Digiuno immaginale: come praticarlo
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1 anno fa
Ecco l’alimentazione indicata e le pratiche per renderlo un rito sacro
I disturbi alimentari sono sempre più diffusi nei Paesi più ricchi. Diabete, colesterolo alto, obesità condizionano la vita e la salute di milioni di persone. Eppure, oggi come oggi, non possiamo certo affermare che siano insufficienti le informazioni riguardanti la scelta dei cibi più sani e meno dannosi al nostro corpo inteso a livello olistico. Anzi, libri, studi, articoli, approfondimenti abbondano in questo ambito. Nonostante il flusso di notizie copioso, i problemi alimentari sono all’ordine del giorno.
Ho già affrontato il tema di un’alimentazione sana e consapevole nel mio libro Il cibo del risveglio (Ed. Mediterranee, 2018) in cui sottolineo come attraverso l’atto del mangiare possiamo guarire non solo il nostro corpo, ma anche le emozioni, i comportamenti, il rapporto con il denaro e le relazioni, rendendo così luminoso e libero il nostro cammino di vita e il nostro destino.
Con il mio nuovo libro Digiuno Immaginale (Piemme, 2024) ho voluto compiere un passo ulteriore, diffondendo un percorso unico e originale composto da 9 tappe, grazie al quale recuperare un rapporto sacro con il cibo. Ed è proprio questo l’inizio di un cambiamento a livello alimentare. Tutto parte da qui: superare i limiti di una società desacralizzata per riappropriarsi di un rapporto non oggettivo con ciò che ci nutre.
A livello teorico, sappiamo cosa ci fa male, ma svariate persone continuano a scegliere prodotti industriali, altamente processati. Perché? Perché l’atto del mangiare è diventato meccanico, quasi una routine, che porta a tralasciare l’aspetto più spirituale di questo stesso atto. Occorre ritrovare dentro di sé un vero legame col cibo, recuperandone il valore e collegandolo al nostro profondo benessere. Un benessere che va oltre la dimensione puramente corporea per abbracciare l’anima. È importante evidenziare che il cibo non è solo alla base della salute del nostro corpo, ma contribuisce anche al miglioramento della qualità delle nostre emozioni e dei nostri pensieri. Nutrirsi con alimenti sani significa quindi aumentare i livelli di energia, e sentirsi più ispirati, capaci di una visione sottile, creativi e dinamici.
Alimentazione mediterranea e macrobiotica
Compiendo le 9 tappe del digiuno immaginale si può sperimentare questa straordinaria condizione ogni giorno e ad ogni età. Questo percorso da me ideato si ispira agli antichi rituali greci della scuola filosofica pitagorica, a cui ho unito i principi dell’alimentazione mediterranea e della macrobiotica. La dieta macrobiotica si basa su uno stile di vita fondato sull’armonia tra le energie antagoniste e complementari (lo Yin e lo Yang) che, secondo l’antica filosofia taoista cinese, reggono l’universo. Se un tempo non era facile trovare gli ingredienti tipici della macrobiotica, negli ultimi anni, si è assistito a una loro diffusione, anche grazie a un maggior interesse verso questa cucina ritenuta tra le più adatte all’aumento della longevità.
Ho voluto includere intenzionalmente dieta mediterranea e macrobiotica per consentire al lettore/praticante di vivere pienamente “l’esperienza ottimale dell’atto del mangiare”, intendendo con ciò il superamento di teorie e di certezze mentali.
Il cammino composto dalle 9 tappe tiene conto di varie tradizioni e anche delle scoperte scientifiche più recenti e all’avanguardia nell’ambito di una sana alimentazione. Il percorso del digiuno immaginale è scandito anche da una serie di specifici rituali e di meditazioni, che permettono di risvegliare, mentre si cucina e si mangia, la dimensione sacra.
I rituali per accompagnare l’atto del mangiare
Per cominciare, posso suggerire ai lettori di Vivi Consapevole questa semplice pratica, chiamata “Il rituale della consapevolezza”. Esso è la base da cui poi affinare la relazione spirituale con il cibo. Per eseguirlo occorre ripetere mentalmente la formula rituale “so che + azione”; per esempio: “so che sto mescolando la minestra”, “so che sto portando il cucchiaio alla bocca”, “so che sto versando la minestra nella bocca”, “so che sto gustando”, “so che sto deglutendo” ecc. Grazie a questo semplice, ma potente rituale, verrà intensificata la consapevolezza nella preparazione del cibo e durante il pasto.
Oltre a questo rituale possono essere utilizzati alcuni mantra, capaci di risvegliare energie sottili. Per esempio, uno dei mantra che ho appreso nei miei viaggi in Giappone è Uketamo.
In Giappone, presso i monaci e gli sciamani di tradizione Shugendō, questo mantra è impiegato al fine di superare le difficoltà del percorso spirituale. È un mantra che conferisce pace e resilienza, ed è indicato a fine giornata, per accogliere, accettare. Un mantra che aiuta a includere nella nostra quotidianità l’aspetto sacro.