Ad una prima lettura è risultato un po' pesante. Rileggendolo con più attenzione, ho trovato molte cose interessanti, pur non ripassando la seconda parte, perché il libro si suddivide in due parti, e nell'ultima l'autore si ripete un poco. L'analisi che ne è emersa è intrigante. Sibaldi ci dice che il Vangelo è una rappresentazione del duello tra l'Io e il Noi. Quest'ultimo è sempre contro l'Io che vuole essere se stesso; il Noi, quale che sia, chiesa, partito, famiglia, religioni, ha terrore che i suoi giochetti vengano smascherati e causa la loro distruzione, e prima che ciò avvenga si adopera per la distruzione dell'Io autentico. Infatti Gesù....! Molto interessante l'analisi dei versetti in cui si parla del "discepolo che Gesù amava". La conclusione cui giunge Sibaldi, tuttavia, non mi ha convinta, là dove afferma che l'Io può scoprire in se stesso anche la propria causa e origine. C'è qualcosa di sottinteso che non mi va.