Il settore della beneficenza è una delle industrie in più rapida crescita nell'economia globale. Quasi la metà delle oltre 85.000 fondazioni private negli Stati Uniti sono nate negli ultimi due decenni. Questo diluvio di filantropia ha contribuito a creare un mondo in cui i miliardari esercitano più potere che mai sulla politica dell'istruzione, sull'agricoltura e sulla salute pubblica.
In Altro che filantropi, l'autrice e accademica Linsey McGoey mette sotto il microscopio questa nuova età dell'oro della filantropia, prestando particolare attenzione alla Bill & Melinda Gates Foundation.
Mentre le grandi organizzazioni di beneficenza sostituiscono i governi come fornitori di assistenza sociale e servizi primari alle persone, la loro generosità è tanto sospetta quanto ovviamente utilitaristica.
Le multinazionali manipolano speculativamente il denaro generando proprio l'instabilità economica e la disuguaglianza sociale che paradossalmente le fondazioni caritatevoli dovrebbero poi risolvere, rendendosi quindi presentabili all’opinione pubblica per i propri profitti.
Stiamo entrando in un'era surreale in cui gli ideali di uguaglianza e giustizia sociale dipenderanno dalla ipocrita generosità degli oligarchi della forma capitale?
Estratto dal libro
Vedere Bill Gates come uno che porrà rimedio alle disuguaglianze economiche è praticamente come chiedere a un piromane di aiutare a domare l'incendio in una casa a cui lui stesso ha dato fuoco.
La fortuna di Gates è nata attraverso pratiche finanziarie speculative che hanno arrecato danno alle condizioni dei lavoratori, vedasi i continui attacchi alle retribuzioni per malattia dei dipendenti di Microsoft. Per decenni, inoltre, l'azienda ha condotto politiche anti-concorrenziali e monopolistiche che sono state giudicate illegali sia dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti che dalla Commissione europea. Microsoft è stata condannata a pagare multe salate per le proprie condotte, ma i profitti che queste le hanno garantito superano di gran lunga gli esborsi, che si traducono in miliardi per il suo fondatore.
Si tratta di uno schema non certo inedito, ricalcato attualmente anche da Jeff Bezos con Amazon, che sta soffocando ogni tentativo da parte dei suoi dipendenti di organizzarsi in qualsiasi modo per difendere i propri diritti dichiarando al tempo stesso di "aiutare" tramite iniziative di beneficenza.
Nel momento in cui si riconosce che la problematica sociale più grave dell'epoca globale in cui viviamo sono i grandi profitti delle multinazionali ricavati da soprusi ai danni dei lavoratori è possibile che chi beneficia di questo modello possa realisticamente "sistemarlo"? Per dirla chiaramente, possiamo aspettarci che lo vogliano sul serio?