50 sfumature di grigio
Pubblicato
1 anno fa
La bellezza della diversità e le sue sfumature
In questo articoletto, sperando di non disattendere le pruriginose aspettative di nessun lettore o lettrice, non parlerò del best seller letterario della James, ma bensì della bellezza delle 50 e più sfumature comprese tra il bianco e il nero.
E della paura che ciò che non è né bianco e né nero genera in molti esseri umani.
Lo spunto definitivo per questo testo l’ho avuto grazie alla questione dei cosiddetti “negazionisti” climatici. In buona sostanza chi ha provato e sta provando a vederci più chiaro sulla faccenda è stato subito etichettato come “negazionista”, (esattamente come successo non più di 2/3 anni fa con la questione pandemia e lockdown).
Si è quindi creata (o è stata creata…) subito la situazione del o “di qua” o “di là”: l’ormai noto divide et impera pare rivelarsi sempre molto attuale e funzionale.
Bianco o nero: questione di etichette
O sei per la versione ufficiale oppure sei un negazionista, non è ammessa nessun’altra via, nessun’altra possibilità.
E in questo caso specifico torna utile perché ovviamente sarebbe impossibile per chiunque dimostrare che non sia in atto un cambiamento climatico, però il dimostrare con certezza da cosa sia causato questo cambiamento è tutt’altra e complicatissima faccenda!
Per fortuna esistono - e sono meravigliose - le 50 e più sfumature di grigio…
La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
Theodor Adorno, Minima moralia, 1951
Allargano un pochino lo sguardo però ci si può accorgere di come nel 99% delle questioni si ripeta sempre il giochino imposto dall’alto, ma anche di come la mente umana abbia di fatto bisogno di una certezza, anche presunta, anche apparente, ma comunque categorica.
Abbiamo sempre bisogno di etichettare, di dividere, di classificare e abbiamo bisogno di questo, perché siamo stati allevati cosi, perché siamo stati educati con delle certezze, non con la sana curiosità della scoperta, del cambiamento e del mettersi in discussione; tant’è che anche i cambiamenti vengono sempre mal visti e mal digeriti dai più.
Classica è la frase: “Ah ma non sei più quello di una volta”, quasi come fosse una colpa, a cui io puntualmente rispondo: “Eh meno male! Altrimenti cosa ho vissuto a fare questi anni, per rimanere uguale a prima?”.
Se etichettiamo una persona in un modo, non possiamo accettare che questa cambi, esca dal nostro schema, cambi idea o semplicemente non abbia un’idea fissa e precisa. E questo vale in tutti i campi: dalla politica, allo sport, dal gusto nel vestire, alle preferenze sessuali. Ma esistono e sono meravigliose, le 50 e più sfumature di grigio…
Ci addolora lo scoprire guizzi di stupidità in persona che ammiriamo; ma ancor più infastidisce il sorprendere lampi di intelligenza in individuo che non stimiamo affatto.
Il giudizio umano ama usare una unica scelta, fra il tutto bianco e il tutto nero.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001
Perchè non riusciamo ad apprezzare le sfumature?
Provando ad aggiungere un puntino di vernice bianca ad un secchio di vernice nera o viceversa, ti accorgerai facilmente di come il colore principale non rifiuti o non scacci il nuovo puntino, ma anzi lo accolga, lo inglobi e addirittura ci si fonda assieme per dare origine ad un nuovo colore, ad una magnifica nuova tonalità.
E il bello è che questa operazione può essere ripetuta tante e tante volte ancora, dando sempre origine a qualcosa di nuovo e di diverso. I due colori apparentemente opposti risulteranno complementari in una perfetta fusione cromatica armonica, si deve solo trovare il coraggio e la voglia di farlo, di aggiungere, di accogliere e di accorgersi che esistono le 50 e più sfumature di grigio!
L’idea della dicotomia è profondamente sbagliata e niente meglio di un grande simbolo cinese, la ruota dello yin e dello yang, rappresenta la vita: l’universo è l’armonia degli opposti, perché non c’è acqua senza fuoco, non c’è femminile senza maschile, non c’è notte senza giorno, non c’è sole senza luna… non c’è bene senza male! E questo simbolo è perfetto perché il bianco e il nero si abbracciano e all’interno del nero c’è un punto del bianco e all’interno del bianco c’è un punto del nero.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, 2004
Facendo un certo coming out, ammetto che anche io, in passato, ero per il o bianco o per il nero, facevo fatica a vivere e a fluttuare nelle sfumature dei grigi, ma poi ho realizzato.
Potrebbe risultare apparentemente più facile e sicuro rifugiarsi su una delle due sponde, e lì costruire la propria roccaforte di certezze assolute.
Contemporaneamente però sarebbe anche del tutto innaturale e quasi mai realizzabile: nel mondo che ci circonda praticamente nulla è sempre e costantemente bianco o nero, anzi è vero il contrario: tutto è in continuo e costante cambiamento.
Risulterà quindi addirittura molto più difficile trovare il modo di rimanere fedeli alla scelta fatta a monte, mentre tutto rotola a valle.
O accettiamo il fatto che tutto sia in costante mutamento, che il bianco e il nero, che gli opposti siano in costante fusione, scissione e rifusione oppure rischiamo di venirne travolti, di rimanere del tutto spiazzati e impotenti e soprattutto di non riuscire a godere delle 50 e più sfumature di grigio.
Ormai mi rendo conto di essere cresciuto, di essere andato avanti. Adesso non vedo più tutto bianco o nero, ho scoperto che esistono le sfumature.
Vasco Rossi, La versione di Vasco, 2011
Fuori e dentro, il viaggio continua...
Namaste