Non solo Holi Fest: conosci la tradizione della Aghora?
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2 anni fa
L'India è terra di grandi misteri: scopri gli Aghori, noti per le loro pratiche eccentriche e controverse e conosciuti per essere tra i gruppi religiosi più estremi al Mondo
La metà di marzo, in India, vuol dire soprattutto che è arrivato il momento di celebrare alla grande la ormai famosissima, anche qui in Occidente, Holi Fest: la festa della luce e dei colori.
Una festa durante la quale è usanza sporcarsi con polveri colorate per celebrare un rito che simboleggia la rinascita e la reincarnazione.
Ma in quella meravigliosa e variegata patria delle mille lingue e dei mille culti, proprio accanto alla tradizione della vivacissima e coloratissima Holi Fest, puoi trovare anche i seguaci della aghora, ovvero gli Aghori, anche noti come Aghori baba.
Chi sono gli Aghori baba?
Gli Aghori Baba sono un gruppo di asceti induisti che seguono una forma estrema di spiritualità. Sono considerati devoti del Signore Shiva, e credono che solo attraverso l'accettazione della morte e della distruzione, si possa raggiungere la liberazione spirituale.
Sono i diretti discendenti spirituali di Baba Kinaram – anche conosciuto con l'appellativo di Aghora guru – che pare abbia lasciato il corpo alla tenera età di 170 anni, in un non meglio precisato giorno del 1700.
Sono considerati tra i gruppi religiosi più estremi al Mondo e si dice che... Siano ancora dediti al cannibalismo. Loro ci tengono a precisare che si cibano solo di persone già morte (quindi diciamo che sono "leggermente necrofagi").
La maggior parte di loro risiede nei dintorni di Varanasi, città sacra dell’India, dove migliaia di persone si recano per morire, per lasciare lì il proprio corpo, essere poi cremate sulle rive del Gange e far disperdere le proprie ceneri e quel che resta dei loro corpi nel sacro fiume.
Gli Aghori baba sono una nicchia molto piccola (come numero di adepti) tra le decine di tradizioni indiane legate all'Hinduismo ma allo stesso tempo sono anche tra quelle più legate al tantrismo.
La parola sanscrita Aghora è una parola composta da un'alfa privativa e dalla parola ghora che possiamo tradurre come buio, tenebre, notte e, in un'interpretazione più ampia, come l'oscurità legata alla non conoscenza, all'ignoranza. Quindi, di fatto, a-ghora significa luce, assenza di buio, conoscenza e consapevolezza.
La luce degli Aghori
Un Aghori rimane saldo nel tempo presente, nella piena luce e nella consapevolezza costante della caducità delle cose umane e terrene, rimanendo quasi indifferente a ciò che accade di bello o brutto davanti ai propri occhi.
Uno delle poche opportunità di vederli è scovarli nei pressi delle pire funerarie o dei forni crematori.
Solitamente consumano il loro cibo e le proprie bevande all'interno di ciotole ricavate da teschi umani rovesciati e usano le ossa non carbonizzate per farsi collane o altri monili. Non di rado consumano alcool e fumano erba.
Il governo indiano ha dichiarato illegali alcuni dei rituali degli Aghori, ma essendo molto temuti dalle stesse autorità, essi continuano abbastanza indisturbati a eseguirli con la sola accortezza di farlo in luoghi nascosti e isolati, lontani soprattutto dai turisti.
Sono soliti meditare proprio sui cadaveri anche e soprattutto per riflettere sulla morte, sulla reincarnazione e sul loro stesso corpo che considerano solo un mezzo per esperire le proprie faccenda sul pianeta Terra, nella totale consapevolezza della trascendenza del proprio sé con il sé assoluto.
Da molti sono considerati anche guaritori e conservatori di arti e poteri magici, siddhi, in sanscrito.
Molte delle loro teorie più estreme, come quelle sull'etica, potrebbero portarci a pensarli come a una sorta di setta devastatrice del Mondo.
Loro infatti ci e si chiedono: “E se anche l'etica non fosse altro che un tremendo tranello mentale e in realtà il signore supremo (Dio) se la ridesse di tutti i nostri scrupolo morali?”
Questo ragionamento portato all'estremo potrebbe certo fa scoppiare un tremendo caos mondiale, ma loro voglio solo farci riflettere e prendere ancora maggior consapevolezza sull'importanza di costruirsi una propria etica basata sull'amore e la compassione, stando appunto nell'aghora, nella piena e costante conoscenza e consapevolezza.
Il loro scopo ultimo, come quello di ogni altra tradizione Orientale, è quello di uscire dal samsara, ovvero innalzarsi oltre il ciclo delle incarnazioni, attraverso la meditazione e il superamento di ogni forma di attaccamento e di dualismo.
Le pratiche Aghori
Alcune pratiche certamente possono risultare disgustose e anche terribili a molti di noi (e anche moralmente condannabili), però vengono considerate come strumenti messi a disposizione da Shiva per riconnettersi con il sé universale.
Tutto è emanazione di Shiva, dunque tutto è perfetto così come è.
Molti Sadhu, molti baba, molti asceti indiani sono soliti spalmarsi il corpo, per proteggersi dal sole e dagli insetti, con la cenere rimasta nei bracieri. Gli Aghori preferiscono farlo con le ceneri in avanzo, diciamo così, dalle pire funerarie.
Un'altra loro classica cerimonia prevede di utilizzare il corpo di un cadavere come altare. Sempre con l'intento di sottolineare come un corpo, senza più lo spirito che lo animava, sia solamente materia inerte.
Per gli Aghori Dio è ovunque: in ogni dove e in ogni cosa, quindi tutte le forme di paura sono solamente frutto delle nostre proiezioni mentali.
Le loro pratiche estreme sono solo una via per de-programmare la mente dalle informazioni inserite dall'alto e da altri per poter osservare la realtà con uno sguardo non contaminato, non filtrato e puro. Senza etichette o suddivisioni o categorie di visione e di pensiero.
L'India è anche questo: la celebrazione della rinascita attraverso il lancio di colori o la celebrazione della rinascita attraverso la meditazione su di un cadavere.
A ognuno il suo, sempre per amore e con amore, senza dualismo e senza giudizio.
Fuori e dentro
il viaggio continua
namaste