Vai al contenuto principale Vai al footer

  +39 0547 346317
Assistenza dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, Sabato dalle 8 alle 12

Siddharta, un Buddha

Pubblicato 3 anni fa

Ci troviamo in India, intorno al 500 a.C. In una famiglia di nobili origini nasce un bambino e viene chiamato Siddhartha Gautama.

Questo bambino cresce con grande consapevolezza dovuta sia alle innumerevoli incarnazioni precedenti di cui ha piena memoria e coscienza, sia grazie al tempo e alla costanza che egli dedica con gioia alla meditazione.

Lui ha ben chiaro fin da subito il suo obiettivo:


Per conseguire l’Illuminazione io sono nato, per il bene di tutti gli esseri senzienti: questa è la mia ultima esistenza nel Mondo.


Ci sono diversi racconti sulla sua gioventù e uno di questi narra che Siddharta all’interno del castello poteva usufruire di tutto il cibo che volesse, di tutte le arti che volesse, di tutta la servitù che volesse, insomma di tutti i confort possibili ed immaginabili. Aveva un solo vincolo imposto da suo padre: non uscire per nessun motivo dalle mura del castello. 

Lui però era molto curioso e, dapprima di nascosto, cominciò ad uscire e fare dei giri per la città. Scoprì a quel punto che il mondo aveva molte cose interessanti da vedere, sperimentare e conoscere. Scoprì che doveva rischiare, trasgredendo al volere imposto dall’alto, per poter trovare la sua strada e la sua personale realizzazione. Se si fosse adagiato in quel lusso, senza il coraggio di uscire, non avrebbe mai raggiunto l’illuminazione.

Un giorno incontrando un vecchio, un malato e un morto comprese improvvisamente che la sofferenza accomuna tutta l’umanità e che tutti i valori che gli avevano inculcato fino a quel punto fossero effimeri. Da qui nacque la sua affermazione: “la Vita è sofferenza”. Capì inoltre che le sue conoscenze e le sue ricchezze fossero in realtà delle prigioni dorate per nulla utili al suo cammino di evoluzione interiore.

All’età di 29 anni lasciò la sua famiglia di nascita ed iniziò ad esplorare l’India, partì per conoscere e frequentare diversi guru, diversi maestri ed iniziò a vivere esperienze diverse da quelle a cui era sempre stato abituato nella sua agiata gioventù.

Siddharta ha sempre sottolineato l’importanza degli insegnamenti di questi maestri, l’esempio che questi guru gli hanno dato, la via che gli hanno mostrato. Ma alla fine la comprensione e la realizzazione non può che essere personale!

La sua frequentazione con diversi maestri lo portò a praticare vari metodi di ascetismo, di meditazione e anche alcune diete molto restrittive. Un giorno però iniziò a considerare inutili e fin anche dannose le pratiche ascetiche estreme e tornò quindi ad una alimentazione più equilibrata. Famoso è il momento in cui, accettando una tazza di riso bollito nel latte offertagli da una ragazza, perse di colpo l’ammirazione dei suoi discepoli e amici, che videro nel suo gesto un segno di debolezza e lo lasciarono solo.

Gautama capì che la conoscenza salvifica può essere trovata solo nella meditazione di profonda visione e che questa può essere portata avanti solo se il corpo è sano, non stremato da fame, sete e sofferenze auto-inflitte.

Anche in questo non ebbe paura di compiere scelte coraggiose, con sempre chiaro in mente il SUO personale percorso di realizzazione.

Un’altra sua grande dote e lascito è il non considerare definitivo alcun tipo di insegnamento: riteneva infatti ci fosse sempre qualcosa di nuovo da apprendere, mantenendo una ‘limpida mente aperta’. Fu una persona che cercò di capire e comprendere, ma che soprattutto cercò di vivere appieno questa sua ultima esperienza materiale sul pianeta Terra e insegnò che questa materialità non va assolutamente ignorata o rifiutata a priori, ma piuttosto va compresa e considerata per quello che è, ovvero una grande illusione, in sanscrito ‘Maya’.

Intorno ai 35 anni, dopo sette settimane di meditazione quasi ininterrotta, seduto a gambe incrociate nella posizione del loto sotto un albero di fico, nella città indiana di Bodhgaya, raggiunse la cosiddetta illuminazione. Buddha conseguì attraverso la meditazione una visione sempre più ampia e una comprensione sempre più profonda dei fenomeni materici ed energetici che lo circondavano.

Dopo poche settimane Buddha tornò a meditare sotto al ficus e si interrogò se dovesse o meno diffondere questa sua consapevolezza nel mondo, ritenendola “difficile da comprendere, al di là della ragione, comprensibile solo ai saggi”. A questo punto Brahma, il creatore del mondo materiale, si manifestò a Buddha e lo invitò a condividere la sua illuminazione “per aprire i cancelli alla consapevolezza dell’immortalità dello spirito”. Ovvero per permettere all’umanità di uscire dal ciclo terreno di nascita, malattia, vecchiaia e morte e passare quindi ai pianeti superiori, in sanscrito ‘Para-desh’.

Il titolo di questo articolo è “Siddharta, un Buddha”, per sottolineare il fatto che tutti possiamo essere dei Buddha, tutti possiamo raggiungere la buddità, l’illuminazione.

In sanscrito Buddha è: ‘colui che ha risvegliato la buddhi’, ossia l’intelligenza. Intelletto o intelligenza intese come la facoltà di comprendere i fenomeni a cui prendiamo parte e il decodificare le informazioni provenienti dalla mente, ovvero una piena comprensione della realtà interna ed esterna e la piena capacità di scissione tra ciò che è reale e quelle che sono, appunto, proiezioni mentali.

UN Buddha, perché Siddharta Gautama è stato una persona comune, non un Dio, non un semi-Dio o qualche altra creatura sovrumana, ma un essere umano come te e come me e come tutti gli altri. Tutti abbiamo la facoltà di raggiungere l’illuminazione, basta volerlo. E applicarsi con costanza e pazienza.


Quel che mi è sempre piaciuto del buddismo è la sua tolleranza, l’assenza del peccato, la mancanza di quel peso sordo che noi occidentali, invece, ci portiamo sempre dietro e che in fondo è la colla della nostra civiltà: il senso di colpa.


Acuta e reale riflessione di Tiziano Terzani.

Io dico che una grande illuminazione è il raggiungere la consapevolezza che questa esistenza in forma umana e materiale sul pianeta Terra è senza dubbio faticosa e causa di sofferenza, ma se la affronti con il sorriso e con amore, lo è un po’ meno.

Fuori e dentro, il viaggio continua,
namaste

Per approfondire puoi leggere:


Ultimi commenti su Siddharta, un Buddha

Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 09/06/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 09/06/2025

Mi è sempre piaciuto leggere di Siddharta e in effetti prendere la vita da questo punto di vista potrebbe donarci un'esistenza più leggera, meno faticosa e con meno sofferenze. Grazie per questo bellissimo articolo.

Gilia M.

Recensione del 16/05/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 16/05/2025

Ho letto molti libri sul tema soprattutto negli anni 70/80 ed è per questo che quando andavamo in giro per il mondo e in particolare in India, ho portato i miei figli da un guru conosciuto dal capitano della nave su cui lavorava mio marito e facendo spesso scalo a Mumbai ogni volta che potevamo facevo insegnare qualcosa ai miei figli soprattutto per far loro capire che non è il materiale che ci rende ricchi e sono orgogliosa di come sono cresciuti oggi.

Altri articoli che ti potrebbero interessare

Sincronicità: nulla accade per caso?

Pubblicato 3 giorni fa. 42268 visualizzazioni. 0 commenti.

Numerologia ed eredità paterna

Pubblicato 17 giorni fa. 91 visualizzazioni. 1 commenti.

Legge di attrazione: cosa fare e non fare per ottenere ciò che vuoi

Pubblicato 1 mese fa. 313 visualizzazioni. 3 commenti.