Un'opera monumentale, un sentiero millenario che accompagna da sempre il viaggio dell'umanità sul pianeta Terra.
Osho e Patanjali, sono due di quei rari esseri, la cui presenza nella vita degli uomini è eterna: Patanjali è riuscito a dare forma verbale, a quei semi di consapevolezza, rendendo la religione “scienza dell'anima”.
E il suo messaggio si è tramandato fino a noi, intatto nella sua potenza e nella sua purezza, pronto a riprendere in ogni istante forma cosciente.
Ma perché questo avvenisse è stato necessario l'intervento di un Maestro d’eccezione, come lo è Osho, che in quest’opera “legge”, semina e “coltiva” quei semi, rendendoli attuali, ricollegandoli alla realtà dell’uomo contemporaneo.
La ricerca di uno stile di vita più sano, più equilibrato, più fluido e più armonico è ciò che oggi avvicina allo Yoga.
Per tanti motivi, sta aumentando la consapevolezza che vivere prigionieri di schemi mentali e di comportamenti autodistruttivi sulle lunghe distanze non paga e non appaga.
Inoltre, proprio lo spirito del tempo sembra sollecitare il bisogno di riscoprire chi siamo, ma in particolare di vivere se stessi in pienezza, con totalità e soprattutto con gioia.
Lo Yoga diventa dunque un processo privilegiato da molti, che chiede di includere ciò che Patanjali ha codificato nei suoi Sutra sullo Yoga e che Osho qui rinnova e rigenera, liberando l’essenza di quell’intima comprensione da ciò che la polvere del tempo ha velato o ricoperto.
Yoga: la scienza suprema
Ricordati che cinquemila anni dividono me da Patanjali.
A quei tempi, l'essere umano era un essere del tutto diverso.
All'epoca esisteva un'umanità di tipo totalmente differente. La catarsi non era necessaria; la gente era primitiva, semplice. Persone simili non hanno bisogno della Meditazione Dinamica, ecco perché Patanjali non ha mai parlato della catarsi.
Diventa necessaria quando la repressione penetra nella mente umana: più una società è repressiva, più saranno indispensabili i metodi catartici. In quel caso dovrai fare qualcosa per sfogare la tua aggressività.
E sappi che è meglio praticare la Meditazione Dinamica, piuttosto che scaricare la tua rabbia su qualcun altro; se scarichi quella collera nella Meditazione Dinamica, non ti sfoghi su nessuno: dai semplicemente spazio alla tua rabbia. Stai urlando, stai piangendo!
Il semplice piangere, urlare, gridare, essere arrabbiato, violento ti purifica e non genera alcuna conseguenza che condizioni il tuo futuro.
Quindi, non importa cosa dice Patanjali, io includerò anche la catarsi perché non è lui che mi interessa, sono preoccupato per te - e ti conosco molto bene! Se non sfoghi quella rabbia nel cielo, la scaricherai su qualcuno, in un modo o nell'altro; e questo creerà un vincolo karmico.
La catarsi è qualcosa di indispensabile nei giorni a venire: più l'uomo diventerà civilizzato, più la catarsi sarà necessaria.
L’opera si propone come un’immersione in un percorso antico quanto le montagne, dando la possibilità di procedere con il passo lieve di una camminata che ciascuno adatterà ai propri tempi e ritmi esistenziali, godendone a ogni istante la freschezza come di gocce di rugiada energizzanti.
L’eterna saggezza che la presenza consapevole dischiude è qui rivelata in tutta la sua semplicità, pronta a sostenere i passi più difficili e a nutrire le qualità esistenziali che la pratica inevitabilmente richiama in vita.
Inoltre, Osho dedica interi capitoli alle domande di quanti si sono incamminati lungo il sentiero di conoscenza di sé che lo Yoga traccia, facilitando comprensioni altrimenti impossibili.
"Yoga significa incontrare la realtà così com'è. Lo Yoga è una scienza pura e, nel mondo dello Yoga, Patanjali è il nome più importante."
- Osho -