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Prologo - Che cosa è il Buddhismo - il Libro del Dalai Lama

Pubblicato 8 anni fa

Leggi un estratto dal libro del Dalai Lama "Che cosa è il Buddhismo"

Per la grande gentilezza del Buddha, che ha insegnato il Dharma e istituito il Sahgha, gli insegnamenti che mostrano il sentiero sono stati esposti con chiarezza, affinché gli esseri senzienti li seguano.

Quando la dottrina del Buddha si è diffusa in tutto il subcontinente indiano e, in seguito, in altri paesi, sono emerse diverse tradizioni buddhiste. Nei tempi antichi, e in qualche caso anche in epoca moderna, gli spostamenti e le comunicazioni tra gli appartenenti alle diverse tradizioni erano limitati.

Benché forse alcuni avessero sentito parlare dell'esistenza di altre tradizioni, non c'era alcuna possibilità di controllare l'esattezza dell'informazione. Così sono sorti malintesi che si sono trasmessi da una generazione all'altra.

Per i miglioramenti avvenuti nei trasporti e nelle comunicazioni, nel XXI secolo noi seguaci del Buddha abbiamo l'opportunità di conoscerci direttamente. Grazie a nuove traduzioni, oggi siamo in grado di leggere le scritture dei rispettivi canoni e i commentari redatti dai nostri grandi maestri.

Poiché, tuttavia, le traduzioni disponibili rappresentano al momento solo una frazione del complesso delle scritture, e il corpus dei sùtra e dei commentari da leggere è potenzialmente piuttosto esteso, offriamo questo umile volume come ponte per iniziare a imparare qualcosa gli uni sugli altri.

Tutti noi buddhisti abbiamo lo stesso Maestro, il Buddha. Sarebbe vantaggioso per tutti se avessimo rapporti più stretti gli uni con gli altri.

Ho avuto la grande fortuna di conoscere molti leader del mondo cristiano, musulmano, ebraico, induista, giainista e sikh, ma ho avuto relativamente scarse occasioni di incontrare famosi insegnanti, meditatori e guide spirituali delle altre tradizioni buddhiste. La maggioranza dei monaci e dei seguaci laici tibetani sa pochissimo delle altre tradizioni buddhiste, e sono persuaso che gli aderenti alle altre scuole sappiano pochissimo del buddhismo praticato nella comunità tibetana.

Se il nostro Maestro, il Buddha, giungesse oggi sul nostro pianeta, ne sarebbe felice? Tutti noi, figli spirituali del Buddha, dichiariamo di amare lo stesso «genitore», eppure le nostre comunicazioni con i nostri fratelli e sorelle sono ridotte al minimo.

Per fortuna negli ultimi anni le cose hanno cominciato a cambiare. Molti buddhisti provenienti dall'Asia e dall'Occidente sono venuti a Dharamsala, in India, il centro della comunità tibetana in esilio; alcuni monaci e monache tibetane hanno visitato i loro paesi.

Le comunicazioni con i fratelli e le sorelle Theravàda sono state particolarmente trascurabili, ma anche in quelle divisioni secolari sta iniziando a comparire qualche incrinatura. Per esempio, due monaci birmani che studiano in un'università indiana sono venuti a trovarmi. Erano interessati a imparare qualcosa sul buddhismo tibetano per ampliare la loro conoscenza del mondo buddhista, pur continuando a praticare secondo la propria tradizione.

Ammiro il loro intento e vorrei incoraggiare i buddhisti di tutte le tradizioni ad acquisire una comprensione più profonda della vastità dottrinale del Buddha: questo non farebbe altro che aiutarci ad apprezzare ancora di più le sue qualità eccezionali come Maestro che possiede la saggezza, la compassione e gli abili mezzi per condurci tutti al risveglio.

Un obiettivo centrale del libro è aiutarci a imparare di più gli uni sugli altri.

Tutti i buddhisti prendono rifugio nei Tre Gioielli; i nostri insegnamenti si fondano sulle quattro verità degli àrya (il malessere di duhkha, la sua origine, la cessazione e il sentiero), i tre addestramenti superiori (condotta morale, concentrazione e saggezza) e i quattro incommensurabili (amore, compassione, gioia ed equanimità). Tutti noi cerchiamo la liberazione dal samsara, il ciclo delle rinascite alimentato dall'ignoranza e dal karma contaminato. Apprendere le somiglianze e le divergenze che esistono tra noi contribuirà a renderci più uniti.

Un altro obiettivo di questo libro è l'eliminazione delle idee sbagliate, vecchie di secoli, degli uni riguardo agli altri. Alcuni praticanti Theravàda credono che i monaci tibetani non seguano il vinaya - il codice morale dei monaci - e che, essendo praticanti del tantra, abbiano rapporti sessuali e bevano alcolici. Per contro, i praticanti tibetani sono convinti che nella tradizione Theravàda manchino gli insegnamenti sull'amore e la compassione e definiscono egoisti i suoi adepti. Spesso i buddhisti cinesi pensano che i tibetani facciano uso della magia, mentre i tibetani sono persuasi che i buddhisti cinesi pratichino soprattutto una meditazione con la mente vuota. Tutte queste idee sbagliate sono dovute alla mancanza di conoscenza. Offriamo questo libro come gradino verso l'attenuazione di tali fraintendimenti.

Oggi, nel XXI secolo. Oriente e Occidente, Sud e Nord, si stanno avvicinando. Anche noi, fratelli e sorelle buddhisti, dobbiamo entrare maggiormente in contatto e coltivare la comprensione reciproca. Porterà beneficio a noi come individui, aiuterà a conservare e diffondere il Dharma, e costituirà per il mondo un esempio di armonia religiosa.

Bhiksu Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama
13 giugno 2014


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