Se essere religioso, nel senso più puro di questo termine molto frainteso, vuol dire avere sete dell'acqua della fonte della Realtà, allora percorrere il sentiero spirituale vuol dire volgere la bussola verso la sua sorgente perenne.
Terzo ed ultimo libro della trilogia Aghora, "La Legge del Karma" descrive l'inesorabile legge, alla base della giustizia divina, cui deve sottostare l'intero universo.
La legge del karma, che è uno degli assiomi più profondi e terribilmente sconcertanti della Realtà, è la legge di causa ed effetto, la legge del 'raccoglierai ciò che semini', e corrisponde alla terza legge del moto di Newton. Le Upanishad più antiche la esprimono così: "In verità si diventa buoni con le buone azioni e cattivi con le cattive azioni". (Bhrihadaranyaka Upanishad, III. 2. 13.)
L'aghori Vimalananda utilizza lo scenario dell'ippodromo di Bombay come una potente metafora per descrivere l'infinito e variegato gioco della vita, l'insondabile intreccio della legge del karma in cui spesso si creano e si distruggono destini e fortune sul labile filo della dirittura d'arrivo. Egli intesse abilmente la vivace realtà esterna del mondo delle corse con la sottile realtà interna della spiritualità creativa, gettando una luce nuova e profonda sui concetti di fato, destino e libero arbitrio.
Ogni nostra azione pianta i semi di una reazione di cui, ci piaccia o no, dovremo fare esperienza. Cos'è il destino dopotutto, se non la somma dei karma passati? Cosa sono i karma se non debiti da pagare? Conoscendo meglio i meccanismi della legge del karma è possibile comprendere e cambiare la propria natura e migliorare il proprio destino.
"È sempre meglio vivere con la Realtà, altrimenti la Realtà verrà senza dubbio a vivere con te."
Aghori Vimalananda