Guarire con il gioco
Pubblicato
3 anni fa
Come recuperare i bambini all'infanzia
Abbiamo urgente bisogno di recuperare i bambini all’infanzia.
Agli inizi del nuovo anno scolastico e della ripresa delle attività educative non possiamo come adulti ed educatori non tener conto dell’impatto che la pandemia sta avendo su di loro. Per questo il testo ‘Il gioco che guarisce’ di Violet Oaklander di recente edito dalle edizioni la meridiana, appare molto indicato e appropriato.
Necessario per guarire e curare (nel senso di prendersi cura) delle fragilità di tutti i bambini.
Scherzosamente chiamato in ambito internazionale "The bible", "Il gioco che guarisce" è uno dei capisaldi della psicologia e della pedagogia dell'età evolutiva nel mondo. Edito in originale la prima volta nel 1978, tradotto in 16 lingue continua a essere la sintesi teorica ma soprattutto pratica dello straordinario lavoro della psicoterapeuta.
Il modello Oaklander è in oggi diffuso in tutti i continenti e in Italia vanta una comunità enorme, competente ed entusiasta.
Ne “Il gioco che guarisce” c’è teoria solida ma c’è soprattutto pratica.
Violet racconta la sua esperienza: cosa ha funzionato, facendoci partecipare a sedute e sedute con i suoi bambini. Cosa ha capito, mentre ci racconta come ha integrato contributi di tantissimi altri autori di tanti altri approcci, rendendo la Gestalt Play Therapy di fatto un approccio integrato e integrabile. Ci racconta le tecniche, le idee, gli spunti di lavoro: moltissimi. Quando la stessa autrice chiama scherzosamente questo libro un libro di cucina, di “ricette”, lo fa a ragion veduta. Ma è anche molto di più.
"Il gioco che guarisce", scrive Giandomenico Bagatin nella Prefazione a questa edizione, è un libro onesto.
All'inizio di questo libro Violet ci racconta che quando una bambina le ha chiesto come mai era riuscita a farla stare meglio lei risponde “in realtà non lo so con esattezza”.
La terapia psicologica con i bambini è difficile, continua Bagatin. Ed è difficile per una serie di ragioni.
I bambini solitamente non chiedono di andare in terapia, ci vengono portati. Non ci sono passepartout terapeutici, strategie e domande o protocolli che è possibile usare rigidamente passando la palla al cliente.
Due armi fondamentali degli psicoterapeuti, specie quelli meno esperti e meno esperienziali, sono la spiegazione e le domande. Queste due armi sono sopravvalutate in generale anche con gli adulti (specie la prima) e con i bambini sono raramente utili.
La terapia non può essere noiosa, lunghissima o eccessivamente frustrante. E per quanto possiamo essere in gamba e fiduciosi nel potenziale di autosostegno di un bambino spesso i sistemi di appartenenza hanno un potere di gran lunga superiore a quello degli operatori d’aiuto. Abbiamo meno potere di quello che ci piacerebbe avere.
Di frequente nei libri di psicologia e di psicoterapia in particolare gli aneddoti clinici, i successi e l’aderenza ai protocolli vengono aggiustati e modificati per sostenere una tesi o un modello.
Ne “Il gioco che guarisce” il lettore si troverà a leggere: “Guardando il disegno di Susan schiacciato su una parte del foglio avrei potuto dire a me stessa: “Aha, questa bambina è ovviamente costretta e compressa. Ha paura e si tiene fermamente chiusa, o è sbilanciata in qualche modo […] queste affermazioni potrebbero essere vere […] ma quello che so è che la sua affermazione [che la parte bianca del disegno sulla sinistra fosse lo spazio per le cose che il futuro aveva da offrirle] insieme alla sua voce e alla sua faccia quando lo diceva, hanno mostrato ottimismo, speranza e apertura alla vita.” E poi Violet aggiunge che avrebbe potuto, anziché fare quello che ha fatto, fare altre 3 o 4 manovre terapeutiche, e che probabilmente sarebbero state utili a rinforzare il sé di Susan.
Questi passaggi mostrano una Violet Oaklander che discute possibilità, propone spunti, si mette in discussione nel suo stesso libro, e ci mostra una dedizione e una passione per la ricerca e la sperimentazione che non può che essere contagiosa.
In altri termini oltre a predicare una relazione paritaria con i bambini, rispetto, sincerità, accettazione amorevole per se stessi e per l’altro, accoglienza per tutte le emozioni, Violet Oaklander ha scritto un libro in aderenza totale a questi principi.
È stato uno dei primi libri al mondo sulla psicoterapia dell’età evolutiva a rispondere esaustivamente alla domanda terapeutica “Cosa fare in concreto con i bambini per aiutarli?” ponendo domande oltre che risposte (moltissime), usando episodi autobiografici con commovente apertura, e spunti di altri teorici dell’età evolutiva.
Questo libro, grazie allo sguardo e ai consigli dell’autrice dona al lettore un pacchetto di strumenti e una visione del mondo del bambino eccezionalmente efficace con la semplicità dei grandi terapeuti, ma affascina e far venir voglia di entrare più in contatto con le sue creazioni e la sua visione anziché studiare e passare avanti. Per questo è un libro necessario.