Diventa sindaco di te stesso
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3 anni fa
Noi siamo stati addestrati alla delega. Tutta la nostra esistenza è impostata in questo modo.
Fin dall’infanzia siamo stati abituati al fatto che dovesse essere il maestro (o la maestra) a dirci, tramite l’assurdo meccanismo dei voti, se il nostro disegno fosse bello o il nostro tema scritto bene.
Siamo stati abituati al fatto che dovessero essere la mamma o il papà a dirci se questa o quell’altra azione o parola fossero ‘giuste’ o ‘sbagliate’, socialmente accettabili o deprecabili.
Poi è stata la religione di turno a dirci se questo o quell’altro comportamento fosse più o meno etico e atto a far contente le varie divinità. Alcune religioni sono andate oltre, arrogandosi anche ogni diritto sulla nostra anima.
E ancora le banche: “tu non sei in grado di amministrare i tuoi soldi, dalli a noi”. E così via…
In questo modo la nostra capacità di auto-giudizio è andata a farsi friggere e con lei, di pari passo, la nostra auto-stima.
Così, crescendo, abbiamo continuato a riproporre quel modello lì, il modello delle deleghe, mettendo di fatto in mano ad altri il giudizio sulla nostra condotta e l’amministrazione della nostra vita.
Siamo abituati (e felici di farlo) a delegare l’amministrazione e l’organizzazione della nostra vita a politici e governanti.
Quest’ultima faccenda la trovo ancora più affascinante ed intricata: tutti noi critichiamo l’operato dei politici, ma rarissimamente siamo disposti a metterne in dubbio l’autorità. Riproponendo così l’esatto modello archetipico (gerarchico e per questo deleterio) della famiglia.
Non farti domande, non ti devo spiegare nulla, non devi capire, non devi pensare: “Si fa così perché lo dice la mamma/il papà!” (ovvero l’autorità imposta).
A livello inconscio ognuno di noi si rende perfettamente conto che ci sia qualcosa che non va, che stona, a livello governativo, ma siamo stati addestrati ad obbedire all’autorità, non a metterne in dubbio la bontà delle scelte.
Attualizzando, credo che ormai possiamo essere più o meno tutti d’accordo sul fatto che questi ultimi ormai quasi due anni siano stati, come minimo, mal gestiti sotto ogni punto di vista: comunicazione, assistenza, cure, decisioni, misure precauzionali, etc… Quando però lo facevo notare in tempi meno sospetti, mi sentivo rispondere: “eh, ma tu cosa avresti fatto al loro posto?”
Io dico che la maggior parte delle volte basterebbe quella “diligenza del buon padre di famiglia” tanto cara al codice civile. (Stiamo al concetto, non soffermiamoci nemmeno sulle parole “padre” e “famiglia”). E aggiungo che quello, occuparsi delle faccende del paese, è il loro lavoro, è il motivo del per cui stanno lì, ed inoltre è quello per cui sono pagati!
Prova ad immaginare cosa accadrebbe ad un operaio o a qualunque altro lavoratore che non fosse in grado di avvitare un bullone o svolgere la mansione per la quale è stato assunto…
Tutta questa premessa per dirti: non perdere altro tempo sperando che altri facciano delle buone scelte per te, diventa amministratore di te stesso.
Non aspettare che ci siano le elezioni, diventa il miglior politico di te stesso, prendi in mano in prima persone le TUE politiche. Oggi però, non domani.
Ci hanno portato a credere che la politica sia un qualcosa che si fa, ma io dico che la politica è qualcosa che si è: io non faccio politica, io sono la politica!
Se ci pensi un attimo anche tu ogni giorno compi atti politici, esprimi dei voti, compi atti che, se fatti con consapevolezza, posso essere atti rivoluzionari. Ogni giorno, più volte al giorno!
Inoltre tendiamo a delegare esternamente le nostre responsabilità salvo poi lamentarci per la mala-gestione da parte degli altri dei NOSTRI affari. Pare essere apparentemente più facile, salvo poi rivelarsi tremendamente più doloroso e faticoso. Lamentarsi continua a NON essere una strategia!
Nel governo statale ci sono ministri con o senza portafoglio, cioè con la possibilità o meno di spendere soldi. E se ci pensi bene ogni tuo singolo gesto rientra in una di queste due categorie.
Tu sei ministro con portafoglio ogni volta che spendi ogni tuo singolo euro. Dove lo spendi? Che cibo compri? Che vestiti compri? Che materiali compri? Che politica energetica adotti per la tua casa? Come ti muovi in città? Etc..
Tu sei ministro senza portafoglio ogni volta che compi un’azione. Come e dove trascorri il tuo tempo? Che azioni fai nei confronti degli altri essere umani? Come ti comporti nei confronti degli animali? Dove parcheggi la tua auto? Dove butti l’immondizia? Etc..
Ogni volta che getti un pezzo di carta per terra stai votando, ogni volta che aiuti il tuo vicino di casa stai votando, ogni volta che parcheggi fuori dagli appositi spazi stai votando, ogni volta che esci in bicicletta piuttosto che in auto stai votando, ogni volta che compri al mercato piuttosto che al supermercato stai votando, ogni volta che dai un euro a chi te lo chiede stai votando, ogni volta che leggi un libro o guardi l’isola dei famosi stai votando…
Tu hai il potere, non il sindaco!
Tu puoi creare il bene ogni giorno senza aspettare il governatore delegato. Tu comandi il mercato con ogni tuo singolo acquisto. Tu puoi salvare il Pianeta senza aspettare una qualche Greta di turno.
Tu di fatto voti e compi scelte e azioni politiche ogni giorno!
Quello che voglio dire è: non aspettare che ci siano le elezioni, nominati ogni giorno amministratore della tua Vita! Non ti lamentare delle politiche proposte, metti in atto le TUE proposte politiche! Compi le tue scelte per il tuo ben-vivere e quello del tuo prossimo.
Indici ogni giorno un referendum interno, ascolta il tuo sentire, analizza la situazione e poi persegui il risultato che hai scelto. Con coraggio, con amore e con il sorriso.
Se non controlli la tua mente lo farà qualcun altro, se non ben-governi il tuo corpo lo dovrà fare qualcun altro.
Parafrasando Pessoa: abbandona tutto il resto, sorridi e sii il miglior politico di te stesso.
Fuori e dentro, il viaggio continua
namaste