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Che cos’è Ho'oponopono?

Pubblicato 2 mesi fa

Marcello Ferrara Corbari
Autore, scrittore e musicista

Scopri come utilizzare questa tecnica di auto-aiuto e pulizia emozionale per il tuo benessere e per migliorare le tue relazioni

Una pratica estremamente semplice, circoscritta entro poche frasi essenziali, di grande nitore. Un obiettivo chiaro e ben definito, orientato al raggiungimento della serenità individuale, ma a beneficio di tutta la collettività (com’è logico che sia). Un rito quotidiano di detox emozionale, per purificare mente e spirito dai blocchi energetici che derivano da pensieri reiterati e inquinanti, da paure e preoccupazioni per il futuro

Tutto questo è Ho’oponopono. Un distillato di saggezza derivato dagli antichi rituali dei guaritori-sciamani hawaiani. Ma in cosa consiste all’atto pratico questo metodo di risanamento? E qual è il significato del termine Ho’oponopono, vocabolo che al nostro orecchio occidentale risuona al contempo come buffo e familiare, una specie di nomignolo affettuoso per una sorta di creatura magica?

Indice dei contenuti:

Ho’oponopono: cosa significa?

Il termine Ho’oponopono può essere tradotto come “mettere le cose al proprio posto”. Si tratta infatti di un rituale del riordino: del sé, della propria interiorità in primo luogo. E conseguentemente di riordino delle nostre relazioni con gli altri, con il mondo esterno. Poiché nella visione di questa filosofia di vita le due cose non procedono mai in maniera disgiunta.

La qualità della nostra vita esteriore, ossia delle nostre relazioni con il prossimo, è un riflesso diretto della condizione psicologica cui soggiacciamo. Ritrovando armonia e serenità interiori, appianando disequilibri e asimmetrie che destabilizzano la nostra psiche, noi andiamo in maniera indiretta (ma innegabilmente efficace) a lavorare in termini positivi anche sulle dissonanze e sulle difficoltà che periodicamente insorgono nelle nostre relazioni con gli altri.

Contro l’entropia

Per dirla in termini fisico-matematici, si tratta di porre un argine e un freno alle forze entropiche che perennemente minacciano la nostra pace interiore. “Tutto tende al disordine se non si applica energia per mantenere inalterato l’ordine” recita la legge dell’Entropia, racchiusa all’interno del secondo principio della Termodinamica.

Tutto nell’Universo tende naturalmente al caos. E la nostra interiorità non fa eccezione. L’ordine non è qualcosa che si dà una volta per tutte e che si mantiene autonomamente. Richiede uno sforzo continuo, dedizione, impegno. E qualche sana accortezza, come ad esempio rituali e pratiche in grado di scandire tempi di lavoro e tempi di riposo, modalità di riordino e ripristino di uno stato se non ideale quantomeno apprezzabile. Ed ecco che torna il concetto basilare del nostro Ho’oponopono.

Donna con mani incrociate sul petto

Correggere gli errori

Una seconda traduzione per il termine Ho’oponopono, alternativa e per molti versi complementare alla prima, è la seguente: “correggere gli errori”. La pratica dell’Ho’oponopono si presenta come una tecnica psichica (così potremmo definirla, anche se con una punta eccessiva di tecnicismo illuminista) in grado di ricalibrare la nostra mente inconscia. Emendandola da memorie dolorose provenienti dal nostro passato, che bloccano sviluppo personale e crescita spirituale.

Questi blocchi si manifestano in noi a livello psicologico sotto forma di dogmi e paradigmi che ci irrigidiscono in schemi ripetitivi (talvolta vere e proprie ossessioni) da cui non siamo in grado di liberarci. E che ci portano a perpetuare gli stessi comportamenti e gli stessi errori (o quelli che noi riteniamo tali) in un loop infinito.

Ovviamente tutto questo si traduce, a livello fisico, in sovraccarico di taluni organi e apparati (a discapito energetico di altri), rigidità, stanchezza, irritabilità, senso di vuoto e mancanza di scopo e gioia nella nostra vita. Con conseguente compromissione della salute in senso ampio. Come impedire che tutto ciò continui a ripetersi?

Ho’oponopono: come si pratica?

La tecnica dell’Ho’oponopono è tutta sintetizzata in una sola semplice azione. La ripetizione reiterata di alcune brevi frasi, che nella loro asciutta concisione hanno il potere di andare dritto al punto, senza troppi tentennamenti. Qual è il mantra dell’Ho’oponopono? vi starete chiedendo, impazienti.

Beh, prima di svelarvi questa formula è opportuna una precisazione: quello dell’Ho’oponopono non è un vero e proprio “mantra”. In quanto un mantra è essenzialmente un suono, privo di significato concreto, il cui potere di guarigione è legato alla vibrazione che produce in noi in termini di onde puramente fisiche, sonore.

Ho’oponopono invece utilizza frasi, in lingue diverse a seconda di chi sta praticando, che hanno un significato concreto e vanno a parlare alla mente del praticante tramite la sua lingua madre. Detto questo, però, in questo nostro articolo continueremo a utilizzare la parola “mantra” in senso generico, riferito all’Ho’oponopono.

Dunque, tornando al punto, Ho’oponopono si articola in quattro enunciati:

  • “Mi dispiace”.
  • “Perdonami”.
  • “Grazie”.
  • “Ti amo” (o “Ti voglio bene”).

Quante volte recitare l’Ho’oponopono?

Non esiste un numero preciso di ripetizioni delle quattro frasi dell’Ho’oponopono. Rifacendosi a varie tradizioni di meditazione del mondo orientale alcuni indicano in 21 il numero di ripetizioni ideali delle quattro frasi (secondo l’uso in auge nella tradizione yogica) altri in 108 (basandosi sulla tradizione buddhista legata al numero di grani dei mala). Ma non esiste una numerazione stabilita in modo univoco.

In generale lo strumento dell’Ho’oponopono per risolvere un problema può essere reiterato fintanto che non si percepisce, a livello personale, che le ripetizioni cicliche delle frasi hanno apportato un beneficio concreto in termini di tranquillità di spirito. Succederà allora che per ogni singola seduta il numero di ripetizioni potrà variare, anche notevolmente: il nostro stato emozionale non è mai lo stesso. A volte il riordino dell’anima ha bisogno di più tempo, altre di meno. Nel dubbio, qualche ripetizione in più non sarà dannosa, di questo possiamo esserne certi.

Quando mi sono approcciato a questa tecnica ho iniziato con una decina di ripetizioni: mi sembrava fossero sufficienti a ricentrarmi e sono andato avanti così per circa una settimana. Dopo qualche tempo però, trovandomi in una situazione un po’ più ostica, ne ho raddoppiato il numero. Infine sono passato, anche per una questione di praticità, all’ascolto di mantra audio (reperibili gratuitamente su Youtube) nei quali il numero di ripetizioni era già predefinito in 108. E devo dire che il fatto di non dover contare le frasi e così facendo potermi concentrare soltanto sul significato di ciò che andavo dicendo mi è stato di grande beneficio.

A chi rivolgere idealmente il mantra Ho’oponopono?

Sebbene possano sembrare indirizzate al mondo esterno e al nostro prossimo, le frasi dell’Ho’oponopono vanno rivolte a se stessi.


Uno degli aspetti fondamentali di questo strumento di guarigione e crescita personale è che va a lavorare in primis sulla serenità di giudizio verso noi stessi.


Sulla tendenza cioè, umana e assai comune, che tutti noi abbiamo a esprimere giudizi inflessibili sul nostro operato e sulle nostre scelte (e dunque anche sull’operato e sulle scelte altrui). Ho’oponopono rivolge il suo “mi dispiace” e il suo “perdonami” prima di tutto al nostro bambino interiore, alla nostra parte sensibile e spaventata che vive nelle profondità della nostra anima. Allo stesso modo la accarezza con il suo “grazie” e il suo “ti amo”. Ricordandole che ha tutto il nostro supporto, anche se molte volte non sembra.

Semplice ma non banale

Tutto davvero molto semplice e basilare, ma sappiamo bene che non bisogna mai sottovalutare il potere della semplicità. La quale non va mai confusa con la banalità, che è assolutamente tutt’altro. Come tanti pensatori hanno evidenziato nel corso dei secoli la semplicità, lungi dall’essere un punto di partenza, è un traguardo finale. Che si raggiunge al termine di un processo di comprensione e raffinamento. Il fiore ultimo che sboccia da una presa di consapevolezza della complessità delle cose.

Noi occidentali tendiamo spesso e volentieri a banalizzare alcune pratiche o alcuni sistemi di pensiero perché sono concettualmente semplici, simili ad altri di cui si è già sentito parlare. E rapidamente li bolliamo come inefficaci. Ma l’efficacia di una pratica si basa sulla sua applicazione, non sulla mera teoria. Se così fosse, non ci sarebbe bisogno, ad esempio, di fare attività fisica con una certa frequenza, dal momento che una volta che abbiamo appreso il concetto non c’è nulla di nuovo da afferrare. Sappiamo tutti benissimo che così non è: l’apporto salutistico di un’infinità di pratiche deriva dalla costanza delle loro applicazione. Lo stesso vale per l’Ho’oponopono.

Vantaggi e limiti dell’Ho’oponopono

Passiamo in rassegna alcuni dei vantaggi della pratica dell’Ho’oponopono. Primo, la sua semplicità: è alla portata di tutti, di tutte le menti, a prescindere dal grado di preparazione culturale, diciamo così, del praticante. Secondo, il fatto che possa essere praticato ovunque, in qualunque momento: non c’è bisogno di uno spazio privilegiato, non c’è bisogno di tappetini, cuscini o altra attrezzatura. Di più, può essere praticato sia da seduti che da in piedi o da sdraiati, ad occhi chiusi o ad occhi aperti, silenziosamente o ad alta voce. Terzo: può essere praticato più volte al giorno, a seconda delle esigenze. Non ci sono controindicazioni al numero di sedute giornaliere.

Di contro i limiti di questa pratica possono essere individuati nel fatto che è una pratica prettamente mentale e linguistica. Una pratica di pura parola, cioè. E questo fa sì che forse non abbia quel potere di penetrazione e cambiamento che può avere una pratica che coinvolga anche il fisico e i suoi riflessi sul mentale.

Donna con un bigliettino in mano con scritto Per favore perdonami

Il potere curativo della riconciliazione

In sintesi potremmo dire che Ho’oponopono si basa sul concetto di perdono.


Si tratta cioè fondamentalmente di una pratica di riconciliazione: con il proprio io interiore. Secondariamente anche con gli altri. Ma anche con il nostro destino, con le scelte volute o imposte dalla nostra vita.


Perdonare è guarire” recita un vecchio adagio. Ho’oponopono lavora su quel sottofondo di rabbia, vittimismo o rancore che tutti, chi più chi meno, ci portiamo dentro per il fatto che le cose non vanno come vorremmo che andassero. Che le persone non si comportano come vorremmo che si comportassero. Ho’oponopono porta gentilmente alla superficie queste problematicità, aiutandole a dissiparsi col potere della benevolenza e della compassione.

Un po’ di storia: le origini dell’Ho’oponopono

Ho’oponopono nasce come pratica collettiva, volta alla guarigione della comunità attraverso un processo di catarsi collettiva. L’anziana hawaiana Mary Kawena Pukui (1895-1986) insegnava l’Ho’oponopono come metodo negli incontri all’interno delle cerchie familiari per correggere i comportamenti sbagliati. Tradizionalmente questo metodo prevede la presenza di un mediatore (haku). Nel processo di risoluzione del conflitto (kala), ogni partecipante guarda nel proprio cuore, perdona incondizionatamente con l’aiuto di Dio e davanti a tutte le persone coinvolte. E ognuno viene perdonato (mihi). In questo modo tutte le componenti di collera, rabbia e irritazione vengono dissolte per sempre (oki).

La kahuna Morrnah Nalamaku Simeona (1913-1992) insegnava l’Ho’oponopono come rituale per la soluzione di ogni genere di conflitto e ha modernizzato il metodo di Mary Kawena Pukui introducendovi influssi cristiani e indiani. Da allora il singolo individuo può praticare Ho’oponopono autonomamente come terapia di auto-aiuto psichico e spirituale.

Dopo la morte di Morrnah Nalamaku Simeona, il dottor Ihaleakala Hew Len (qui trovi la sua biografia e i suoi libri), uno dei suoi studenti, ha assunto la direzione della “Foundation of I” da lei creata e ha ulteriormente sviluppato il suo approccio, trasformandolo in “Self-I-Dentity-Ho’oponopono”. Il dottor Len insegna Ho’oponopono come metodo di purificazione (cleaning) da ricordi che ostacolano l’identità spirituale.

Scopri la nostra selezione di libri sulla pratica di Ho'oponopono per migliorare il tuo benessere emotivo e mentale: 

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› Il Mantra Ho'oponopono: come usarlo


Ultimi commenti su Che cos’è Ho'oponopono?

Recensioni dei clienti

Lia M.

Recensione del 29/07/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 29/07/2025

L'avevo sentito nomiare, nome che non passa di certo inosservato! Questa spiegazione è stata molto chiara, e mi è piaciuta la definizione di entropia, che non conoscevo

Gilia M.

Recensione del 14/06/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 14/06/2025

Sapevo cosa fosse nella tradizione hawaiana ma ora che ne ho letto qui sul blog di Macrolibrarsi capisco che si può veramente usare come terapia di autoaiuto.

Baristo T.

Recensione del 13/06/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 13/06/2025

Ho imparato a conoscere l'Ho’oponopono proprio qui sul blog di Macrolibrarsi e ho trovato affascinante sia la storia che i suoi utilizzi in questo caso di autoaiuto che è sempre un toccasana per il nostro benessere. Grazie per tutte le informazioni.

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