Erica Poli ti spiega le tecniche per fare sogni ludici
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1 anno fa
Ecco come sognare consapevolmente per accedere al potenziale nascosto della nostra psiche e trasformarci
A molti è capitato almeno una volta nella vita: stiamo sognando e siamo consapevoli di trovarci in un sogno. È come se fossimo svegli, ma stiamo dormendo. E nel sogno che stiamo vivendo possiamo compiere scelte, prendere decisioni. Eccolo il sogno lucido, che da sempre affascina l’umanità a tutte le latitudini e in tutti i tempi. Cosa ci lasciano questi sogni? Come interpretare i loro messaggi? Possiamo imparare a farli e a che scopo? Ne abbiamo parlato con Erika Francesca Poli che si è occupata di questo tema come ipnotista e terapista.
Il sogno lucido si fa a occhi aperti o a occhi chiusi, ovvero quando siamo svegli o quando dormiamo?
In realtà, lo si può fare in entrambi i modi, infatti le opzioni sono diverse e, se vuoi, anche fascinose. Se vogliamo essere aderenti alla definizione lessicale, il sogno lucido è uno stato onirico – quindi avviene durante il sonno, nello specifico nella fase REM – nel quale il soggetto sogna ed è consapevole e cosciente del fatto di trovarsi all’interno di un sogno. Poi, in realtà, per estensione si può parlare di sogno lucido intendendo anche un sogno da svegli, ovvero una rêverie. Ci sono poi tutte le dimensioni limitrofe dell’ipnosi e della trance che chiaramente viaggiano su territori che sono affini a quelli del sogno lucido. È un mondo affascinante, che ha delle potenzialità terapeutiche e performative.
Cosa ci dice il sogno lucido, in che modo ci parla?
Innanzitutto, è interessante aprire un dialogo tra l’antropologia e le neuroscienze. Dal punto di vista antropologico, il sogno, in tutte le culture e in tutti i popoli, è sempre stato considerato un messaggio (ad esempio un messaggio che proviene dalla sfera del divino).
Poi, con l’avvento della modernità, il sogno comincia a essere relegato in ambito poetico e letterario. Successivamente, con Freud e la psicanalisi, viene rivalutato e indagato come una “fuga di notizie dall’inconscio”. Infine, con l’avvento delle neuroscienze, il sogno perde quest’aura e viene considerato a livello neuro-fisiologico semplicemente come un’attività di scarto, di rimaneggiamento delle informazioni ottenute durante la veglia, con l’unica funzione di ripulire la memoria da ciò che non serve. In questo contesto, anche le immagini oniriche vengono considerate un semplice epifenomeno, un effetto collaterale di questa attività.
Gli approcci neuroscientifici più recenti (di frontiera) riaprono la questione del sogno, avvicinandosi alla sua interpretazione antropologica come messaggero. In questa nuova cornice il sogno è certamente un’attività nella quale tutto il nostro organismo, tutto il nostro sistema psicofisico, viene ripulito dalle scorie della vita da svegli, però con un intento, che è quello di riportare la persona a essere più aderente al proprio codice originario, cioè a quell’informazione di identità che è sancita dal suo connettoma, dal suo genoma o epigenoma. Durante la notte, quindi, si ricostituisce l’essenza dell’individuo e questo proprio attraverso l’attività immaginativa di visualizzazione, che permette di riportare il più possibile il soggetto alla sua identità.
Nel sogno lucido ci troviamo quindi al limite tra conscio e inconscio?
Questo è proprio il punto chiave. Noi oggi sappiamo pochissimo di come funzioni la coscienza, quindi questi stati di coscienza modificati, che sono già nella nostra fisiologia (perché tutti noi sogniamo), sono preziosi perché ci indicano che innegabilmente la nostra coscienza si articola su diversi piani.
Allora sorge inevitabile e spontanea l’idea che, potendo navigare queste dimensioni, si possa in qualche modo poi incidere sulla vita dell’individuo, sulla sua psiche. Il sogno ludico si configura quindi come una via regia, privilegiata, per delle trasformazioni, per la co-creazione della realtà. Questa, in fondo, è stata l’idea anche della psicanalisi e questa è l’idea di tutto lo sciamanesimo. Lo sciamano, infatti, dice che per ogni malattia esiste un sogno, che la malattia prima è sognata, dopo di che si manifesta. Pertanto, così come esiste un sogno per ogni malattia, esiste anche una guarigione sognata da qualche parte per ogni malattia. Lo sciamano, quindi, che cosa fa? Viaggia nei mondi onirici, cercando la risoluzione del sogno della persona, all’interno della quale ritrova la soluzione al suo malessere.
Possiamo allenarci a fare sogni lucidi?
Il sogno lucido ha un potenziale in più rispetto al sogno naturale, proprio perché il soggetto sa di essere in un sogno, in qualche modo è sveglio seppur sognante. Pertanto, in questo stato alterato di coscienza, che è il sonno essendo sveglio, può scegliere, può far accadere delle cose, che poi potrebbero materializzarsi nel corso della veglia. Ecco allora che sorge quella disciplina, che viene chiamata onironautica, che è proprio lo studio, la pratica dei sogni lucidi.
Esistono numerose tecniche e sistemi per aumentare il livello di coscienza nello stato onirico e fare in modo che, una volta raggiunta questa lucidità, la persona possa interagire con il sogno, il che vuol dire interagire con gli stati profondi della psiche e avere più possibilità di trasformarsi, rispetto al semplice pensiero razionale.
Ci sono le pratiche che Jung ci ha lasciato nel suo Libro Rosso, la psicosintesi, lo yoga nidra o yoga del sonno, l’ipnosi.
Nell’onironautica vengono proposte specifiche meditazioni e visualizzazioni prima di dormire e si chiama a sé il sogno: ci si concentra, ci si rivolge allo strato profondo del “Sé”, chiedendo che mandi un sogno, magari rispetto a un tema, con il quale poter interagire. La cosa interessante, che io ho verificato sul campo, cioè empiricamente con i miei pazienti, è che quanto più si presta attenzione al sogno, quanto più il sogno si presenta ed è più facile che si presenti in forma lucida: come se veramente ci fosse una scienza dell’intenzione attraverso la quale possiamo ampliare lo spazio di interazione con il sogno lucido e quindi con la nostra coscienza.