Cranberry e D-Mannosio
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4 anni fa
La coppia vincente per il benessere urinario
I fastidi alle vie urinarie, e la cistite in particolare, sono molto diffusi nella popolazione soprattutto nelle donne, in cui la conformazione genito- urinaria favorisce le infezioni che ne sono all’origine; si stima che circa il 25% delle donne abbia un episodio di cistite una volta all’anno, mentre il 40-50% di esse ha avuto almeno un episodio di cistite nel corso della vita.
Le cause della cistite sono principalmente da attribuire ai batteri che raggiungono la vescica attraverso l’uretra, si moltiplicano e danno origine all’infezione e ai sintomi noti. Il batterio più comunemente coinvolto è l’Escherichia coli che vive e prolifera nell’intestino tenue. Questo batterio possiede due tipi di appendici filiformi: i flagelli, responsabili del suo movimento e le fimbrie, mediante le quali aderisce alle cellule dell’ospite. L’intervento che solitamente viene prescritto per le cistiti è di tipo antibiotico.
Tuttavia, l’aumento della resistenza agli antibiotici da parte di E.coli, ha stimolato la ricerca di nuovi approcci di trattamento per la riduzione delle recidive ricorrenti e dell’intensità dei fastidi urinari.
SOLUZIONI NATURALI
In particolare, l’attenzione si è rivolta alla capacità di questo batterio di aderire alle pareti della vescica e provocare i disturbi. Così si è visto che le fimbrie di E.coli si possono distinguere in:
- fimbrie di tipo 1: sono in grado di legarsi alle glicoproteine contenenti Mannosio; la presenza di Mannosio nelle urine può legarsi alle fimbrie, impedendo così che queste si leghino cellule dei tessuti;
- fimbrie di tipo P: si legano a un disaccaride del galattosio presente sulle cellule epiteliali della vescica.
Gli studi indicano che le proantocianidine di tipo A (PAC-A), molecole presenti esclusivamente nel Cranberry, sono in grado di legarsi a queste fimbrie, bloccandole. Grazie a queste conoscenze acquisite, si è sviluppato l’uso di combinazioni di sostanze funzionali di origine vegetale che agiscano in modo sinergico nel combattere E.coli inibendone l’adesione alle pareti della vescica.
CRANBERRY: LA BACCA DEL BENESSERE URINARIO
Il mirtillo rosso americano, meglio noto come Cranberry (Vaccinium macrocarpon Aiton.) è un piccolo arbusto originario del Nord-America, il cui frutto è ricco di sostanze zuccherine, acidi organici ma soprattutto di polifenoli. Nel 1998 sono stati individuati i componenti polifenolici del Cranberry responsabili dell’inibizione dell’E.coli: le Proantocianidine (PAC) successivamente meglio identificate come proantocianidine di tipo A. Le Proantocianidine, infatti, non sono tutte uguali: solo quelle di tipo A, presenti esclusivamente nel Cranberry, grazie alla frazione oligomerica con doppio legame di tipo A, sono in grado di legarsi alle fimbrie di E.coli. Ma non solo: anche la dimensione delle PAC-A gioca un ruolo importante.
Ve ne sono di molto grandi che, una volta ingerite, esercitano la propria attività limitatamente all’interno dell’intestino contrastando l’eventuale crescita in eccesso di Escherichia coli. Al contrario le PAC-A di piccole dimensioni, quali ad esempio la PAC-A dimeriche e trimeriche, sono in grado di essere assorbite dall’intestino e arrivare in vescica con le urine agendo direttamente sugli E.coli responsabili dell’infezione e dei sintomi fastidiosi.
IL D-MANNOSIO, LO ZUCCHERO CHE DIFENDE
Il D-Mannosio è uno zucchero naturale estratto dal legno di Betulla che, assunto per via orale, è in grado di legarsi alle fimbrie di tipo 1 (mannosio- sensibili) di E.coli. Previene così l’adesione del batterio alle cellule dell’uroepitelio e ne favorisce l’eliminazione con le urine. In sostanza il D-mannosio mima un meccanismo già presente nell’organismo: nelle vie urinarie, infatti, sono presenti glicoproteine contenenti Mannosio che proteggono l’epitelio della vescica dall’intrusione di batteri. Cosa importante: questo zucchero non viene metabolizzato dall’organismo umano e quindi non incide sulla glicemia.
COME CONTRASTARE I FASTIDI URINARI
È importante non trascurare questi disturbi e trattarli tempestivamente, per evitare che l’infezione si diffonda ai reni, con conseguenze più serie. Nel caso di cistiti ricorrenti, può essere opportuno anche intraprendere misure di prevenzione per evitare recidive.
Il primo consiglio utile è bere due litri al giorno di acqua oligominerale e mangiare cibi che possono acidificare le urine come prugne, limoni e mirtilli; l’ambiente acido infatti è sfavorevole alla crescita di E.coli. Esistono poi altre norme comportamentali, utili soprattutto per le donne: evitare biancheria intima e pantaloni troppo stretti o sintetici, curare l’igiene personale, in particolare durante il ciclo, evitando però l’uso di detergenti aggressivi, ridurre l’uso di lavande vaginali e, in spiaggia e in piscina, cambiare subito il costume bagnato.