La vera rivoluzione dal basso
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8 anni fa
Leggi un estratto dal libro "La Cucina Etica" scritto da Annalaura Sagramora, Emanuela Barbero, Alessandro Cattelan
Cosa mangeremo domani? Speriamo di poter scrivere questo, un giorno non troppo lontano:
«Dappertutto, frutteti grandi e piccoli sono cresciuti a milioni malgrado il caos climatico, anzi aiutando a contrastarlo. Qualche anno fa la campagna mondiale "Puericultori di alberi da frutto" aveva affidato semi e piantine, cuccioli appena nati, alle cure collettive di volontari umani, cittadini e campagnoli. Finalmente, in Afghanistan, con la pace dopo decenni di guerra gli albicocchi sono tornati a popolare le colline e i loro vividi frutti seccano al sole come nelle vallate himalayane del longevo popolo Hunza in Pakistan. Nel Sahel, grandi manghi e resistenti moringa forniscono proteine e vitamine e fanno da cintura verde contro l'avanzata del deserto. In Brasile le piogge son tornate grazie all'agro-ecologia forestale che, ormai diffusa ovunque, ha raffreddato il clima surriscaldato. In tanti Paesi, mandorli, noccioli, noci, pistacchi, pinoli e gli altri alberi e piante protoleaginose per l'uso umano hanno sostituito le distese a mais e soia per nutrire le stalle. L'albero del pane è la gioia dei bambini. Adesso c'è cibo per tutti, al mondo».
Il paradiso terrestre, se mai esisterà, avrà l'aspetto di un mosaico di frutteti. Nei parchi urbani e sui pendii prima spogli, nelle valli e sulle coste sottratte al cemento, ai tropici come alle alte latitudini. A ciascuno il suo. Cibo sano per tutti senza violenza.
Dobbiamo però essere realisti. La riconversione alla veg-agricoltura e alla veg-alimentazione si scontra con un trend mondiale che è l'opposto. E' previsto a livello mondiale un raddoppio del consumo mondiale di carne, pesci, latte e uova. Certo, nel carnivoro nord ricco i veg aumentano e son quasi una moda; ma molto di più crescono i carnivori fra i nuovi abbienti dei Paesi poveri. Un vero macello mondiale, in tutti i sensi.
Per contrastare lo scenario rosso sangue, non possiamo attenderci granché dai decisori politici, anche quando parlano bene e finanziano ricerche apparentemente rivoluzionarie.
Un esempio? L'Atlante della carne (The Meat Atlas), un rapporto che evidenzia le tante facce della guerra all'ambiente condotta dalla produzione industriale di carne e derivati. Spreco di terre e acqua nelle varie fasi del processo, inquinamento, contributo al cambiamento climatico, sofferenze degli animali ergastolani, rischio sanitario dovuto al grande impiego di antivirali e antibiotici che poi si diffondono nell'ambiente creando resistenze e patologie.
Meat Atlas illustra il commercio senza regole all'industria dei macelli, i pascoli al posto della foresta, il costo climatico della zootecnia intensiva ed estensiva, la desertificazione dei mari con i pesci che diventano farine per allevamenti, gli hamburger con glifosato, la perdita di biodiversità, l'impero della soia latinoamericana, i polli importati che invadono l'Africa. E il mezzo miliardo di nuovi consumatori di classe media dal piatto pieno di carne, latte e uova. Sottolinea la necessità di rimettere al centro i piccoli produttori non intensivi e immagina il futuro del vegetarismo.
Ebbene, questa pubblicazione ha ottenuto il finanziamento dell'Unione europea, grande e impenitente protagonista del devastante ciclo mangimi-allevamenti-consumi. Un'ennesima prova del profondo divario fra le parole e i fatti.
Il fatto è che la rivoluzione alimentare contro la guerra ai viventi, bella e possibile, deve partire dal basso. Ed è un cambiamento attuabile anche a livello individuale. Non è necessario che cambi il sistema prima.
Il veganismo si porta con tutto, e quasi ovunque. Né eroismo, né mosca bianca, ma nemmeno moda fighetta. E' e deve essere una scelta normale. Non dobbiamo più scomodare Leonardo, Einstein, Gandhi e altri che ripudiavano i cibi violenti. Mangiare vegetale - una volta, decenni fa, dicevamo «vegetaliano», adesso si preferisce l'anglosassone vegan - è una scelta alla portata di tutti.
Ma la rivoluzione è più facile quando si sa come mangiare con gusto, oltre che perché. Ecco, nelle tante pagine del libro che avete tra le mani, troverete davvero tantissime ricette di cucina etica. Ricette che parlano a mente, cuore e palato.
La prima edizione è del lontano 2003, e questo manuale-ricettario ha aperto la strada a tanti altri della stessa casa editrice. Del resto, in questi anni conoscenti e attivisti per l'ambiente mi hanno raccontato di essere diventate vegani - di punto in bianco o dopo anni di vegetarismo - proprio dopo aver letto La cucina etica.
Il palato conta. Sarebbe una bella scorciatoia, se a tutti la carne e il pesce facessero schifo.
Il vegetarismo sarebbe immediato, se avessimo cinque sensi alla Plutarco: «(...) io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l'uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto (...) Come poté la vista tollerare il sangue di creature sgozzate, scorticate, smembrate, come riuscì l'olfatto a sopportarne il fetore? Come mai quella lordura non stornò il senso del gusto, che veniva a contatto con le piaghe di altre creature e che sorbiva umori e sieri essudati da ferite mortali?» (Del mangiar carne. Trattati sugli animali, Adelphi 2001).
Per i «plutarchiani», il non mangiare animali è un obbligo dei sensi, un piacere infinito, anche se l'alternativa fosse pane e acqua. Per gli altri, appunto, c'è questo libro.
Che in questi 13 anni si è via via arricchito di nuovi capitoli, dedicati al Muscolo di grano, al lupino (considerato un prodotto alternativo alla soia) e ai formaggi 100% vegetali, grazie anche ai suggerimenti dei lettori e alle nuove competenze gastronomiche e nutrizionali acquisite in questi anni.
Marinella Correggia
Marinella Correggia, giornalista e scrittrice, è attivista da decenni per un modello ecologico equo ed empatico, nonché su tutte le attività di auto-produzione. E autrice di libri e dossier, articoli, inchieste, progetti e campagne contro le guerre ai popoli e agli altri viventi. È attiva nella «Coalizione internazionale per le soluzioni vegetali ai problemi della fame». Per le Edizioni Sonda ha scritto Cucina vegetariana dal Sud del mondo (2002); Diventare come balsami (2004) e tiene la rubrica Pareti di vetro sul mensile Vegan Italy.
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La Cucina Etica - Edizione speciale per l'anniversario
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