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Litigi, non detti e sospesi

Pubblicato 1 anno fa

Le questioni non risolte, nelle relazioni, in famiglia, sul lavoro, ci impediscono di compiere la nostra libera realizzazione: ecco come affrontarle e risolverle

Dopo la trilogia dedicata alla biologia dei valori e 28 respiri per cambiare vita, Daniel Lumera torna in libreria con Come se tutto fosse un miracolo, un libro che vuole essere uno strumento per superare quelle crisi che tutti nella vita siamo chiamati ad affrontare: la fine di una relazione, di un progetto, un lutto, una malattia. Per non farsi travolgere dagli eventi più dolorosi e inaspettati, ma anche dallo stress quotidiano di una vita che spesso non abbiamo veramente scelto, l’unica via è quella di ritrovare la nostra integrità innata e perduta, ritornando a vivere ogni giorno come un miracolo. Per farlo Daniel Lumera ci propone un cammino in sei passi: lo abbiamo incontrato per parlare con lui del secondo passo, quello che riguarda la risoluzione delle questioni in sospeso, un tema che ci riguarda tutti da vicino.

Uno dei primi concetti che incontriamo nel tuo nuovo libro è quello di Patra: di cosa si tratta?

Patra in sanscrito significa ciotola, contenitore. Noi stessi siamo dei contenitori e il Patra rappresenta ciascuno degli esseri umani. Siamo contenitori di idee, cibo, sentimenti, impressioni, stati di coscienza, progetti, creatività, ma anche di dolore. Quando questo contenitore è fessurato, non riusciamo più ad accogliere e contenere (che non significa trattenere) la bellezza, l’amore, la verità, la prosperità della vita. Le crepe di questa ciotola rappresentano gli stili di vita malsani, i traumi e i fallimenti che non siamo riusciti a integrare. Tuttavia, esiste un cammino che ci può riportare all’integrità in sei passaggi, ricostituendo la nostra ciotola alla condizione originaria, cosicché il bello, il vero e la prosperità possano entrare nuovamente nella nostra vita.

Che cosa sono i 6 carismi che compongono il sentiero per ritornare a Patra?

Carisma è una parola di origine greca e indica un dono. I sei carismi – nella parola, nei sospesi, nel dono, nella meraviglia, nel vuoto, nella pace – sono, quindi, veri e propri doni che permettono di riportare la nostra ciotola all’integrità originaria e di ricreare una profonda connessione tra la nostra unicità, la nostra vocazione, il significato più profondo della nostra vita e quello che facciamo, le persone che frequentiamo, le decisioni che prendiamo, smettendo di essere prodotti di modelli ed esigenze di mercato che non hanno niente a che fare con le nostre reali necessità.

Parliamo del secondo carisma, quello relativo ai sospesi. Che cos’è un sospeso?

I sospesi sono come elastici che non ci permettono di camminare liberi. Spesso ignoriamo che i nostri disagi dipendono da un elastico invisibile, che si tende ogni volta che cerchiamo di allontanarci per viaggiare liberi nelle rotte del nostro destino. L’elastico si tende gradualmente, così all’inizio non ce ne rendiamo conto. Ma più la distanza aumenta, più la forza che ci richiama indietro si fa intensa. Un tipico esempio riguarda le relazioni finite. Quando rimangono dei sospesi si può avvertire questo elastico in molti modi: sentendo il bisogno di continuare a provvedere all’altro, anche senza alcun obbligo; provando senso di colpa; percependolo presente in maniera ossessiva anche se non è più fisicamente vicino; non riuscendo a trovare un’altra persona con cui instaurare una relazione, nonostante ci si senta aperti a nuove possibilità. La lista dei sospesi può essere lunga e riguardare tanti aspetti della nostra vita: relazioni concluse da tempo che trasciniamo moribonde, litigi tra amici o familiari che rimangono nel silenzio per anni, dispute al lavoro, questioni personali come rimandare una visita medica importante, l’iscrizione in palestra per alleviare un problema fisico, un percorso personale che ci spaventa quanto ci attira. 

Perché, per molti di noi, è così difficile affrontarli?

A volte perché sono presenti dinamiche compensative molto profonde, come la sensazione di non valere, di non farcela, di non essere all’altezza, di non essere degni, di vergogna. Oppure l’eccesso di perfezionismo che conduce alla stasi: non sentirsi mai abbastanza pronti e rimandare all’infinito, con la conseguenza che, per paura di non fare qualcosa in modo perfetto, finiamo per non farla mai. Oppure ancora la paura del successo e dell’insuccesso. Cerchiamo di evitare di confrontarci con l’incapacità di raggiungere il risultato desiderato, perché temiamo il fallimento. Al contrario, in caso di successo, potrebbe esserci richiesto di più, creando così delle aspettative impossibili da accontentare. Per esempio, portare a termine gli studi universitari potrebbe significare dover affrontare un cambiamento radicale, con la responsabilità di cercarsi un lavoro ed essere indipendenti dalla famiglia. I casi sono infiniti: intraprendere una carriera di successo, seguire in modo rigoroso una dieta, iniziare seriamente una relazione.

Come possiamo, in pratica, risolvere i nostri sospesi?

Nel libro ho riportato tutti i passaggi per liberarsi da questi schemi tossici: il primo consiste nel descrivere dettagliatamente le sensazioni che un determinato sospeso provoca (cosa sento, dove lo sento nel corpo, quali strategie attuo per rimandare); poi consiglio di praticare la tecnica della ricapitolazione (in proposito alla fine del capitolo dedicato al tema c’è un apposito QR code); infine, dopo aver liberato emozionalmente, mentalmente e a livello vitale l’energia stagnante che il sospeso crea, passare all’azione per affrontarlo e risolverlo.

Come cambierà il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri quando avremo risolto i nostri irrisolti?

La qualità della vita migliorerà enormemente, sentiremo leggerezza, integrità, voglia di fare, positività e, soprattutto, riconquisteremo la capacità di meravigliarci e di sorprenderci per le piccole e grandi cose. La sensazione, che più spesso condividono le persone che risolvono anche solo un terzo dei loro sospesi, è di libertà, come se si sentissero nuovamente libere di muoversi, cambiare e accogliere nuove possibilità. 

La promessa del titolo di questo libro è davvero grande, è quella di “vivere come se tutto fosse un miracolo”. È veramente possibile ritornare a “essere esattamente qui” in una società sempre più dominata dalla distrazione?

Come se tutto fosse un miracolo si riferisce a un particolare stato di meraviglia, sperimentabile da tutti, che rappresenta un potente elisir di giovinezza fisica e mentale. La scienza la definisce “vastità percepita” e indica quel fenomeno che ci porta a percepire l’immensità di cui siamo circondati, a sentirci interconnessi ad ogni cosa e parte del miracolo della vita. Lo stupore attiva nel cervello il sistema dell’attenzione, preposto a cercare le risorse per gestire gli eventi inattesi, permettendoci di apprendere qualcosa di nuovo. In proposito, invito a riflettere sulla “drift syndrome”: rispetto a cinquant’anni fa, sembra che quasi la metà degli italiani non riesca più a entusiasmarsi di fronte alle gioie della vita. Stiamo diventando incapaci di goderci realmente ciò che ci circonda e la maggior parte di noi perde la meraviglia crescendo, perché la mente funziona in maniera alterata, tra preoccupazioni, stress, ricerca di stabilità o crescita economica, problemi relazionali e di salute, cercare di essere sempre in forma, raggiungere gli obiettivi e avere successo, mostrarci per ciò che non siamo. Da bambini, invece, tutto è una scoperta, un’esplorazione, una nuova conoscenza. Nel libro indico come tornare a sperimentare quella meraviglia, anche perché un momento di meraviglia è sufficiente per innescare effetti positivi su fattori di stress, solitudine e depressione. La meraviglia cambia l’umore positivamente, dandoci una percezione più piena e ricca della vita; il sistema nervoso si acquieta e innesca il rilascio di ossitocina, attivando uno stato di benessere e fiducia; la frequenza cardiaca rallenta; la digestione migliora; il respiro si fa più profondo. E torniamo a vivere come se tutto fosse un miracolo.


Ultimi commenti su Litigi, non detti e sospesi

Recensioni dei clienti

Gilia M.

Recensione del 12/05/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 12/05/2025

Bellissima intervista su tematiche veramente importanti e difficili da affrontare come malattie, lutti, la fine di una relazione o di un progetto che ci ha particolarmente coinvolto. Mi piace anche la suddivisione dei carismi, i doni che chi aiutano a superare le varie avversità.

Lia M.

Recensione del 08/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 08/12/2024

Mi è piaciuto molto il tema dei sospesi spiegato con la similitudine degli elastici, rende molto molto bene l'idea. Una guida utilissima, questi 6 carismi che andrebbero integrati e sviluppati

Baristo T.

Recensione del 24/07/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 24/07/2024

Sono d'accordo e comprendo pienamente quella sensazione che ti fa sentire parte di tutto perché il tutto è veramente enorme e noi siamo così piccoli in confronto che ti lascia meravigliato di qualsiasi cosa, fosse anche solo il vento, una aquila che stride o guardare la volta celeste in quelle giornate terse che sembra quasi di perdersi o di cadere. E in effetti dopo aver compreso che siamo praticamente un granello di sabbia nell'universo, lasciare andare qualsiasi sentimento represso è una bazzecola!

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