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Avere una mente yogica

Articolo sponsorizzato

Pubblicato 1 anno fa

È la chiave per la felicità

Più che mai in questi ultimi anni - con l’esperienza traumatica del Covid e i suoi lasciti, le guerre, l’incombenza di una sopraffazione nei confronti della natura - tendiamo a ricercare la felicità negli eventi mutevoli dell’esistenza. Attaccandoci ad essi come naufraghi nel mare.  

In questo mood catastrofico, giriamo su una giostra vorticosa dove, momento per momento, rincorriamo ciò che abbiamo, ciò che perdiamo, ciò che vorremmo e che non abbiamo: confondendo la felicità con l’appagamento dei desideri o il possesso di beni materiali.

Indice dei contenuti:

Effetti profondi

Lo yoga è spesso conosciuto, ai più, soprattutto per dei benefici fisici, posturali. “Fai yoga se hai mal di schiena”, “lo yoga aiuta a rilassarsi”, “come tonifica lo yoga… nient’altro lo fa”: sono queste le affermazioni più diffuse.

Ma in realtà questa pratica e, soprattutto, “la mente yoga”, hanno la capacità di ridefinire la visione degli eventi della vita, soprattutto quelli che possono apparirci ossessivi o traumatici. Donandoci, al contrario, una vera prospettiva per giungere a pace e serenità.

Secondo la filosofia yogica, infatti, l’opposto della felicità è il dolore, la cui radice è l’ignoranza (Avidya). Questa ignoranza è una forma di inconsapevolezza che ci porta a percepire erroneamente la realtà. La realtà “è” e basta; anche nel suo dolore, nella fatica, nella irripetibilità di momenti ed eventi amati che sembrano perduti. 

Yoga Mind

Ecco perché è fondamentale, soprattutto ora, concentrarci sulla mente yogica. Ossia sull’avere una mente da veri yogin e non da superficiali praticanti di “fitness yogico”. L’atteggiamento mentale, infatti, che lo yoga ci insegna, espande i territori della pratica dai limiti del tappetino e ci aiuta a stare nel momento presente, a moltiplicare la consapevolezza di noi stessi e del mondo, e anche a sorridere con lievità.

Una mente yogica è uno strumento di speranza, un moltiplicatore di opportunità per diventare pienamente noi stessi - che possiamo cogliere dall’antica storia della disciplina fino alla sua applicazione nella vita quotidiana, così come nelle arti o nella tecnologia di domani.

Una mente yogica cerca di valorizzare l’interrelazione tra gli esseri e gli ecosistemi, aiuta a superare i livelli di ansia e frammentazione che alimentano le fobie della vita sociale. Porta a uno stato di elevata consapevolezza, profonda concentrazione e quiete interiore. 

Senza il costante chiacchiericcio di pensieri disordinati e stress esterni, e con un’attenzione sensibile a ciò che avviene, la pratica dello yoga e la “yoga mind” ci portano chiarezza e assenza di giudizio. Ci conducono al centro del nostro essere. Perché la visione yogica della felicità – l’unica vera felicità, non quella effimera e nervosa - è un percorso di consapevolezza.

 

Patañjali e la mente yogica

Già nel II secolo a.C. Patañjali, il padre dello yoga, nonché autore degli Yoga Sutra – testo fondamentale composto da 196 aforismi che illustrano le basi dello yoga – aveva compreso e diffuso l’importanza della pratica dello yoga e dell’atteggiamento mentale per la felicità umana. 

“Yoga chitta vritti nirodha” recita il suo sutra più famoso, ovvero lo yoga è il completo acquietarsi (nirodha) delle fluttuazioni (vritti) della mente (chitta). 

Patañjali, quindi, ha definito la natura della yoga mind, comparandola con gli altri stati della mente umana nei diversi livelli di coscienza. L’esposizione più tradizionale degli Yoga Sutra - che si trova negli scritti del loro antico commentatore, il filosofo Vyāsa - descrive i cinque tipi di chitta (e la loro natura) così come definiti da Patañjali. I “chittabhumi”, cinque stati mentali o di coscienza, compongono una sorta di percorso verso la vera mente yogica.

  • Kshipta è la mente distratta. La mente è irrequieta, si sposta costantemente da un pensiero all’altro, rendendo difficile trovare la calma interiore.
  • Mudha è la mente ottusa. La mente è stanca e pigra, manca di chiarezza e direzione, ha scarsa concentrazione.
  • Vikshipta è la mente parzialmente concentrata. La mente sperimenta solo una quiete momentanea, perché i momenti di concentrazione sono brevi e frammentati.
  • Ekagra è la mente concentrata su un solo punto. La mente diventa concentrata; non distratta da influenze esterne si impegna pienamente nel momento presente.
  • Niruddha è la mente completamente controllata. La mente è calma, meditativa, non più agitata da fattori esterni o interni. Si inizia a sperimentare una pace profonda.

Patañjali fornisce dunque un’indicazione precisa: occorre passare - attraverso la pratica - da una mente che viene rapidamente trascinata in direzioni diverse, come una farfalla che salta di fiore in fiore, o che soffre di pigrizia e mancanza di scopo, a una mente stabile nel silenzio interiore e nella piena presenza. Una mente libera di accedere alla pace interiore e, alla fine, al nostro vero sé. 


Ultimi commenti su Avere una mente yogica

Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 20/05/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 20/05/2025

Mi piacerebbe molto arrivare a un livello di mente yogica anche solo per la sensazione di pace che deve dare. Grazie per tutte le informazioni veramente utili.

Gilia M.

Recensione del 10/05/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 10/05/2025

Avere una mente yogica sarebbe molto utile al giorno d'oggi, faccio yoga dagli anni '70, anche se allora era più una moda che uno vero prendersi cura di se stessi, ma mi ha aiutata molto negli anni a vivere più serenamente.

Lia M.

Recensione del 08/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 08/12/2024

Avere una mente "yogica" sarebbe utilissimo per me che alle volte sono sommersa dai pensieri, che se non trovano la loro via d'uscita allora girano e rigirano nella mente. Lo "yoga della mente" aiuterebbe molto.

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