruiti decine di “centri balneari” in prossimità dei parchi naturali del Giappone e anche in Italia, ci sono diverse possibilità.
Terapia forestale in Italia
L’Oasi Zegna per esempio, è un’area incontaminata e sito di interesse comunitario, incastonata tra le Alpi Biellesi, nel Piemonte settentrionale. In questo luogo, alcuni studiosi hanno rilevato che le masse fogliari dei faggi, emettono una grande quantità di monoterpeni, sostanze aromatiche volatili dall’effetto terapeutico.
In Trentino, invece, a Fai della Paganella, esiste un intero bioparco di faggi in Località Seraia, e nella favolosa Alpe Cimbra esistono due sentieri dedicati allo stesso tema: il percorso dei Giganti e quello del Respiro degli alberi. Qui la foresta è caratterizzata dal fascino degli abeti bianchi, dove stimoli artistici si mescolano alle leggende dei boschi. Anche in Alto Adige la ricchezza del paesaggio offre una moltitudine di soluzioni per sperimentare l’immersione nel bosco, come in Val Badia con il Sentiero di Meditazione.
Nelle valli del Natisone in provincia di Udine c’è invece una vera e propria stazione di terapia forestale, con un fitto programma di percorsi curativi di forest therapy, testati da medici e ricercatori volontari. La terapia forestale qui proposta è diversa dal semplice “bagno nella foresta”, perché finalizzata alla raccolta di dati, sugli effetti su alcune malattie respiratorie come l’asma.
Il messaggio segreto degli alberi
Non servono guide o indicazioni per questo tipo di attività, basta lasciarsi trasportare dalle sensazioni che il bosco ci regala in quel momento, entrando in un’altra dimensione, con la magia dei profumi, della luce, dei colori e dei rumori.
L’osservazione di altri esseri viventi e i messaggi segreti inviataci dagli alberi, ci suggeriscono come questa pratica stia diventando qualcosa di più di una semplice cura: è rispondere a un antico richiamo, quello custodito nel profondo del nostro cuore, che ci riporta alla nostra dimensione naturale.