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Cannabis medicinale: la rivoluzione

Pubblicato 5 anni fa

I principi attivi del sistema cannabinoide sono efficaci per ansia, insonnia, dolore, infiammazione

Quando si pensa ai prodotti di origine vegetale, non si deve compiere il facile errore di considerare un solo principio attivo, ma un insieme di più sostanze chiamato fitocomplesso. L’industria farmacologica ci ha abituato all’idea che un singolo principio attivo possa da solo svolgere tutte le funzioni terapeutiche, ma la scienza della fitoterapia insegna che non è così.

Nel caso della Cannabis per esempio, il fitocomplesso è composto dai cannabinoidi, dai terpeni, dalle clorofille, dagli alcaloidi e da altri gruppi di sostanze: in totale si tratta di oltre 800 molecole.

I FITOCANNABINOIDI

I fitocannabinoidi sono idrocarburi aromatici contenenti ossigeno. Per la loro natura lipofila (si sciolgono nei grassi) sono quasi del tutto insolubili in acqua. A tutt’oggi, riguardo alla cannabis sono stati identificati più di 140 cannabinoidi, molti dei quali ancora poco conosciuti. Le molecole maggiormente studiate sono THC e CBD. L’effetto psicotropo è da imputare al THC, mentre il CBD non ha alcuna azione psicoattiva.

È da precisare che nelle infiorescenze crude (raw) di Cannabis, i cannabinoidi sono nella loro forma acida, per questo motivo vengono denominati THCa e CBDa. Se vengono sottoposti a determinate temperature queste molecole perdono un gruppo carbossile (-COOH), si trasformano in molecole maggiormente attive diventando THC e CBD.

TERPENI

I terpeni sono una classe di composti organici naturali, diffusi specialmente nel regno vegetale che, pur essendo chimicamente differenziati, hanno in comune come unità strutturale la molecola dell’isoprene. Mircene, Limonene, Linalolo, Beta-Carofillene, sono solo alcuni dei numerosissimi composti presenti che – interagendo con il sistema recettoriale dei “vanilloidi” – lavorano in “tandem” con i recettori per i cannabinoidi, distinti in recettori CB1 (CB1r) principalmente distribuiti nel sistema nervoso centrale e recettori CB2 (CB2r) principalmente diffusi in moltissimi organi periferici. Da ciò possiamo definire la distribuzione del sistema endo-cannabinoide (ECS) nel corpo umano come ubiquitaria.

LA CANNABIS MEDICINALE

Se assunto da solo, un qualsiasi principio attivo contenuto nelle piante di cannabis potrà avere un determinato insieme di effetti. Viceversa se vengono assunti più principi simultaneamente, ovvero un fitocomplesso, ogni singolo composto agirà come parte integrante di un sistema più grande e complesso, offrendo potenzialità che vanno ben oltre le singole proprietà di ogni sostanza.

Quest’azione sinergica è chiamata “effetto Entourage”. La Cannabis medicinale ha un indice terapeutico – il parametro farmacologico che è indice della sicurezza di un farmaco – molto elevato: basti pensare che la dose letale di Cannabis è attestata attorno ai 700 Kg (assunti nel giro di un’ora) mentre la dose letale dell’Aspirina (acido acetilsalicilico) è di soli 30 g. 

Il CBD ha enorme importanza da un punto di vista terapeutico principalmente per due motivi:

  • da un punto di vista farmacologico ha numerose applicazioni cliniche anche per la sua mancanza di effetti psicotropi, caratteristica che lo differenzia dal THC;
  • da un punto di vista normativo non segue l’iter burocratico prescrittivo delle infiorescenze di cannabis che contengono THC, quindi la sua dispensazione è facilitata.

Il CBD ha un’azione antidolorifica, antiossidante, antinfiammatoria, antiemetica, ansiolitica, anti convulsivante e antipsicotica; in combinazione con il THC ne attenua infatti gli effetti euforizzanti.

Oltre agli effetti appena citati il CBD riesce a migliorare anche una sintomatologia ‘’quotidiana’’ che colpisce moltissime persone: stiamo parlando delle situazioni di insonnia, di ansia, del dolore associato all’emicrania e in generale del dolore cronico che grazie al CBD verrebbe reso più sopportabile e gestibile.


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