Breve storia della canapa
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5 anni fa
La Redazione di Macrolibrarsi
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I mille utilizzi della più versatile delle piante tessili
La canapa è una pianta erbacea annuale, di cui esistono tre diverse varietà: la sativa, la indica e la ruderalis.
Sebbene sia considerata tipicamente asiatica, secondo gli studiosi cresceva nel bacino del Mediterraneo già 13.000 anni fa. Piano piano l’uomo è riuscito a cogliere la praticità di questa pianta e a usarla in vari ambiti industriali.
DALLA PREISTORIA A OGGI
L’uso della canapa risale ad almeno 10.000 anni fa: alcuni reperti infatti permettono di far risalire il suo uso all’8000 a.C., in Medio Oriente e in Asia.
Ma quali sono i campi di utilizzo di questa fibra? È il settore tessile a essere quello maggiormente interessato: la fibra che si ricava da questa pianta coriacea, in grado di crescere anche nei terreni più poveri, veniva impiegata per ottenere corde e vele per barche.
Anche l’Italia conosceva i suoi benefici e l’apice del suo utilizzo risale all’epoca delle Repubbliche marinare, quando era utilizzata per equipaggiare le navi da guerra.
La fibra era usata inoltre per confezionare biancheria per la casa, soprattutto tovaglie e abiti: il tessuto di canapa è tre volte più resistente agli strappi rispetto al cotone. Molto ricercata e apprezzata per la sua resistenza, ci furono periodi in cui la coltivazione della canapa era fortemente incentivata: il primato di coltivazione per un certo periodo spettò all’Italia, che divenne primo produttore mondiale e primo fornitore per le flotte navali inglesi di Enrico VIII.
L’uso della canapa è talmente versatile che a un certo momento in passato veniva utilizzata in più settori, dall’illuminazione, all’alimentare fino al settore automobilistico.
LA BIBBIA DI CANAPA
L’uso della canapa era abbastanza comune anche per la produzione di carta: le prime copie della Bibbia stampata da Gutenberg erano su carta di canapa, così come lo era la carta usata per stilare la Costituzione americana nel 1776.
Il suo uso era facilitato dalla generosità di questa pianta: la cellulosa prodotta da un ettaro di canapa era la stessa ottenuta da quattro ettari di foreste secolari; un bel risparmio di alberi che permetterebbe di salvaguardare le nostre sempre più martoriate foreste.
La carta di canapa ha anche un risvolto ambientale non indifferente: essendo a basso contenuto di lignina, la sua cellulosa è già naturalmente bianca e non necessita dei processi di sbiancamento – spesso e volentieri chimici – che hanno un impatto inquinante altissimo.