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Introduzione - Rinasci e Risveglia il tuo Potere Interiore - Libro di Derek Rydall

Pubblicato 8 anni fa

Leggi un estratto dal libro di Derek Rydall "Rinasci e Risveglia il tuo Potere Interiore"

Indice dei contenuti:

Il vero sentiero di casa

«Non smetteremo di esplorare e,
alla fine di tutto il nostro andare,
ritorneremo al punto di partenza
per conoscerlo per la prima volta».
T.S. Eliot

Una mia amica, nel dare le indicazioni per arrivare a casa sua, usa come riferimento una quercia. Dice:

«A un certo punto la strada fa una curva. Attenzione alle buche. Vedrai un attraversamento pedonale di fronte a una scuola e poi, subito dopo, una quercia enorme. Io abito lì. Parcheggia sotto l’albero e vieni dentro: la porta è aperta».

Molta gente potrebbe dare indicazioni usando le querce come riferimento. Ce ne sono circa seicento specie diverse, sia sempreverdi che decidue. E come tante famiglie numerose, sono arrivate lontano e si sono stabilite un po’ dappertutto. Si trovano sia in luoghi dai climi freddi che in aree tropicali. Anzi, a dirla tutta, vivono in ogni continente, a eccezione dell’Antartide, sempre che non si considerino le vecchie navi fatte di legno di quercia che hanno solcato mari pieni di insidie per trasportare i loro tesori in quelle gelide terre.

La quercia davanti alla casa della mia amica ha superato da un po’ i 100 anni, il che significa che le sue radici sono arrivate in profondità, a quasi 10 m, che è l’altezza dell’albero, mentre il tronco ha un perimetro di 2 m e la massa del sistema radicale è circa un terzo della chioma. La corteccia, piuttosto rugosa, presenta parti più lisce, dove il legno è stato levigato da decenni di intemperie e dalle mani che hanno toccato il durame esposto, come in cerca di un punto di connessione.

Quest’idea di connessione sembra appropriata, dato che la quercia era considerata, simbolicamente, la guardiana delle porte o la porta stessa (una porta che dà sulla stagione successiva, perché cresce e declina come le stagioni), nonché la via di collegamento tra terra e paradiso, poiché tocca sia il suolo che il cielo. Era vista come una porta accogliente, un uscio che si affaccia al tempo stesso su passato, presente e futuro.

Oltre a essere un punto di accesso, la quercia faceva anche da custode della conoscenza e delle leggi. Impartiva insegnamenti ai membri delle culture antiche. Parlava loro della foresta e offriva esempi di flessibilità e generosità attraverso il legno (sia verde che duro), le foglie, il tanno, le ghiande, le galle e la corteccia. Per indicare una persona dotata di grande saggezza si usava l’espressione “conosce la quercia”.

Non c’è quindi da stupirsi che gli esseri umani abbiano a lungo cercato di rivendicare per sé gli attributi assegnati nei miti, nella cultura e nella storia alla quercia: forte, nutriente, affidabile, maestosa e in sintonia con il divino.

L’albero di fronte alla casa della mia amica è venerabile. Questo è un aggettivo azzeccato per una vecchia quercia saggia che ha visto molte cose, il cui carattere è impresso nei nodi del legno, negli arzigogoli del tronco e nei rami che si allungano all'esterno e verso l’alto con tanta esuberanza.

Nella sua vita, quest’albero centenario ha vissuto in maniera ammirevole. Da ghianda a pianta secolare, è andata incontro a una trasformazione incredibile – e, a pensarci bene, radicale – da frutto a virgulto verde, a quercia matura e totalmente realizzata. Ha vissuto ciascuna fase del cammino in maniera piena (e proba): senza mai opporre resistenza all'impulso di emersione che dapprima ha infranto il suo guscio protettivo e poi ha costretto la ghianda a lasciar morire la propria identità; senza mai rifuggire dal suolo quando le radici affondavano nell'oscurità, affinché i rami potessero elevarsi verso la luce; senza mai temere i periodi di siccità, ma anzi scavando ancora più a fondo per trovare in sé le risorse; senza mai ribellarsi alle tempeste, ma restando forte e salda, ove possibile, oppure piegandosi invece di spezzarsi; senza mai, infine, ritenere alcuna fase migliore o peggiore rispetto all'altra.

La quercia ha molto da insegnarci sull'emersione.

Il seme, il terreno, le radici, i frutti

Nel corso del libro mi servirò di altre metafore per spiegare i principi e la prassi dell’emersione; tuttavia, ho deciso di soffermarmi sull'esempio della quercia più a lungo che su altri. Avrei potuto scegliere molti alberi diversi. In un certo senso, i principi alla base di ogni tipo di crescita, dal seme alla radice, al fiore e al frutto, rispecchiano il processo di emersione. Ma è difficile battere l’eleganza della quercia.

Quest’albero maestoso nasce sotto forma di ghianda, un piccolo frutto che non ci aspetteremmo mai essere in grado di generare una pianta così possente, capace di vivere qualche secolo e di fornire cibo, ombra, riparo e molto altro ancora a centinaia di creature diverse. Eppure, nascosto in quel seme c’è uno schema invisibile perfettamente progettato per farlo diventare una quercia e non solo, anche un’intera progenie che potrebbe dare vita a foreste di querce centenarie. All'interno di quel minuscolo pezzetto di materia a base di carbonio c’è un potenziale infinito ed eterno.

Lo stesso vale anche per voi.

Proprio come la ghianda non si presenta sotto forma di guscio vuoto per poi impegnarsi a “diventare qualcosa”,...


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