Emozioni: chiamale con il loro nome
Pubblicato
11 mesi fa
Emanuela Vibi
Giornalista ed editor
Trovare le parole per descrivere le emozioni e dare loro un nome, ci aiuta a comprenderle, anticiparle e gestirle
Quando ci viene chiesto se sappiamo cosa sia un’emozione, d’istinto, immediatamente, la risposta risulta semplice: “sì, chiaro, tutti sanno cos’è un’emozione”. Eppure, se a parole in molti sembrano sapere cosa sia un’emozione, quando poi si arriva a chiedere di darne una definizione precisa, ecco che a quel punto nessuno sembra più esserne così certo!
In questo articolo vediamo cosa e quali sono le emozioni e come possono essere classificate e distinte.
Tre aspetti per ogni emozione
Iniziamo con il dire che l’emozione è un processo, spesso influenzato dal nostro passato, che viene attivato da uno stimolo esterno o interno. Quando facciamo esperienza di un’emozione, questa è composta da tre aspetti:
- pensieri,
- sensazioni fisiche,
- comportamenti.
Questi aspetti non si manifestano con un ordine preciso, ma ciascuno di essi è in grado di influenzare gli altri due.
Ciò che pensiamo influenza quello che proviamo fisicamente e può anche modificare il nostro comportamento. Allo stesso modo, ciò che facciamo, può influire sulle sensazioni che proviamo e sui nostri pensieri.
È importante, quindi, prendere coscienza di queste tre diverse componenti che, unite, formano un’emozione e imparare a comprenderle e gestirle.
La prossima volta che vivete un’emozione, per esempio un momento di imbarazzo, cercate di identificarne ciascun aspetto: la sensazione che provate fisicamente, i pensieri che vi passano per la mente e i comportamenti che assumete.
Emozioni primarie e secondarie
Quante emozioni esistono? Otto? Venti? Forse addirittura più di cento?! In realtà, non c'è un numero definito.
Secondo Paul Ekman, psicologo statunitense e autore della teoria neuroculturale delle emozioni, le emozioni primarie, quindi innate e universali, da cui derivano tutte le altre, sono sei:
- gioia,
- paura,
- rabbia,
- disgusto,
- tristezza,
- sorpresa.
In alcuni studi, Ekman ne aggiunge anche una settima, il disprezzo, che però non viene riconosciuta da tutti.
Ovviamente ci sono moltissime altre emozioni, definite secondarie, che sono più complesse, si sviluppano con la crescita e attraverso la nostra interazione sociale e sono, per citarne alcune:
- invidia,
- ansia,
- gelosia,
- nostalgia,
- speranza,
- allegria,
- delusione.
Distinguere un’emozione secondaria dall’altra e individuarne i confini può risultare complicato.
Inoltre, dobbiamo ricordare che tutte le emozioni presentano diversi gradi di intensità: possiamo sentirci molto tristi o solo un po’ tristi, estremamente spaventati o leggermente spaventati.
E, per complicare ulteriormente ogni nostra esperienza emotiva e rendere più difficoltosa la possibilità di capire noi stessi e chi ci sta vicino, possiamo anche provare più di un’emozione contemporaneamente: talvolta siamo nervosi ma soddisfatti, tristi e spaventati e via così.
Le emozioni sono davvero tutte positive?
La speranza di sperimentare solo emozioni positive è vana e non ci è nemmeno di aiuto, perché implicitamente ci suggerisce di evitare o reprimere qualsiasi tipo di emozione negativa, come paura, impazienza o gelosia, che invece sono naturali.
Parte della società ci insegna che ci sono emozioni “negative” che non vanno mostrate in pubblico, creando una divisione tra emozioni accettabili e inaccettabili, mentre ogni emozione è portatrice di informazioni preziose, anche quando è spiacevole. Per questo è tanto importante riconoscerle, saper dare a ognuna un nome e un valore, per gestirla e regolarne l’intensità.
Il problema, quando facciamo esperienza di un’emozione, che viene comunemente definita negativa, è che tendiamo a viverla con reazioni negative. Le emozioni, anche quelle negative, presentano invece un intento positivo, che diventa negativo solo nel momento in cui rimaniamo bloccati in pensieri negativi e smettiamo di agire.
Le emozioni sono importanti. Sempre! Ci proteggono e ci mantengono al sicuro, come fa la paura, tenendoci lontani dalle minacce, e ci permettono di esprimere la nostra creatività; pensiamo alla tristezza, che ci può regalare ispirazioni profonde e ci rende capaci di scrivere poesie o di dipingere quadri.
Quelle che non mostriamo lavorano nell’ombra, ignorarle non è la soluzione, non le fa scomparire, al contrario restano attive nel nostro inconscio, fino a esplodere in maniera incontrollabile e, spesso, inspiegabile a chi ci sta vicino.
Sai che ogni cultura ha emozioni peculiari che non sempre hanno un corrispettivo nella nostra? Scoprile in questo libro:
La “Ruota delle Emozioni”
Robert Plutchik, che è stato un noto psicologo statunitense e docente presso l’Albert Einstein College of Medicine, ha sviluppato una teoria psico-evolutiva delle emozioni e ha ideato un modello, definito la “Ruota delle Emozioni”, per dividere in categorie le emozioni e visualizzare come sono legate tra loro.
Nella ruota di Plutchik vengono aggiunte emozioni primarie in più, per arrivare a otto:
- gioia,
- paura,
- rabbia,
- disgusto,
- tristezza,
- sorpresa,
- fiducia,
- aspettativa
disposte in cerchio, con quelle opposte situate una di fronte all’altra.
Secondo la sua ruota, le emozioni scaturiscono da una sensazione moderata che può progredire fino all’estremo: per esempio, si può spostare dall’apprensione, alla paura, fino al terrore.
Inoltre, le emozioni primarie possono abbinarsi l’una con l’altra per formare otto emozioni “avanzate”: per esempio, il disprezzo è il risultato di rabbia e disgusto, mentre l’ottimismo deriva da gioia e aspettativa.
L’idea prende spunto dalla ruota dei colori: come i colori primari si mischiano per formarne altri, allo stesso modo le emozioni primarie si combinano per un più ampio assortimento di emozioni secondarie.
La loro conoscenza, anche grazie a questi strumenti, ci consegna un ulteriore possibilità di conoscere e consapevolizzare le nostre emozioni, in modo da poter capire e controllare le nostre azioni.
Vuoi conoscere più a fondo le emozioni, le loro funzioni e il legame con la nostra salute? Ti suggeriamo questi libri: