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Estratto dal libro “Padma e altri rimedi tibetani”

Pubblicato 9 anni fa

Leggi un’anteprima del libro “Padma e altri rimedi tibetani”

I metodi di diagnosi

Il medico tibetano dispone di diversi strumenti di diagnosi:

  •  la diagnosi attraverso domande, volta a raccogliere informazioni sulla vita e le abitudini alimentari e comportamentali del paziente;
  •  la diagnosi del polso, con la quale il medico valuta il flusso san­guigno del paziente, riconoscendo in questo modo lo stato dei suoi organi e il tipo di disturbo delle energie organiche che egli presenta;
  • la diagnosi dell’urina, che consente di ottenere una visione d’insieme dei processi digestivi e metabolici del paziente.

Altri esami complementari, che possono aiutare il medico nel­la sua diagnosi, sono l’esame della lingua, l’osservazione della pal­pebra inferiore e la diagnosi delle vene auricolari.

Le terapie

Il medico tibetano ha a sua disposizione diverse terapie e rime­di da applicare secondo una sequenza chiara e determinata:

  • il cambiamento delle abitudini alimentari e comportamentali in funzione della specifica malattia;
  • la somministrazione di rimedi e farmaci;
  • l’uso di terapie esterne (come l’uso di oli, la moxibustione, gli impacchi, le compresse, l’idroterapia, l’agopuntura, la coppetta­zione ecc.);
  • ulteriori “interventi” di tipo spirituale (applicati esclusivamente dai lama).

La sequenza è chiara e ogni passo successivo viene intrapreso solo qualora il precedente non abbia avuto esito.

Interessante, nella sequenza, è che la prima terapia da intra­prendere riguarda il cambiamento delle abitudini alimentari e comportamentali, idea che lentamente sta prendendo piede an­che nella medicina allopatica occidentale.

I rimedi e i farmaci

Per la MTT tutto può essere un rimedio. Nonostante ciò, le for­mule in essa tramandate si basano per lo più su ingredienti di ori­gine vegetale, raccolti secondo tradizioni e schemi ben precisi (che dettano tempi e luoghi di raccolta) e ponendo inoltre particolare attenzione affinché le piante o le componenti raccolte siano sane e incontaminate e provengano da ambienti puliti. Agli ingredienti di origine vegetale vengono aggiunti alcuni particolari minerali.

Per il principio secondo cui ogni pianta utile a un determinato or­gano può risultare dannosa per un altro, la composizione dei rime­di tibetani è particolarmente articolata, potendo arrivare a contenere (sempre in dosaggi molto ridotti) fino a ben 165 ingredienti diversi. Infatti, solo circa l’80% degli ingredienti di un rimedio tibetano mira a combattere il disturbo per cui viene assunto, il resto serve a bilancia­re la composizione, ovvero a combattere gli eventuali effetti collaterali.

In particolare gli ingredienti presenti in ogni rimedio tibetano si possono suddividere in queste tre categorie:

  • componenti che determinano l’effetto principale;
  • componenti di sostegno ai primi;
  • componenti che servono a combattere gli effetti collaterali.

L’effetto dei rimedi tibetani si basa quindi sulla sinergia di migliaia di sostanze differenti e sul principio secondo cui la mi­scela dei diversi ingredienti, secondo determinate combinazioni e quantità, crea una composizione le cui proprietà curatrici sono molto più forti di quelle di ogni singolo componente.


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