Laddove c’è ritmo, c’è vita - Estratto da "Manuale di Autotrattamento Cranio Sacrale"
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11 anni fa
«Il simbolo più bello che l'Asia mi ha regalato,
avendoci vissuto intensamente per trent'anni,
è quello dello Yin e dello Yang».
Tiziano Terzani
Tutta la nostra vita di esseri umani è regolata da ritmi vitali, che ci permettono di interagire col mondo esterno.
Ciò avviene in modo cosciente, attraverso una parte del nostro sistema nervoso; ma anche in modo inconsapevole, attraverso un’altra parte dello stesso, che governa i movimenti involontari.
Mentre respiriamo, i polmoni si espandono e si contraggono e la stessa cosa fanno altri organi e visceri del nostro corpo.
Il medesimo meccanismo coinvolge tutti i muscoli, compreso quello più importante: il cuore.
Naturalmente, tutti i ritmi vitali passano attraverso delle fasi di massima e minima attività, come avviene in ogni fenomeno dell’universo.
Il giorno e la notte; la luce e il buio; il caldo e il freddo; la parola e il silenzio.
Questo principio, noto a tutte le religioni e a tutte le più antiche culture del mondo, regola il nostro effimero passaggio sulla terra e si esprime attraverso il succedersi di cicli i quali iniziano e finiscono mantenendo una continuità armonica con ciò che è stato, con ciò che è e con ciò che sarà in futuro.
È sorprendente come alcune idee, sorte in maniera indipendente in luoghi e culture diverse, giungano, percorrendo vie differenti, alle stesse conclusioni e trovino parecchi punti di contatto lungo il loro percorso.
In questo libro, sottolineeremo in parecchie occasioni i punti di contatto tra la MTC (abbreviazione di medicina tradizionale cinese) e il BCS (abbreviazione di bilanciamento craniosacrale), nati rispettivamente l’una in Estremo Oriente e l’altro in pieno Occidente.
Migliaia di anni fa, in Cina, il saggio Lao-Tzu espresse nella figura del Tao, raffigurante lo Yin e lo Yang, il concetto dell’avvicendarsi dei fenomeni attraverso il movimento della vita (Figura 1).
Le due gocce, la nera e la bianca, esprimono il buio e la luce, il maschile e il femminile, che si inseguono in modo armonico nell’infinito, simboleggiato dal cerchio che le racchiude.
Il cerchio, di fatto, non è che il simbolo dell’infinito aperto e rappresenta l’universo la cui etimologia esprime in sé il concetto stesso “verso l’uno” (vedi Figura 2).
Laddove c’è la luce, troviamo una parte di buio; laddove c’è buio, troviamo una parte di luce e questo modello, espressione del mondo relativo, si ripete all’infinito.
Il simbolo del Tao rappresenta la manifestazione reale della vita sulla terra ed è applicabile a tutti i fenomeni, incluso il funzionamento del nostro corpo umano che, come già detto, vive regolato da ritmi.