Settembre senza plastica
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3 anni fa
Può davvero esistere un mondo senza?
Luglio è stato il mese del #plasticfree. Noi vorremmo però che ogni mese lo fosse!
Sì, perché oltre ad essere un hashtag che in moltissimi condividono sui social è, soprattutto, uno stile di vita etico e sostenibile, da mantenere sempre.
È importantissimo capirne bene il valore, per noi tutti, per il nostro pianeta e per il futuro in senso globale. Si stima purtroppo che, se continueremo a comportarci come stiamo facendo, avremo più plastica che pesci negli oceani del mondo entro il 2050.
Il movimento #plasticfreejuly
Rebecca Prince-Ruiz è la fondatrice di un movimento globale che aiuta milioni di persone a far parte della soluzione all'inquinamento da plastica.
Il movimento nasce nel 2011 da un’iniziativa di Rebecca, attivista per antonomasia, che nel mese di luglio 2011 decise di incoraggiare, partendo dalla propria famiglia in Australia, a rinunciare alla plastica per il mese di luglio. Grazie ad un potente passaparola e condivisione sui social, da allora la sua idea è diventata un'iniziativa globale, che stima 326 milioni di persone che partecipano da paesi in tutto il mondo.
Nel 2021 il Plastic Free July ha coinvolto persone provenienti da 190 Paesi diversi.
Rebecca ha collaborato con governi e leader per ridurre la plastica monouso.
Un passo alla volta per partecipare attivamente al cambiamento
Il focus di questa associazione è proprio spiegare a milioni di persone come partecipare attivamente al cambiamento, con iniziative rivolte a ripulire le strade, gli oceani e le comunità del mondo.
Il principale obiettivo è dunque abbandonare la plastica monouso.
Con una serie di consigli diffusi sui canali social, infatti, condivide le sue informazioni su come adottare buone pratiche per rinunciare all'uso della plastica.
Il movimento è diventato con il tempo uno dei più importanti punti di riferimento, riuscendo a coinvolgere moltissime comunità di tutto il mondo.
Plastic free July mira infatti, prima di tutto, a sensibilizzare su quanta plastica monouso abbiamo nelle nostre vite e sull'impatto che ha sul nostro ambiente e sfida le persone a fare qualcosa al riguardo, compiendo piccoli passi quotidiani durante il mese di luglio per ridurre il loro uso di plastica monouso.
A livello locale, Rebecca è sempre molto impegnata con i gruppi della comunità organizzando presentazioni e seminari per scuole, strutture di assistenza agli anziani e altri gruppi.
Rebecca ha concentrato il suo impegno per aumentare la consapevolezza del problema della plastica e delle soluzioni disponibili.
Ha pubblicato un libro sul movimento Plastic Free, ispirando così innumerevoli altri a fare di più per il pianeta.
Il suo top tip, come dice lei, il suo consiglio migliore, è quello di non cercare di fare tutto in una volta, ma di partire con uno o due passi nella giusta direzione.
Guardiamo nei nostri bidoni della plastica, rendiamoci conto di quanta plastica fa parte delle nostre vite e valutiamo cosa possiamo fare per rifiutarla.
"È difficile fare tutto, ma se ognuno di noi fa qualcosa, tanti qualcosa si sommano e si può creare una vera collettività globale!"
Può esistere un mondo senza plastica? A che punto siamo?
La plastica è uno dei materiali più inquinanti del nostro pianeta, e al tempo stesso uno dei più diffusi nella nostra quotidianità.
"A Gennaio 2022, grazie alla mobilitazione di migliaia di persone, anche in Italia è entrata in vigore la direttiva europea che vieta la vendita di alcuni prodotti in plastica monouso: piatti, posate, cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, bastoncini cotonati, alcuni contenitori in polistirolo."
Ma il diavolo si nasconde nei dettagli: il Governo Italiano ha introdotto una lunga lista di esenzioni e deroghe e la stessa norma europea non è del tutto efficace su molti prodotti usa e getta. Sono un esempio gli imballaggi per alimenti, detersivi e prodotti per l’igiene personale, che continueranno ad essere consentiti. Anche per questo serve un intervento internazionale.
Basta entrare in un supermercato qualsiasi per avere la prova che siamo ancora invasi dalla plastica".
[Fonte greenpeace.it].
D’altro canto il riciclo da solo non è più una soluzione, se si pensa che, dati alla mano, la produzione di plastica raddoppierà i volumi di una decina di anni fa entro il 2030-35 per triplicarli entro il 2050.
La plastica uccide gli animali, soffoca il nostro pianeta, entra irrimediabilmente e prepotentemente anche sulle nostre tavole.
Greenpeace e le richieste per cambiare rotta
Le richieste di Greenpeace ai governi mondiali sono:
- Definire strumenti legislativi, legalmente vincolanti per aziende e governi, che coprano l'intero ciclo di vita della plastica, comprese l'estrazione e la produzione delle materie prime da cui si produce, ma
anche l'uso e lo smaltimento - Vincolare le grandi multinazionali a vendere sempre più prodotti sfusi o con packaging riutilizzabile
- Fare in modo che ogni paese sia responsabile della gestione dei propri rifiuti. I governi devono inoltre garantire una transizione giusta per i lavoratori e la tutela della salute delle comunità più colpite dall'inquinamento.
[fonte greenpeace.it]
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo?
Possiamo fare molto per questa importantissima questione. Anche a livello privato e locale. Ad esempio:
- Eliminare o ridurre le bottiglie di plastica
- Evitare i prodotti usa e getta
- Usare borse della spesa e sacchetti riutilizzabili
- Scegliere con oculatezza i prodotti per l’igiene personale
- Cambiare tipo di spazzolino
- Dire addio al cotton fioc
- Acquistare sfuso
- Vestirsi con fibre naturali anziché artificiali
- Acquistare ai bambini giochi in legno
- Non abbandonare la plastica usata
[fonte “Vivere felici senza plastica" )
Se cominciamo con una sola di queste azioni e tutti insieme compiamo atti responsabili e consapevoli a riguardo, possiamo davvero fare la differenza.
Un passo alla volta. Un mese alla volta. A cominciare da oggi, per continuare poi giorno dopo giorno, mese dopo mese, per un #plasticfreeworld per tutti gli anni a venire!!!